sabato 27 ottobre 2007

Jacopo da Montaio: virtual guitarist

Anche con questo piccolo esperimento siamo, si può dire, nei 'dintorni' della chitarra, pur non avendone il suo autore sfiorato nemmeno per caso le corde. Di cosa stiamo parlando? Semplice: di suoni chitarristici quali fonte di esperimenti di manipolazione e composizione elettronica.. Mettiamola così: mi piace definire 'intona-rumori' (mutuando l'antica terminologia futurista di Russolo) un moderno 'campionatore'. Questa macchina 'registra' i suoni e li rende disponibili per varie operazioni successive, generalmente legate all'utilizzo di apparecchiature midi. In teoria, si può campionare qualunque suono (o rumore), dalle note della chitarra al gorgheggiare di un merlo, per dire... Certo, la cosa è un po' più complessa da spiegare, ma, per farla breve, può succedere a un certo momento di avere a disposizione certi suoni, senza però essere condizionati dai limiti fisici, meccanici degli 'strumenti' che quei suoni hanno prodotto, e di poterli usare quindi, soli o associati ad altri, in una condizione di 'libertà' forse ancora da esplorare fino in fondo...
Ora, per la verità, anch'io in linea di principio sono d’accordo con l'idea di usare l'elettronica 'in maniera creativa', come si suol dire: cosa che potrebbe, anzi dovrebbe avere come conseguenza necessaria il fatto che il suono prodotto elettronicamente abbia una sua identità riconoscibile e distinguibile dal suono acustico. Ma, tanto per entrare subito in contraddizione (cosa volete, sono fatto così), per il momento uno dei progetti che più mi intriga riguarda il campionamento, il più fedele possibile, dei suoni di una buona chitarra classica; anche perché si trovano in circolazione ottimi suoni campionati di altri strumenti (di pianoforte, di arpa, per es.) e di chitarra, che io sappia, nulla.. per lo meno nulla di un livello paragonabile a quelli. Certo, si tratta di uno scopo dichiaratamente.. provvisorio: non è certo l’imitazione il fine ultimo di questi esperimenti. Come punto di partenza però, secondo me, può andar bene: anche studiare come i suoni si comportano quando sono sottoposti.. a varie forme di maltrattamenti può essere utile fonte d’apprendimento..

Jacopo da Montaio

http://it.share.geocities.com/normanczabo/neve0.mp3

4 commenti:

fausto bottai ha detto...

Devo ringraziare Jacopo per aver deciso di postare, a mo' di esempio dei suoi esperimenti, un brano composto da me... Certo, questo fatto si spiega in ragione di un antico rapporto di amicizia (dovuto fra l'altro anche alla circostanza di essere..compaesani). Ma, oltre a questo, forse c'è un altro motivo alla base di una simile scelta: il buon Jacopo, in fondo, è un masochista: ha notato che in questa stessa pagina è postata la registrazione dello stesso brano da parte di un chitarrista vero (e che chitarrista: Angelo Barricelli!) e non ha saputo resistere alla tentazione di fare, nel confronto,.. una figuraccia!Glielo dico ovviamente, col sorriso sulle labbra, come si usa fra persone che hanno una grande confidenza e ben sapendo che sicuramente non si offenderà per la battuta.. Anche perché, per chi non lo sapesse, Jacopo ed io formiamo uno strano sodalizio: siamo due 'amateurs', per dirla alla francese, che appunto amano la musica e che spesso collaborano, cercando di mettere in sinergia le proprie (relative) competenze (io m'intendo un po' più di musica in senso stretto, lui un po' più di computer). Quindi, siamo nella stessa barca...
Fausto Bottai

Anonimo ha detto...

commento l'ultima tua frase che sembra molto interessante (ihihih):
.....Quindi, siamo nella stessa barca...

se così fosse mi chiedevo,le barche, quanti musicisti potrebbero contenere?
e soprattutto quali sono le stazze e per quali mari navigano?
professionisti,amateurs,naturalisti e anche farmacisti, ma non siamo troppi?

grazie Fausto Bottai e un saluto a Jacopo da Montaio,piacere e benvenuto!!

fausto bottai ha detto...
Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.
Anonimo ha detto...

Alcune precisazioni, a dissipare eventuali dubbi ed equivoci: è vero che Fausto ed io nascemmo entrambi entro i confini dello stesso comune (Cavriglia, AR), ma è bene si sappia che io nacqui in località Montaio ed egli in località Santa Lucia, e fra le due località intercorrono almeno tre chilometri (di strade collinari, oltretutto, abbastanza impervie)! Tralasciamo il fatto che Santa Lucia trovasi su un falsopiano, a 300 metri s.l.m., e Montaio in cima a un cucuzzolo, a 426 metri s.l.m., anzi, non tralasciamo affatto questo particolare, poiché quei 126 metri di differenza giustificano in fondo il ‘quid’ di rudezza in più che contraddistingue noi montanari! Un ‘quid’, l’ho definito, un nonnulla, un’inezia, ma un occhio particolarmente attento ed allenato potrebbe pur coglierlo! Quanto all’amicizia e al sodalizio, confermo tutto ciò che ha scritto Fausto: il ‘musicista’ (intendasi compositore, arrangiatore) è lui; insomma, prescindendo da ogni giudizio di valore, almeno qualche segno sul pentagramma è capace di metterlo! Potrei farlo anch’io a dir la verità, in teoria, solo che non ci sono troppo portato, in definitiva preferisco la pratica piuttosto che la grammatica e quindi dei due sono quello che si è un po’ più impratichito con il computer e la computer music. Non più di tanto, sia chiaro, ma senz’altro più di Fausto, il quale relativamente alle materie tecnico-scientifiche rivela una tale ignoranza che spesso gli devo chiedere come abbiano fatto a dargli la licenza elementare! (E non ho risposta..) Insomma un sodalizio per il quale sembra scritto apposta il vecchio adagio: ‘una confraternita di (2) ignoranti non fa un savio’ eh!eh!
Non stupitevi però più di tanto di queste nostre scherzose battute autodenigratorie: in realtà siamo convinti segretamente di essere due geni, ma non possiamo dirlo apertamente, perché temiamo di essere presi allegramente per i fondelli: e allora, prendendoci da soli per i fondelli in via preventiva, pratichiamo la nota strategia militare della terra bruciata davanti all’avanzata del nemico; insomma.. gli sottraiamo i proiettili da sotto il naso!
Un’ultima risposta per l’amico Gianeiro: da rude montanaro, più aduso al dorso dei muli che al rullio delle onde, ecco, non enfatizzerei più di tanto il richiamo faustiano alla barca e ai naviganti: trattasi chiaramente di un uso metaforico, diciamolo chiaramente, nemmeno troppo originale. ‘Fin che la barca va’… ‘E la barca tornò sola’… (per non parlare di quelli che hanno ‘un mare di guai’..). Comunque nell’assunto filosofico-socioantropologico e fors’anche metafisico ‘siamo tutti nella stessa barca’, c’è molto di vero. La cosa più importante, però, e con questo concludo, è evitare la sorte adombrata nella poesia che l’amico Fausto ha postato in questa stessa pagina (Come affogare in un bicchier d’acqua): ecco, barca o non barca, vediamo di non finire in quella maniera lì…
Jacopo da Montaio