Con Frippertronics si indica una tecnica di incisione che permette di produrre un tappeto sonoro a partire da una sola chitarra utilizzando ripetute sovraincisioni. Venne inventata da Brian Eno e Robert Fripp (da cui prende il nome) collegando tra loro due registratori a bobina Revox. Il suono prodotto dalla chitarra viene registrato sul primo registratore e inviato al secondo, dal secondo viene inviato nuovamente al primo in una specie di "ping-pong" sonoro in cui i suoni continuano a sovrapporsi e fondersi tra loro via via che il musicista suona. Un nastro che fluisce da un registratore a un altro, uno in playback l'altro in registrazione, e genera/contiene suoni , che si ripetono, si sovrappongono e mutano scomparendo gli uni negli altri: il risultato è un tappeto sonoro composto da note prolungate miste ad alcune appena accennate, spesso improvvisato e quindi sempre diverso.
Fripp parla di due Frippertronics “Ci sono due tipi di Frippertronics: pure e applicate. Le applicate si hanno quando sono usate assieme ad altri strumenti, come alternativa a orchestrazioni e arrangiamenti tradizionali, naturali o sintetizzati. Le pure si hanno quando sono usate per loro conto, e comprendono a loro volta due categorie: Frippertronics d'ambiente; nel senso dato da Brian Eno di musica che si può ignorare come ascoltare, e Frippertronics imperative, in cui la musica richiede attenzione perché la sua progressione sia convalidata.”
Alla fine dell'ascolto dei lavori in frippertronics si ha, infatti, la sensazione di contemplare un suono totale prodotto dall'overdubbing, dal neuro-accumulo di quanto è passato, nel corso dei tempo, attraverso le orecchie. L'impostazione di Fripp possiede una cultura delle differenze, fisiologicamente etica: la musica come apertura alla vita, come processo di generazione perpetua di onde sonore che si spargono nell'universo, e che possiede anche la disciplina, cosa assolutamente fuori moda e essenziale per capire e entrare nell’universo frìppiano. Un cosmo musicale, una filosofia dei suono‑logos che fa continuamente spazio a se stesso, che scompare come frequenza fisica stratificandosi, però, nella mente quale oggetto di meditazione: non è semplicemente un approccio stilistico o una metodologia compositiva, bensì un processo‑azione che genera musica. Che l'attività del chitarrista compositore rimanga vivace, ed esista, lo si può riscontrare con una visita al sito http://www.dgmlive.com/ ed una scorsa al ricchissimo archivio musicale di materiali inediti e di concerti nelle più svariate formazioni. Nel tempo i suoi Frippertronics si sono evoluti nei Soundscapes, definiti dallo stesso Fripp: «Le performance chiamate "Soundscape fanno parte di una serie che ha lo scopo di trovare nuovi modi in cui intelligenza e musica, definizione e scoperta, cortesia e reciprocità possano pervadere un' esibizione musicale da parte sia del musicista che dell' audience. Sono performance che continuano ad evolversi, a sorprendere, ad eccitare, ad educare . sono vere sin dal momente in cui vengono alla luce». Alla base di questo progetto è sempre l’ improvvisazione, Fripp genera con la sua chitarra delle strutture musicali improvvisate e fortemente governate dal tempo, dal luogo, dal pubblico e dalla risposta del performer a tutti questi elementi, prendendo la forma di lunghi pezzi meditativi costruiti tramite una graduale aggiunta di note, dalla durata variabile tra i dieci minuti e la mezz' ora.
Video: Robert Fripp - Frippertronics, Interview
Empedocle70
parte prima parte seconda
Fripp parla di due Frippertronics “Ci sono due tipi di Frippertronics: pure e applicate. Le applicate si hanno quando sono usate assieme ad altri strumenti, come alternativa a orchestrazioni e arrangiamenti tradizionali, naturali o sintetizzati. Le pure si hanno quando sono usate per loro conto, e comprendono a loro volta due categorie: Frippertronics d'ambiente; nel senso dato da Brian Eno di musica che si può ignorare come ascoltare, e Frippertronics imperative, in cui la musica richiede attenzione perché la sua progressione sia convalidata.”
Alla fine dell'ascolto dei lavori in frippertronics si ha, infatti, la sensazione di contemplare un suono totale prodotto dall'overdubbing, dal neuro-accumulo di quanto è passato, nel corso dei tempo, attraverso le orecchie. L'impostazione di Fripp possiede una cultura delle differenze, fisiologicamente etica: la musica come apertura alla vita, come processo di generazione perpetua di onde sonore che si spargono nell'universo, e che possiede anche la disciplina, cosa assolutamente fuori moda e essenziale per capire e entrare nell’universo frìppiano. Un cosmo musicale, una filosofia dei suono‑logos che fa continuamente spazio a se stesso, che scompare come frequenza fisica stratificandosi, però, nella mente quale oggetto di meditazione: non è semplicemente un approccio stilistico o una metodologia compositiva, bensì un processo‑azione che genera musica. Che l'attività del chitarrista compositore rimanga vivace, ed esista, lo si può riscontrare con una visita al sito http://www.dgmlive.com/ ed una scorsa al ricchissimo archivio musicale di materiali inediti e di concerti nelle più svariate formazioni. Nel tempo i suoi Frippertronics si sono evoluti nei Soundscapes, definiti dallo stesso Fripp: «Le performance chiamate "Soundscape fanno parte di una serie che ha lo scopo di trovare nuovi modi in cui intelligenza e musica, definizione e scoperta, cortesia e reciprocità possano pervadere un' esibizione musicale da parte sia del musicista che dell' audience. Sono performance che continuano ad evolversi, a sorprendere, ad eccitare, ad educare . sono vere sin dal momente in cui vengono alla luce». Alla base di questo progetto è sempre l’ improvvisazione, Fripp genera con la sua chitarra delle strutture musicali improvvisate e fortemente governate dal tempo, dal luogo, dal pubblico e dalla risposta del performer a tutti questi elementi, prendendo la forma di lunghi pezzi meditativi costruiti tramite una graduale aggiunta di note, dalla durata variabile tra i dieci minuti e la mezz' ora.
Video: Robert Fripp - Frippertronics, Interview
Empedocle70
parte prima parte seconda
4 commenti:
Splendidi esempi di frippertronics me li ritrovo in "The First Day" (1993), un album che esplora in forma più organica una collaborazione fra Fripp e David Sylvian iniziata nel 1986.
Ciao, complimenti per questi post, molto tecnici.
Bellissimo quel disco! All'epoca si era addirittura parlato dell'entrata di Sylvian nei King Crimson! E che dire del lavoro di Fripp su Gone to Earth dello stesso Sylvian e nella trilogia berlinese di un certo David Bowie? :-D
Un capolavoro, "Gone To Earth", mi riferivo proprio a quello! Ho la riedizione in confezione cartonata del 2003, con tutti gli strumentali che originariamente erano stati editi solo in Giappone. E con Bowie, il buon Fripp ha dato vita ad altri mirabolanti effetti... me lo ritrovo anche nel secondo album solista di Peter Gabriel (1978), un disco prodotto dallo stesso Fripp, però è un lavoro molto meno riuscito. Ciao!
e in innumerevoli altri dischi! Fripp ha suonato persino con i Future Sound of London in ISDN e con gli Orb! Un personaggio decisamente onnivoro, azz... ti invidio quell'edizione di Gone to heart mi era sfuggita per poco, all'epoca :)
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