Un fantasma si
aggira da tempo nel mondo della chitarra: il fantasma della chitarra
fretless. Se tecnicamente la chitarra fretless è uno strumento
(elettrico o acustico) privo dei frets, delle barrette metalliche che
delimitano il campo dei toni sulla tastiera della chitarra, che ne
delimitano cioè i rapporti costanti. Mentre il violino e gli altri
strumenti ad arco sono da sempre fretless (eccezion fatta per
la famiglia della viola da gamba), di altri strumenti esiste tanto la
versione normale che quella senza tasti (tipicamente il basso
elettrico e in minor misura la chitarra elettrica). Dietro questa
apparentemente semplice definizione tecnica si nasconde tuttavia un
micromondo chitarristico quanto mai complesso e variegato. Suonare
una chitarra fretless comporta non solo il bisogno di una precisione
millimetrica per trovare l’esatta intonazione sulla tastiera, ma
anche un uso diverso delle diteggiature (meglio evitare il contrasto
con le corde a vuoto e una concezione radicalmente diversa del suono.
Nel corso degli ultimi anni si sta assistendo a un numero crescente
di professionisti che si stanno incuriosendo e affacciando a questo
nuovo mondo. Un mondo che da qualche anno si raccoglie in diversi
festival sparsi per il mondo e su internet sul sito www.unfretted.com
e che è popolato da chitarristi che operano in ambiti quanto mai
diversi e distanti tra loro: la fretless sembra riscuotere
particolare successo nel campo del metal, della musica etnica, della
musica microtonale e dell’avanguardia, con passaggi in ambito
ambient e funk.
Il doppio cd
“Village of the Unfretted” si presenta come un autorevole
biglietto da vista per chi vuole iniziare a ascoltare e a capire cosa
bolle in pentola e su cosa può essere interessante continuare a
investigare: due cd per complessivi 35 brani (e 35 chitarristi) che
spaziano in ogni genere musicale dal pop, al metal, al rock alla
musica etnica fino alla più astruse forme atonali e microtonali.
Il rischio che
spesso si affronta nelle raccolte più eterogenee è quello di non
trovare una qualità uniforme ma piuttosto un insieme di alti e
bassi, non è il caso del Village of the Unfretted dove i suoi
abitanti si danno tutti un gran da fare per presentare al meglio le
proprie abilità e talenti. Il risultato è una compilation
interessante, estremamente varia e soprattutto valida. Se avete
qualche curiosità nei confronti della chitarra fretless questo è un
ottimo punto di partenza.
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