Dell’aspetto “immersivo” della musica aveva parlato approfonditamente David Toop nel suo bellissimo Ocean of Sound ancora in tempi non sospetti (metà anni ’90) prendendo come fonte di aspirazione l’ambient di Brian Eno e la fourth world music di John Hassell.
Impossibile non ripensare a quei concetti ascoltando questo disco del trio Sorrentino/Telandro/Sigurtà ovvero Sergio Sorrentino alla chitarra, Simone Telandro alla tromba e Luca Sigurtà elettronica e suoni vari.
Le prime note della tromba di Simone Telandro rimandano immediatamente a quel suono riverberato, pacato e disteso tipico proprio di John Hassell e di Markus Stockahusen che chi ha frequentato le uscite discografiche della ECM negli anni ’70 - 80 conosce ormai bene e che è diventato un marchio di fabbrica che rimanda a una musica di atmosfera suadente, melanconica e rilassante.
La ricerca di un timbro particolare sembra essere la chiave di lettura di questo disco di improvvisazioni che esce ancora una volta con la italiana Setola di Maiale. Particolare è il timbro della tromba che suona e vola su un mare di suoni atonali e percussivi generati da Luca Sigurtà, un tappeto sul quale si incrocia e duetta con la chitarra di Sergio Sorrentino.
Il mix che si ottiene è davvero interessante, date le caratteristiche dello strumento a fiato la chitarra ricopre un ruolo più percussivo, suonando frasi più veloci e autoconclusive, generando una sorta di “call and response” con la tromba. Sembra di tornare indietro con la memoria a un disco come “City of Eyes”, ma con alla base nuove forme di elettronica. Bello sentire che le buone idee del passato non sono state dimenticate e che anzi vengono riproposte in una veste nuova, innovativa. Bello davvero bello. Lasciatevi ammaliare, immergetevi nel suono. Un punto in più per la resa sonora del disco.
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