lunedì 21 dicembre 2009

Recensione di Die Donnergötter di Rhys Chatham, Dossier Records, 1988

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“For an art music audience, both 'Guitar Trio' and 'Drastic Classicism' were vigorous new strains of overtone-based minimalism, lyrical in content and structurally austere, which synthesized two different musics to arrive at a striking new form (…) what the musicians in my ensemble were hearing as a kind of viscous, gelatinous sphere of shimmering overtones, the rock community heard as an ear shattering wall-of-sound (…) Everyone heard the pieces in a different way.” Rhys Chatham


Rhys Chatham proviene dalla stessa scuola di composizione di Glenn Branca, entrambi hanno in comune il riuscito tentativo di far sposare la cosiddetta 'musica d'arte' del ventesimo secolo americanamente nota come Minimalismo con il mondo della chitarra rock thrash. Per le mie orecchie si tratta di un eroico tentativo di ottenere una musica che fa appello al desiderio della mente di fondersi con la musica che si rivolge al corpo, magari riprendendo la definizione di ‘music for mind and pants’ tipica di quel gruppo geniale che furono i Neu!
Il primo brano di questo disco è la title track 'Die Donnergötter' (provo a tradurlo come Gli Dei del Tuono?), composta tra il 1984-86 per un ensemble di sei chitarre elettriche, basso e batteria, espansione al massimo del classico ensemble Rock e condotto da Chatham stesso. Ora, nel caso cominciate a pensare che questa musica valga per suono secco, cerebrale e muto, una parodia rock intellettualmente diluita .. vi sbagliate di grosso! Chatham non è un barboso accademico che si compiace di giocare con la plastica, bensì un appassionato radicale che ha elaborato una sua personale visione sonora in grado sia di scuotere, di divertire ma anche di sopportare una seria analisi e la fusione con le idee intellettuali senza perdere la sua viscerale missione: far muovere il corpo.

Il brano inizia con un singolo pesante accordo ribattuto come nei brani dei Sonic Youth, chitarre pesanti, tamburi e piatti crashing all around per farvi sentire come se aveste camminato in una stanza dopo passaggio di un mostruoso riff da canzone heavy rock. Si ferma, ricomincia lentamente e accelera fino a diventare un riferimento Düsseldorfer motorik: questo è rock per ballare con un gran sorrisone stampato sulla sua faccia.

Il riferimento di cui sopra ai Neu! non è solo opportuno ma necessario. Provate a ascoltare il primo disco dei Neu! con il suono espanso e multi-layered delle chitarre e la ritmica precisa, battent e incalzante.., bene, qui il gioco va oltre e si fa anche più massiccio grazie al suono e ai drones generati da sei chitarre elettriche in linea.
Per qualcuno questa musica potrebbe suonare come “eterea” o quasi esoterica, ma Chatham ha fatto in modo di generare uno sviluppo coerente e piacevole caratterizzato dalla particolare attenzione e importanza a il suo contenuto melodico. In un certo senso ‘Die Donnergötter’ è il cugino (un po’ teppista) di 'Electric Counterpoint' di Steve Reich, non molto pulito, anzi un pochino grezzo rispetto agli intellettuali minimalisti, ma molto più ammiccante e simpatico.
Le altre tracce sono ‘Waterloo, No.2’ (1986), realizzata per fiati e percussioni, una marcetta quasi militare dove la chitarra è decisamente assente e che testimonia i primi tentativi di Chatham di uscire da un certo clichè chitaristico, il massiccio e ormai storico Guitar Trio, su cui non mi soffermo vista la successiva recensione, e Drastic Classicism del 1982, per quattro chitarre elettriche e batteria, uno dei pezzi (assieme a quelli di gente come DNA e Teenage Jesus And The Jerks) che ispirò il movimento del “noise rock” di New York (noto anche come No Wave).
Un disco consigliatissimo, originale, sempre fresco e divertente, se avete deciso di conoscere meglio il Signor Chatham .. potete cominciare ascoltando (e comprando) questo cd.



Empedocle70

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