martedì 8 dicembre 2009

Intervista a Marco Maguolo parte prima



Caro Marco, raccontaci un po’ come è iniziata la tua attività e quando hai deciso che avresti fatto il liutaio…



Ho deciso che avrei fatto questo mestiere nel momento in cui ho comprato per la prima volta i legni con cui avrei costruito la mia prima chitarra. Come spesso accade ci si rende conto delle proprie scelte dopo alcuni anni, quando riesci ad unire tutti i punti di un percorso ed a trovare le ragioni che ti hanno portato a ciò che sei e che sei stato. Per me è stato così, è successo. Vuoi l'istinto, il caso, la preddisposizione, ma anche la consapevolzza di non essere un Musicista ma di essere intimamente un artigiano, per forma mentis e per natura, unendo la musica all'artigianato il risultato è la liuteria. Ho comprato i legni e mi sono costruito la prima chitarra con l'aiuto del libro di Mario Garrone. Nel frattempo ho sempre lavorato e studiato chitarra, ma la cosa strana è che non ho mai avuto l'impressione che la liuteria fosse per me un hobby ma un ulteriore studio che poi mi avrebbe portato al mio lavoro. Sono stato fortunato. Soprattutto di incontrare Mario Novelli e gli insegnanti di chitarra che mi hanno incoraggiato a continuare. Devo ringraziare i Maestri Tommaso De Nardis, Giorgio Baratella, Dario Zennaro e Mauro Zanatta, se non fosse per loro probabilmente non avrei continuato.

Che differenza c’è tra le tue prime chitarre e quelle ultime uscite riprese nelle foto e nei video?



Come in ogni percorso di formazione e lavorativo le persone vivono dei cambiamenti, il risultato del lavoro non è da meno. Se facciamo un paragone con la musica è scontato che un musicista affronta i brani in modo diverso da giovane o da maturo. Per il liutaio il discorso non cambia. Io mi sento ancora in fase di sviluppo, anche se da un anno a questa parte devo dire che sono arrivato ad un proggetto che mi convince sia dal punto di vista musicale che estetico. Sono molto severo con i miei primi strumenti, in passato facevo delle scelte estetiche che ora non metterei più in pratica, ad esempio fino e due anni fa utilizzavo il paduko per la filettatura, quando rivedo quelle chitarre le trovo molto pesanti e poco eleganti, adesso uso l'ebano ed il paduko fornisce solo dei dettagli. Oltre agli aspetti estetici ho lavorato anche sulle questioni strutturali, diciamo architettoniche, dello strumento ed a quelle acustiche legate agli spessori ed all'incatenatura. Mi aiuta il fatto di produrre cinque strumenti in parallelo che completo ogni 3-4 mesi circa. La possibilità di apportare le modifiche su cinque strumenti ti consente di verificare su più casi se funziona, la poca distanza tra una produzione e l'altra ti permette di avere una memoria più fresca su quello che hai fatto prima, per poterlo confrontare con il presente.

Con quali materiali preferisci lavorare?




Adoro lavorare il manico in cedrella. Mi piace sentire ll suono del pialletto, delle sgorbie, degli scalpelli che scivolano dentro il materiale. Mi piace la consistenza e la lavorabilità, la sua uniformità a volte si lascia scappare qualche venatura capricciosa, ma questo lo rende meno noioso e sempre interessante.

Quanto riesci a soddisfare le richieste dei tuoi clienti? Mi spiego meglio facendoti un esempio banale .. se ti chiedo una chitarra classica con sette corde, a spalla mancante, diapason 66 cm .. magari amplificata .. ci sono problemi?



In passato ho fatto strumenti sperimentali, tra cui una otto corde amplificata con spalla mancante. Fortunatamente non me ne hanno più chieste. Se capitasse probabilmente accetterei, tutto sommato non fa male andare fuori dalla routine ogni tanto, e poi il lavoro è lavoro, a meno che uno non mi faccia una richiesta folle, perchè non andare in contro al cliente?

In quanto tempo evadi un ordine per uno strumento? Quali sono i tuoi tempi di attesa?


Attualmente ho una lista d'attesa di un anno-un anno e mezzo. Dipende molto dai restauri che mi arrivano, questo è un servizio che bisogna fare ai musicisti. Ovviamente questi lavori hanno la priorità in quanto devi cercare di restituire la chitarra il prima possibile trascurando la produzione.




continua domani...

1 commento:

chitarra elettrica ha detto...

ti faccio i miei complimenti, la tua è un'arte rara e da preservare. Aspetto la seconda parte dell'intervista. Buona serata