lunedì 19 agosto 2013

Recensione di Jesce Sole La canzone popolare napoletana di Valentina Mastrangelo e Francesco Langone, guitart 2013



Credo che la canzone popolare napoletana rappresenti un “curioso oggetto stilistico” o, meglio, sia un buon esempio di quel che si può definire un’occasione culturale storica mancata.
Diversamente da altri generi popolari strettamente legati a una particolare cultura o ambito geografico (il blues del delta del Mississippi, il jazz di New Orleans …) la canzone partenopea non è, a mio modesto parere, riuscita a trasmettere in maniera coerente le sue caratteristiche essenziali senza a”annacquarle” in una palude pseudo-pop di scarsa rilevanza artistica. Se cioè il blues è riuscito a rinnovarsi continuamente proponendo sempre interpreti di grande levatura tecnica e stilistica che ne portano avanti la tradizione (documentata ormai in modo eccellente) alla canzone napoletana sono mancati volti e voci nuove in grado di salire sulle spalle dei giganti del passato (vedi Roberto Murolo) e proseguire un percorso artistico che vanta una longevità semplicemente impressionante. Negli anni ’60 e ’70 ci avevano provato Pino Daniele e James Senese ma ormai tutto è stato sommerso dalla piatta marea dei cantanti neomelodici che hanno annacquato e banalizzato questo patrimonio. Insomma non ci si può dispiacere se uno, dopo essersi imbattuto in Nino D’Angelo,  Anna Tatangelo, Mario Merola  e Gigi D’Alessio decida di cambiare ascolti e non si può sempre evocare Renzo Arbore per recare di riparare certi guasti nefasti.
Questo disco, “Jesce sole”, compie un percorso radicalmente diverso da quello evidenziato prima. Parte dalle origini, dal brano omonimo composto nel secolo XIII, fino ad arrivare al “Te voglio bene assaje” di Sacco e Campanella del 1839, tracciando un ideale percorso evolutivo di questo genere musicale e mostrandone le influenze e gli scambi con la musica classica in particolare attraverso i brani “La serenata di Pulcinella” di Domenico Cimarosa e la “Canzone marinara” di Gaetano Doninzetti. Gli interpreti, Valentina Mastrangelo (soprano) e Francesco Langone (chitarra) creano un ponte ideale tra la tradizione popolare e il virtuosismo e la sensibilità di chi ha un curriculum di studi classici, ottenendo il meglio dagli arrangiamenti originali di Pino Racioppi. Forse non tutto è perduto. C’è un patrimonio ricchissimo da approfondire, studiare e recuperare a disposizione di un pubblico di proporzioni vastissime. La canzone popolare napoletana è una delle nostre tradizioni musicali più conosciute all’estero sarebbe davvero ora farla conoscere con una vesta nuova che ne metta in risalto le grandi doti melodiche e passionali.

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