Nessuno -ho notato- ha chiesto chi sia il misterioso Fauvel, autore di due interventi a commento della mia poesia dal titolo 'Come affogare in un bicchier d'acqua' (vedi blog relativo).
Ora io, lo confesso, se non sapessi chi è Fauvel, non ci dormirei la notte! Comunque sarò magnanimo: ve lo dirò, anche se voi dormite lo stesso. Fauvel è il protagonista di un poema allegorico, il 'Roman de Fauvel', appunto, di tale Gervais de Bus, gentiluomo di corte francese, degli inizi del XIV secolo. Il nome è formato dall'acrostico dei termini che indicano, in francese, i vizi: Flaterie, Avarice, Uilanie, Varieté, Envie, Lascheté. Già dal titolo si intuisce l'intento satirico dell'opera, rivolto in parte a certi personaggi politici dell'epoca, ma soprattutto agli ordini religiosi domenicani e francescani. Oggi, in piena epoca neo-medievale, sotto pontificato teutonico, certe cose potrebbero sembrare di nuovo tragicamente (o comicamente) attuali, ma lasciamo perdere, questo discorso ci porterebbe fuori strada..
Mi fermo qui, poiché il personaggio che si nasconde sotto tale pseudonimo vuole mantenersi rigorosamente nell'ombra (è troppo conosciuto in società, e teme feroci rappresaglie se colto in flagranza di reato: in certi ambienti è molto pericoloso abbandonarsi al gusto della parodia e dei giochi di parole, soprattutto se con intenti satirici nei confronti dei.. potenti). Per questo motivo, per confondere vieppiù le acque, pur essendo italianissimo e scrivendo nella lingua di Dante, ha scelto uno pseudonimo di ascendenza francese: quando si dice l'astuzia!
Ora a lui lascio volentieri la cura di questa rubrichetta 'letteraria' su 'Chitarra e dintorni', avvertendo però che continuerò a postare io i suoi interventi, onde evitare che si possa risalire al suo nome e cognome vero: se i messaggi partissero direttamente dal suo computer, infatti, c'è questo timore (il nemico ha occhi e orecchi dappertutto!).
A breve la prima puntata...
Fausto Bottai
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