Ascoltare la musica di Mississippi John Hurt equivale a fare un triplo salto con l’immaginazione, John Hurt, nato nel 1892 e vissuto praticamente sempre ad Avalon, sulle sponde del grande fiume americano, suona un blues arcaico, rurale, un folk blues acustico, profondamente radicato nella natura, nella società e nelle trazione del Delta Blues agricolo. Ascoltarlo mette i brividi, sembra uscito dalla camera del tempo, questo suono così semplice, pacato, la voce non impostata, gentile, che racconta le difficoltà, le miserie, gli amori e le gioie della vita quotidiana.
Negli anni ’20 fece alcune registrazioni di pre-war folk a Memphis e a New York, per poi scompaire, inghiottito dalla crisi della grande depressione. Venne riscoperto da uno di quegli incredibili amanti e collezionisti del blues nel 1963, lui si chiamava TomHoskins, lo ritrovò, dice la leggenda nell’aia di casa sua che suonava le sue canzoni di sempre per se e gli amici dopo il lavoro nei campi. E fu così che in breve Mississippi John Hurt si ritrovò a suonare nei vari festival dedicati al blues acustico che erano rifioriti grazie all’interesse e all’amore per questa musica da parte di gente come Alan Lomax, John Faheye e Peter Seeger.
Lui rimase la persona di sempre, con quell’aria placida e sicura che ha nella bellissima foto della copertina di questa ristampa in cd data 1987, quell’aspetto provato dal lavoro e dalla vita che hanno ancora i vecchi contadini che si incontrano dalle mie parti sulle rive del Po.
La sua musica è splendida, la sua chitarra è una maestria di walking bass e melodia pura, le sue canzoni immortalano una vita semplice e dura, di poche soddisfazioni e di incerta quotidianità .. ed è forse questo che le rendono a distanza di tanti anni da quando sono state suonate ancora immortali, immediate, meravigliose da suonare e ascoltare, immaginandosi di essere seduti con la chitarra fuori all’aperto in una calda serata estiva su una sedia a dondolo mentre attorno il mondo impazzisce e le cicale finiscono di cantare sostituite dai grilli …. grazie ancora Mississippi John Hurt!
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