Mi comunica un certo
senso di intimità questo Corde Alterne, sarà il carattere gentile
delle corde di nylon di Roberto Gemo o la timbrica calda e pastosa
del fretless di Alessandro Fedrigo o anche solo il tempo autunnale,
ma questo disco e queste musiche trasmettono un senso di gentile
calda intimità.
E’ probabile che
sia una sensazione solo mia perché ascoltando con meno emotività
rimango comunque coinvolto da altri aspetti: questo è un lavoro
stilisticamente molto vario e caratterizzato da equilibri ben dosati
e centellinati che si muovono tra i contrasti tra le corde acustiche
e quelle elettriche, una calda melodia sempre presente a cui vengono
spesso contrapposti aspri suoni elettrici e un certo caos legato a
forme di libera improvvisazione. Non si nota molto l’assenza delle
percussioni: i suoni effettati e la ritmica della chitarra di Roberto
Gemo e gli slap del basso di Alessandro Fedrigo coprono
abbondantemente questa mancanza senza tuttavia vincolare i due
musicisti a dei ruoli predefiniti, ruoli che credo risulterebbero
stretti a delle persone così versatili.
Il risultato è un
disco piacevolissimo, intenso e maturo dove ci si può sbizzarrire a
cercare e a cogliere tutte le diverse influenze musicali (classica,
folk-rock, finger style, jazz, avangarde) che lo attraversano.
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