mercoledì 23 gennaio 2008

La Gran Bretagna dice addio ad CD?

Il 2008 potrebbe essere l’anno del tramonto nella breve vita del cd: lo pensano gli esperti britannici, prendendo in considerazione una serie di elementi che sembrano indicare che il requiem di questo supporto che soppiantò il vinile sia vicino. Tra questi il crollo delle vendite, la perdurante crisi dell’intera industria discografica (vedi in particolare il caso Emi, dove il capo della major in Gb e Irlanda Tony Wadsworth si è dimesso oggi), e la proposta di legge britannica che intende legalizzare la copiatura dei compact sul proprio computer. Secondo la Bpi, organizzazione che rappresenta l’industria discografica britannica, le vendite di album sono precipitate in un anno del 10,8% (16 milioni di copie in meno, tradotto in numeri). Se a queste vendite vengono sottratte le compilation e le colonne sonore (bestseller la compilation Now that's what I call music numero 68, e la colonna sonora di High School Musical) il crollo arriva addirittura al 14,3%. Nel 2006, il calo era stato del 5% rispetto al 2005. Unico motivo di consolazione: le cose vanno meglio che negli anni Novanta, quando in Gb si toccò il fondo delle vendite. E la colpa, stavolta, non può nemmeno essere data tutta agli artisti, com'è avvenuto in passato: il 2007 è stato infatti un anno di successo per numerosi artisti d’oltremanica, come Amy Winehouse e Leona Lewis, che insieme hanno venduto ben quattro milioni di album. Accanto a loro però le novità travolgenti sono state comunque poche. La crisi del cd – e del formato album, in generale – è da imputare, come riconosciuto da tutti, alla musica digitale. Coloro che usano questo sistema preferiscono infatti comprare e scaricare singoli brani, spesso dai telefonini, piuttosto che interi album. Non a caso, il mercato di quelli che una volta erano i 45 giri ha segnato nel 2007 il terzo anno record nella sua storia. Questo fa dire a Geoff Taylor, direttore generale della Bpi: «Il mercato britannico rimane forte, a livello internazionale e il tasso di crescita delle vendite digitali è incoraggiante. La musica, in tutte le sue forme è più popolare che mai, e il settore della musica registrata ne beneficerà quando il mercato online arriverà a maturità». Ma l’industria discografica farebbe bene a non contare troppo su futuri incassi online: il settore è infatti in rapida evoluzione, e la musica gratuita (già goduta, anche se illegalmente, da quanti si scambiano i file online) si fa largo. Prima, i Radiohead hanno messo in vendita l’ultimo album a offerta libera; e ora Tasmin Little, celebre violinista classica britannica, ha annunciato che intende mettere online le sue nuove performance registrate assolutamente gratis. «Per rimuovere ogni barriera all’ascolto della musica classica, che non è solo per chi ha una certa cultura, ha la pelle di un certo colore, o vive in un certo posto», ha detto.

Empedocle70

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