Nel basket li chiamano all around: sono quei giocatori che sanno far tutto e bene in qualunque situazione e ruolo ricoprono. Hanno la soluzione giusta sempre pronta, il guizzo creativo, sangue freddo e talento fuori dalla norma, anche se a vederli muoversi in campo, a una prima impressione, a causa di una innata discrezione e antidivismo è difficile riconoscere loro queste capacità.
Emanuele Forni dimostra in questo disco, il sedicesimo volume della collana Guitar Collection per la Stradivarius, di essere un vero all around in grado di muoversi con tranquilla disinvoltura e eclettismo tra partiture e strumentazioni diverse e eterogenee. Il disco è un vero e proprio zibaldone di chitarra contemporanea, si passa in scioltezza dall’elettronica di Ulrich kieger al minimalismo di Steve Reich, dal tardo modernismo di Hosokawa e Kurtag al neo romanticismo di Takemitsu dall’isolazionismo di Hugues Dufourt all’ambient di Eve Beglarian al quasi teatro di Aperghis, tutti brani che coprono un arco temporale di neanche trent’anni, alcuni addirittura in world premiere e mai registrati prima.
Ceci n’est pas une guitare può risultare ostico e difficile al primo ascolto, ma proseguendo dimostra una freschezza e una modernità sorprendenti. C’è profumo di rizomi e sono sicuro che le musiche sarebbero piaciute al filosofo Gilles Deleuze, il libretto che accompagna il disco (sempre in perfetto stile Stradivarius) è poi di grande aiuto per inquadrare i brani e introdurre l’ascoltatore alle idee dei compositori. Questo disco stupisce, prima per l’abilità del musicista dimostra nel muoversi in scenari musicali così diversi tra loro e in secondo luogo per l’idea di suono sottostante. E’ il suono che colpisce, un suono obliquo, trasversale, policromo, dalle infinite possibilità che rimanda ad altri ascolti: a Brian Eno, a Robert Fripp a un idea più generale di soundscape, di ampi plateux sonori.
Un gran bel disco che cresce a ogni ascolto.
Emanuele Forni dimostra in questo disco, il sedicesimo volume della collana Guitar Collection per la Stradivarius, di essere un vero all around in grado di muoversi con tranquilla disinvoltura e eclettismo tra partiture e strumentazioni diverse e eterogenee. Il disco è un vero e proprio zibaldone di chitarra contemporanea, si passa in scioltezza dall’elettronica di Ulrich kieger al minimalismo di Steve Reich, dal tardo modernismo di Hosokawa e Kurtag al neo romanticismo di Takemitsu dall’isolazionismo di Hugues Dufourt all’ambient di Eve Beglarian al quasi teatro di Aperghis, tutti brani che coprono un arco temporale di neanche trent’anni, alcuni addirittura in world premiere e mai registrati prima.
Ceci n’est pas une guitare può risultare ostico e difficile al primo ascolto, ma proseguendo dimostra una freschezza e una modernità sorprendenti. C’è profumo di rizomi e sono sicuro che le musiche sarebbero piaciute al filosofo Gilles Deleuze, il libretto che accompagna il disco (sempre in perfetto stile Stradivarius) è poi di grande aiuto per inquadrare i brani e introdurre l’ascoltatore alle idee dei compositori. Questo disco stupisce, prima per l’abilità del musicista dimostra nel muoversi in scenari musicali così diversi tra loro e in secondo luogo per l’idea di suono sottostante. E’ il suono che colpisce, un suono obliquo, trasversale, policromo, dalle infinite possibilità che rimanda ad altri ascolti: a Brian Eno, a Robert Fripp a un idea più generale di soundscape, di ampi plateux sonori.
Un gran bel disco che cresce a ogni ascolto.
Elenco dei brani:
01. U. Krieger - Histoire de l’oeil (2007);
02.-04. G. Kurtag - A kis csava (1978);
05. S. Reich - Nagoya guitars (1995);
06.-08. T. Hosokawa - Renka I (1986);
09. G. Aperghis - Conversation XX (1985-2007);
10. H. Dufourt - La cite des saules (1997);
11.-13. T. Takemitsu - Toward the sea (1981);
14. E. Beglarian - Until it blazes (2001).
Musicisti: Emanuele Forni (chitarre: Masaru Kohno, Fender Stratocaster, Ibanez). Andreas Pfiffner (electronics, MaaxMSP Programmer); Simon Rothlisberger (trombone); Angela Tschanz (piccolo); Tatiana Durisova (flauto alto); Noe Ito (voce).
Empedocle70
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