mercoledì 2 luglio 2008

Speciale Cataldo Perri: intervista di Esposito Titty parte prima

Esposito Titty: Cataldo Perri rappresenta indubbiamente una figura emblematica nell’ambito della musica popolare. Ad essa sei approdato come autodidatta dopo molteplici esperienze anche in altri settori musicali ed in particolare, nei primi anni di attività, in quello della musica leggera.
Quali tappe hanno veramente segnato il tuo cammino di artista?


Cataldo Perri: Gli studi universitari a Perugia, negli anni settanta, mi hanno messo in contatto con persone provenienti da tutte le parti del mondo. Erano gli anni dell’impegno politico e delle ideologie esasperate. La musica popolare del sud Italia aveva un carisma ed una carica dirompente, molto in stile con le idee rivoluzionarie di allora, e poi rappresentava le mie radici. Sulle scalette del Duomo ogni studente suonava la musica della propria terra : spagnoli, americani, africani, ma alla fine di ogni concerto c’eravamo noi del sud con le nostre ubriacanti tarantelle.
Al di là della razza o della religione, la tarantella era il forte elemento socializzante. Erano gli anni di gruppi storici come la nuova Compagnia di Canto Popolare, Eugenio Bennato e Musica Nova e dietro tutto questo c’era lo straordinario e raffinato lavoro del grande maestro Roberto De Simone. Erano gli anni della Gatta Cenerentola e c’era tanto orgoglio nel fare la “nostra musica”.
Direi, perciò, che la tappa che più di tutte ha segnato il mio percorso artistico è stata senz’altro la musica polare degli anni settanta.


T: Cos’è per te la Musica e cosa vuol dire “fare Musica”?

C: Finiti gli studi universitari decisi di tornare per una scelta politico-sociale nel mio paese in Calabria.
Arrivai alle tre di notte in pieno inverno. Alla stazione cinque cani randagi, un vento forte , la mia valigia e io, emigrante di ritorno, con un nodo alla gola … Avevo lasciato Perugia , i miei compagni di viaggio, la crescita culturale, il confronto col mondo.
Per fortuna avevo la mia chitarra , avevo riportato con me la mia anima , la mia finestra sulle emozioni, la mia salvezza contro la frustrazione e la depressione di un piccolo paese del sud.
La musica è diventata da allora la mia felice ossessione, la mia energia , la mia terapia, uno strumento formidabile per guardarmi dentro e volare sopra tutto e tutti.
Le prime cose le avevo scritte quando adolescente suonavo con un gruppo di musica leggera , avevo 16 anni, e questi miei primi tentativi creativi riescono ancora ad emozionarmi e ad intenerirmi.
Comunque, dopo il ritorno a casa da laureato comprai una chitarra battente e cominciai a scrivere ispirandomi alla storia , all’identità della mia terra. Poi “Laura e il sultano”, squarcio musical-teatrale sulle vicende di una ragazza cariatese rapita dai turchi nel 1500, e successivamente Bastimenti, ispirato all’altro grande tema iscritto nei cromosomi della storia del sud: l’emigrazione nelle Americhe.
In definitiva fare musica per me è anche e soprattutto un modo per parlare e raccontare la nostra identità.

T: E la musica di tradizione?

C: E’ un patrimonio di incommensurabile valore che andrebbe tutelato dalle istituzioni a tutti i livelli perché in un brano di musica etnica è racchiusa la storia di un popolo. Bisognerebbe perciò studiarla a scuola e nei conservatori ed insegnare gli strumenti in via di estinzione come la chitarra battente , la lira calabra, la zampogna…
La tarantella deve diventare per il sud Italia quello che il tango è per l’Argentina ed il flamenco per la Spagna, avere la stessa dignità.
Io ho dato al mio comune, in virtù della sua tradizione musicale, l’appellativo di “Città della tarantella
”.

T: Negli ultimi anni sembra che la musica popolare stia cominciando a farsi conoscere ed apprezzare anche da un pubblico più vasto: E’ moda o….

C: Per fortuna comincia a diventare di moda , finalmente l’Italia si accorge di questo fenomeno dopo anni dominati da musica oscena –commerciale, costruita a tavolino per farne un prodotto quasi da supermercato. E’ fondamentale ora mantenere un alto profilo di qualità per evitare che le varie rassegne si banalizzino con pericolosi folklorismi .
L’altro dato importante è che la musica etnica sta creando un turismo mirato, vedi Melpignano, il salento e l’esempio della pizzica
.

Mp3 Tarantella di Cariatii
http://www.4shared.com/file/53161668/885e84ea/1_tarantelladicariatii.html

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