“Una delle forze d’espressione della musica è la potenza di evocazione del passato, questa capacità di sondare gli strati più arcaici della psiche e disvelarli a noi contemporanei”. (Hugues Dufourt)
Nato nel 1943 a Lione, Dufourt studia filosofia, composizione ed elettroacustica a Ginevra. Nella sua carriera raggiunge importantissimi traguardi, ricevendo i maggiori riconoscimenti in Francia, in Germania e negli Stati Uniti. La molteplicità dell’attività intellettuale di Dufourt, non solo compositore affascinante e inconfondibile, è impressionante. Filosofo, saggista e teorico, ha scritto numerosi libri di analisi dell’evoluzione musicale, filtrata attraverso la storia della società. Con la pittura, instaura un rapporto fecondo. Alcune celebri tele di Tiepolo, Giorgione, Rembrandt, Bruegel, Poussin e altri accendono la sua fantasia e suggeriscono trame compositive, ma la sua musica non è pittoresca descrizione, non evoca le forme e le figure, ma la luce, la prospettiva e il colore attraverso il tempo.
Il Festival di Milano Musica 2010 presenterà, in sei concerti, le più significative composizioni del maestro francese, da Erewhon del 1972 per 150 strumenti a percussione, eseguito da Les Percussions de Strasbourg, a Le Cyprès blanc per viola e orchestra del 2004, in prima esecuzione italiana, con la Filarmonica della Scala diretta da Frédéric Chaslin e la viola di Gérard Caussé al Teatro alla Scala. Attraverso un arco creativo di trent’anni si seguirà la trasformazione dello stile di Dufourt, dalla violenta verticalità di Antiphysis alle distese sconfinate sempre più cariche di tensione di L’Afrique d’après Tiepolo. All’apice si pone Saturne per 22 strumenti ed un complesso apparato elettronico, opera emblematica sul tempo pervasa di malinconia che immerge l’uditore in un’esperienza profonda della durata. Ogni programma dedicato a Dufourt comprende inoltre opere di compositori della scuola spettrale, quali Grisey, Murail e Levinas, accanto a tre prime esecuzioni assolute di Pisati, Perezzani e Bulfon, commissioni di Milano Musica.
Accanto al Festival Dufourt ci saranno quattro concerti dedicati ai “Percorsi di musica d’oggi 2010”: il celebre Quintetto Bibiena presenterà opere di Ligeti, Francesconi, Berio, oltre ai giovani Cassinelli e Corrado; ritornerà a Milano Musica lo Scharoun Ensemble dei Berliner Philharmoniker con due straordinari programmi: due prime esecuzioni commissionate da Milano Musica ad Ambrosini e a Cappelli, accostate a un bellissimo ciclo per voce e strumenti di Mosca e alla riproposta di Scene da un romanzo di Kurtág; il giorno successivo, con protagonista Fanny Ardant, verrà rappresentato il capolavoro di Michael Jarrell Cassandre, monodramma per recitante, ensemble ed elettronica su testo di Christa Wolf, un violento melologo contro la guerra e sulla condizione femminile. Il concerto sarà dedicato ad Amnesty International.
Conclude il Festival, il 7 novembre al Teatro alla Scala, la prima esecuzione a Milano di una novità di Wolfgang Rihm per un insolito organico: quattro archi (Quartetto Arditti) e quattro voci (Hilliard Ensemble) accanto a musiche rinascimentali a cappella.
Un nutrito numero di “approfondimenti e variazioni”, a ingresso libero, illustreranno i temi del Festival.
Tutti i concerti saranno registrati e trasmessi, come di consueto, da Rai RadioTre
Nato nel 1943 a Lione, Dufourt studia filosofia, composizione ed elettroacustica a Ginevra. Nella sua carriera raggiunge importantissimi traguardi, ricevendo i maggiori riconoscimenti in Francia, in Germania e negli Stati Uniti. La molteplicità dell’attività intellettuale di Dufourt, non solo compositore affascinante e inconfondibile, è impressionante. Filosofo, saggista e teorico, ha scritto numerosi libri di analisi dell’evoluzione musicale, filtrata attraverso la storia della società. Con la pittura, instaura un rapporto fecondo. Alcune celebri tele di Tiepolo, Giorgione, Rembrandt, Bruegel, Poussin e altri accendono la sua fantasia e suggeriscono trame compositive, ma la sua musica non è pittoresca descrizione, non evoca le forme e le figure, ma la luce, la prospettiva e il colore attraverso il tempo.
Il Festival di Milano Musica 2010 presenterà, in sei concerti, le più significative composizioni del maestro francese, da Erewhon del 1972 per 150 strumenti a percussione, eseguito da Les Percussions de Strasbourg, a Le Cyprès blanc per viola e orchestra del 2004, in prima esecuzione italiana, con la Filarmonica della Scala diretta da Frédéric Chaslin e la viola di Gérard Caussé al Teatro alla Scala. Attraverso un arco creativo di trent’anni si seguirà la trasformazione dello stile di Dufourt, dalla violenta verticalità di Antiphysis alle distese sconfinate sempre più cariche di tensione di L’Afrique d’après Tiepolo. All’apice si pone Saturne per 22 strumenti ed un complesso apparato elettronico, opera emblematica sul tempo pervasa di malinconia che immerge l’uditore in un’esperienza profonda della durata. Ogni programma dedicato a Dufourt comprende inoltre opere di compositori della scuola spettrale, quali Grisey, Murail e Levinas, accanto a tre prime esecuzioni assolute di Pisati, Perezzani e Bulfon, commissioni di Milano Musica.
Accanto al Festival Dufourt ci saranno quattro concerti dedicati ai “Percorsi di musica d’oggi 2010”: il celebre Quintetto Bibiena presenterà opere di Ligeti, Francesconi, Berio, oltre ai giovani Cassinelli e Corrado; ritornerà a Milano Musica lo Scharoun Ensemble dei Berliner Philharmoniker con due straordinari programmi: due prime esecuzioni commissionate da Milano Musica ad Ambrosini e a Cappelli, accostate a un bellissimo ciclo per voce e strumenti di Mosca e alla riproposta di Scene da un romanzo di Kurtág; il giorno successivo, con protagonista Fanny Ardant, verrà rappresentato il capolavoro di Michael Jarrell Cassandre, monodramma per recitante, ensemble ed elettronica su testo di Christa Wolf, un violento melologo contro la guerra e sulla condizione femminile. Il concerto sarà dedicato ad Amnesty International.
Conclude il Festival, il 7 novembre al Teatro alla Scala, la prima esecuzione a Milano di una novità di Wolfgang Rihm per un insolito organico: quattro archi (Quartetto Arditti) e quattro voci (Hilliard Ensemble) accanto a musiche rinascimentali a cappella.
Un nutrito numero di “approfondimenti e variazioni”, a ingresso libero, illustreranno i temi del Festival.
Tutti i concerti saranno registrati e trasmessi, come di consueto, da Rai RadioTre
Nessun commento:
Posta un commento