Tutto
è avvenuto con estrema semplicità. A Koblenz, in Germania, ho
incontrato Thomas Offerman, un bravissimo chitarrista che ha
abbandonato l’attività concertistica e che ora si occupa della
distribuzione europea della D’Addario. Conoscendomi di nome e
sapendo quello che era il mio curriculum, mi ha proposto di fare
l’endorser per la nota marca di corde, assicurandomi una ampia
fornitura di corde all’anno.
Dopo
circa due anni mi ha chiesto di fare una video-intervista da
pubblicare sul sito ufficiale, ma purtroppo ci siamo sempre
incrociati di sfuggita (aereoporti, concerti...), così come
l’ultima volta che ci siamo incontrati - se non erro al “Cremona
MondoMusica”. Tornato a casa e visto che era da poco uscito un
nuovo accordatore prodotto dalla Planet Waves, del gruppo D’Addario,
ho fatto un piccolo video di per pubblicizzare il Mini HeadstockTuner, tra l’altro ottimo, lo uso sempre...
Come
vedi la crisi del mercato discografico, con il passaggio dal supporto
digitale al download in mp3 e tutto questo nuovo scenario? Hai aperto
anche tu come me una netlabel, qual è il bilancio?
Io
credo che oramai il grosso delle attività discografiche abbia preso
una direzione da cui non si tornerà indietro.
Spesso
faccio un esempio tratto dalla mia vita privata: ho due figlie, una
di 21 e l’altra di 17 anni. La prima, che mi prendeva in giro
quando ancora ascoltavo gli LP (cosa sono queste “pizze” nere?),
masterizzava le sue playlist sui CD. La seconda ha il suo bell’iPod
e credo non abbia masterizzato più di due o 3 CD in vita sua....
A
distanza di pochissimi anni c’è stata una vera e propria
rivoluzione.
Oggi
ha senso pubblicare un CD solo per poterne avere un ricavo vendendone
ai concerti. La tanto sbandierata “distribuzione internazionale”
nei negozi è defunta già da tempo e la maggior parte di coloro che
ostentano vendite di migliaia di CD, dicono solo falsità ben sapendo
- a proposito di marketing - che è difficile smentirli.
D’altro
canto le numerose piattaforme con cui si possono vendere gli album,
oramai consentono a tutti, con costi quasi inesistenti, di veicolare
le proprie registrazioni ed interpretazioni e di farsi conoscere.
Con
la diffusione della musica liquida, dovuta all’abbassamento dei
prezzi di vendita, anche le case discografiche hanno capito che
questo era un canale molto redditizio per poter distribuire i loro
prodotti.
Per
quanto riguarda la mia WebLabel, è ancora un po’ presto per poter
fare un bilancio, anche tenendo ben presente che è un mercato di
nicchia, ma in cui sono già presenti centinaia di migliaia di album.
Cerco
di dare anche io come te una certa priorità alla musica
contemporanea con album - oltre alla ristampa on-line del bellissimo
CD “Blu” di Arturo a cui tu facevi riferimento - che contengono
prime esecuzioni, come quello del giovane virtuoso A.Mesirca, i due
dedicati alle musiche di A.Franco, ad opera di M.Rivelli ed
E.Brignolo, o il bellissimo “Dedication” che racchiude un po’
l’opera che Piero Bonaguri sta portando avanti, facendo avvicinare
alla chitarra autori contemporanei di diversissima estrazione...
Il
Blog viene letto anche da giovani neodiplomati e diplomandi, che
consigli ti senti di dare a chi, dopo anni di studio, ha deciso di
iniziare la carriera di musicista?
Bella
domanda! Purtroppo è difficile rispondere perché le variabili in
gioco sono tantissime.
Quello
che mi sentirei di dire è di curare bene la propria preparazione,
soprattutto musicale, e leggere moltissima musica, anche non legata
al proprio strumento. Ho visto tanti ottimi strumentisti arrancare
nella propria attività, ma non conosco musicisti con una
preparazione profonda e di spessore che non abbiamo saputo poi
trovare una propria strada che, naturalmente, non deve essere per
forza quella del concertismo e men che meno del solismo. Io stesso ho
avuto e ho poche parentesi solistiche, ho suonato in duo per 22 anni,
da quasi 17 in quartetto, ed ora di nuovo in duo, facendo anche
tantissima musica da camera nelle formazioni più disparate, dal
semplice duo col flauto agli ensemble con strumenti etnici....
Parallelamente
però consiglierei di tenere gli occhi aperti su tutto quello che
riguarda il vivere quotidiano: non finirò mai di ricordarmi quanto
sia stato fortunato ad iniziare ad insegnare in conservatorio molto
presto. Ma questo mi è servito non certo per adagiarmi con uno
stipendio sicuro - come ho visto purtroppo fare a tanti miei colleghi
anche di talento -, ma piuttosto per investire ed avere la serenità
e l’indipendenza economica per poter continuare a studiare con
calma e ad approfondire tutte le problematiche di questa
difficilissima ma bellissima professione...
Consigliaci
cinque dischi per te indispensabili, da avere sempre con te... i
classici cinque dischi per l‘isola deserta... e quali sono invece i
tuoi cinque spartiti indispensabili?
Se
ti riferisci alla chitarra, beh, credo che quello con i Concerti di
Castelnuovo-Tedesco e di Ponce suonati da Segovia e quello col
Nocturnal di Britten e i Drei Tentos di H.Werner Henze suonati da
Bream mi basterebbero, mentre per il resto sono un po’
conservatore... i Quartetti op.18 di Beethoven nell’interpretazione
del Quartetto Italiano, i concerti di Brahms e di Bartók suonati da
Pollini, ma è impossibile scegliere senza lasciare fuori tante
interpretazioni importanti e affascinanti....
Quali
sono i tuoi prossimi progetti? Su cosa stai lavorando? Prevedi di
ristampare qualche tuo disco .. magari con la tua netlabel…
Sto
portando avanti molti progetti e in vari campi. Dal punto di vista
concertistico ho da poco fondato un nuovo quartetto legato al mio
Magazine, il dotGuitar Quartet, con i miei amici e colleghi G.Allocca
e P.Viti e con un mio brillante alunno, M.Tamburrini, col quale ho
già fatto numerosi concerti. Molti di questi hanno avuto come
protagonista la cantante Marina Bruno, interprete raffinata della
melodia colta e popolare napoletana - già protagonista principale
nella “Gatta Cenerentola” di Roberto De Simone - con la quale
dopo aver portato in giro un programma intitolato “SudAmerica”,
stiamo preparando un altro progetto che si intitolerà “Mediterranea”
con arrangiamenti di musiche che vanno dalle villanelle napoletane,
al fado, alla musica nordafricana, balcanica e greca.
Da
poco, dopo la prima esperienza col Concerto di Castelnuovo Tedesco
per due chitarre e orchestra di due anni fa, ho iniziato a suonare
stabilmente col virtuoso napoletano Aniello Desiderio dando vita al
“Virtuoso Duo”. Con lui ho in programma un video, un CD e, per
l’anno prossimo, un tour mondiale.
Per
quanto riguarda l’attività editoriale, oltre agli sviluppi del
Magazine, che l’anno prossimo vedrà ampliata la piattaforma con un
corso di chitarra on-line ed una web-TV, ho da poco consegnato
all’editore Ut Orpheus i primi 4 volumi della collana di studi e
musiche dell‘800 che è da me diretta e che prevede in totale circa
40 volumi.
Sarà
una formula molto innovativa su una triplice piattaforma, perché per
ogni volume ci sarà la partitura - con una introduzione di Angelo
Gilardino - pubblicata da Ut Orpheus, le note di analisi e i consigli
per lo studio, pubblicati sulla piattaforma iBook sul sito Apple, e
l’album con tutte le registrazioni nella mia etichetta DotGuitar/CD
reperibili on-line su iTunes Music Store, Amazon etc.
Recentemente
ho presentato questo progetto in anteprima al Convegno Internazionale
di Chitarra di Alessandria, durante una conferenza che ho tenuto sul
“fenomeno” dotGuitar.
Credo
che sia la prima volta al mondo che viene presentato un progetto
editoriale con una simile struttura!
Ultima domanda, proviamo a voltare verso la musica le tre domande di J.P.Sartre verso la letteratura: Perché si fa musica? E ancora: qual è il posto di chi fa musica nella società contemporanea? In quale misura la musica può contribuire all’evoluzione di questa società?
Ultima domanda, proviamo a voltare verso la musica le tre domande di J.P.Sartre verso la letteratura: Perché si fa musica? E ancora: qual è il posto di chi fa musica nella società contemporanea? In quale misura la musica può contribuire all’evoluzione di questa società?
Credo
che ognuno di noi possa rispondere in maniera diversa a domande
simili; posso solo dirti perché ho deciso di essere musicista io.
Innanzitutto perché mi piaceva molto esprimermi attraverso la
musica, ma allo stesso tempo mi attirava molto anche questo senso di
sfida al superamento delle difficoltà che lo strumento pone, una
battaglia per una ricerca di perfezione che non si raggiunge mai e
che anche quando sembra aversi “toccato”, sparisce rendendoti
consapevole di quanto effimero sia il risultato.
Alle
altre due domande è difficile dare risposta perché il mondo della
musica è molto variegato e quindi anche quello dei musicisti.
So
solo che - anche a costo di essere banalmente retorico - se ci fosse
più musica e se ci fosse una partecipazione attiva alla musica colta
da parte di più persone, vivremmo in una società di sicuro
migliore.
Se
solo si tenesse in considerazione il fatto che due dei mali peggiori
dei nostri tempi, la droga e il razzismo, sono praticamente assenti
da questo piccolo mondo - pensiamo ad esempio, per quanto riguarda il
razzismo e i conflitti etnici, al miracolo della West Eastern Divan
Orchestra organizzata e diretta da D.Barenboim - si capirebbe quanto
è importante la cultura e la conoscenza della musica.
Ma
oggi siamo tutti sotto una cappa dominata dalla finanza, dalle banche
e dalle multinazionali, e si sta perdendo ogni contatto con ciò che
l’uomo ha di più profondo: l’anima.
Ecco,
in questa riscoperta dell’anima - e quindi anche della persona - la
musica attiva potrebbe giocare un ruolo importantissimo. Purtroppo la
ostacola una classe dirigente e politica ignorante e corrotta, da cui
non ci si può aspettare molto....
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