Nel 1952 moriva Evita, vera leader e catalizzatore del governo Peròn, da quel momento il regime peronista, (perché anche se democraticamente eletto si comportava come un regime) cominciava a perdere il suo vigore. Nel 1955 un gruppo di militare, noto come "Revoluciòn Libertadora" 4, poneva fine al governo peronista; ed è da questa data che possiamo far partire "l'età oscura del tango" o forse dovrei dire l'età oscura di un tango, quello peronista, ammettendo che esso esista.
Nella radio, nel cinema e nella appena nata TV, l'appoggio dello Stato alla produzione culturale nazionale era finito. Da quell'anno anche le grandi case discografiche cambiavano rotta, da una parte spinte dal vento dell'anti-peronismo, dall'altra dall'assenza di sovvenzioni statali; il tango cominciava a non essere più un grande affare, conveniva promuovere nuovi ritmi più orecchiabili utili ad un mercato sempre più globalizzato.
A Buenos Aires la favola peronista era finita, ma i militari argentini che dopo aver destituito Peròn detenevano il potere, erano semplicemente l'esercito d'occupazione di una delle potenze della guerra fredda: "cambiava il guinzaglio ma il Paese non smetteva di essere un cane". Nella decade del '50 tutto il pianeta viveva col fiato sospeso, aspettando la 3° guerra mondiale e l'ecatombe nucleare, le nazioni si chiedevano il perché di molti atteggiamenti, idee e fatti del recente passato e quale sarebbe stato il futuro. A Buenos Aires molti intellettuali affrontavano il passato del tango, perché il tango è l'essenza di Buenos Aires.
Uno dei compiti della Revoluciòn Libertadora fu "deperonizzare" (passatemi il termine) la cultura argentina. Una lettura divertente su questo argomento ce la offre Norberto Folino in un racconto intitolato: Diario del Interventor 5, in cui si narra con ironia il lavoro dell'incaricato del commissariamento della S.A.D.A.I.C. (la SIAE argentina) imposto dal governo militare. Troviamo nel racconto una carrellata di noti personaggi del tango – che in quell'epoca erano i principali "azionisti" dell'associazione degli Autori e Compositori – e il loro rapporto con il peronismo.
Fra i compositori e gli interpreti del tango, prima del 1955, si era manifestato un cambiamento; infatti, già con Anibal Troilo il tango cominciò ad allontanarsi dal ballo verso l'ascolto6. Un altro punto importante del cambiamento lo troviamo nel 1943 con la presentazione del tango La Yumba di Osvaldo Pugliese, un brano con una nuova e stupenda ritmica7. Ma il compositore e interprete più audace della decade del '40 fu Astor Pantaleòn Piazzolla, che nel 1944 formò la sua orchestra, anche se la sonorità apparteneva allo stile del tango degli anni '40, il tocco magistrale degli arrangiamenti di Astor mostravano la presenza di un tango nuovo7. Ma Piazzolla voleva comporre musica "colta" e grazie all'influenza del suo maestro, Alberto Ginastera, si iscrisse ad un concorso per compositori con i suoi: "tre movimenti sinfonici Buenos Aires" e vinse. Il 16 agosto del 1953 il brano vincitore viene eseguito nell'aula magna della Facoltà di Giurisprudenza, ma fu la presenza nell'orchestra di due bandoneones, a provocare nel pubblico un finimondo. Grazie a questo concorso Piazzolla ricevette una borsa di studio dal governo francese per perfezionarsi con Nadia Boulanger. Per Astor fu il momento di dire addio al mondo del tango che non accettava il suo modo di comporlo e d'interpretarlo, ma l'incontro con la Boulanger lo riconcilia con il tango. Avvenne un giorno, quando Nadia insistè per ascoltare uno dei tanti brani che Astor componeva ed eseguiva in Argentina, che dopo l'esecuzione del tango Triunfal, la Boulanger, stringendo le mani del giovane Maestro, disse: “Non abbandoni mai questo. Questa è la sua musica, qui c'è Piazzolla”8
Nella radio, nel cinema e nella appena nata TV, l'appoggio dello Stato alla produzione culturale nazionale era finito. Da quell'anno anche le grandi case discografiche cambiavano rotta, da una parte spinte dal vento dell'anti-peronismo, dall'altra dall'assenza di sovvenzioni statali; il tango cominciava a non essere più un grande affare, conveniva promuovere nuovi ritmi più orecchiabili utili ad un mercato sempre più globalizzato.
A Buenos Aires la favola peronista era finita, ma i militari argentini che dopo aver destituito Peròn detenevano il potere, erano semplicemente l'esercito d'occupazione di una delle potenze della guerra fredda: "cambiava il guinzaglio ma il Paese non smetteva di essere un cane". Nella decade del '50 tutto il pianeta viveva col fiato sospeso, aspettando la 3° guerra mondiale e l'ecatombe nucleare, le nazioni si chiedevano il perché di molti atteggiamenti, idee e fatti del recente passato e quale sarebbe stato il futuro. A Buenos Aires molti intellettuali affrontavano il passato del tango, perché il tango è l'essenza di Buenos Aires.
Uno dei compiti della Revoluciòn Libertadora fu "deperonizzare" (passatemi il termine) la cultura argentina. Una lettura divertente su questo argomento ce la offre Norberto Folino in un racconto intitolato: Diario del Interventor 5, in cui si narra con ironia il lavoro dell'incaricato del commissariamento della S.A.D.A.I.C. (la SIAE argentina) imposto dal governo militare. Troviamo nel racconto una carrellata di noti personaggi del tango – che in quell'epoca erano i principali "azionisti" dell'associazione degli Autori e Compositori – e il loro rapporto con il peronismo.
Fra i compositori e gli interpreti del tango, prima del 1955, si era manifestato un cambiamento; infatti, già con Anibal Troilo il tango cominciò ad allontanarsi dal ballo verso l'ascolto6. Un altro punto importante del cambiamento lo troviamo nel 1943 con la presentazione del tango La Yumba di Osvaldo Pugliese, un brano con una nuova e stupenda ritmica7. Ma il compositore e interprete più audace della decade del '40 fu Astor Pantaleòn Piazzolla, che nel 1944 formò la sua orchestra, anche se la sonorità apparteneva allo stile del tango degli anni '40, il tocco magistrale degli arrangiamenti di Astor mostravano la presenza di un tango nuovo7. Ma Piazzolla voleva comporre musica "colta" e grazie all'influenza del suo maestro, Alberto Ginastera, si iscrisse ad un concorso per compositori con i suoi: "tre movimenti sinfonici Buenos Aires" e vinse. Il 16 agosto del 1953 il brano vincitore viene eseguito nell'aula magna della Facoltà di Giurisprudenza, ma fu la presenza nell'orchestra di due bandoneones, a provocare nel pubblico un finimondo. Grazie a questo concorso Piazzolla ricevette una borsa di studio dal governo francese per perfezionarsi con Nadia Boulanger. Per Astor fu il momento di dire addio al mondo del tango che non accettava il suo modo di comporlo e d'interpretarlo, ma l'incontro con la Boulanger lo riconcilia con il tango. Avvenne un giorno, quando Nadia insistè per ascoltare uno dei tanti brani che Astor componeva ed eseguiva in Argentina, che dopo l'esecuzione del tango Triunfal, la Boulanger, stringendo le mani del giovane Maestro, disse: “Non abbandoni mai questo. Questa è la sua musica, qui c'è Piazzolla”8
4 Revoluciòn Libertadora. (trad. Rivoluzione Liberatrice) Colpo di Stato contro il governo Peròn. La leadership della Rivoluciòn fu del generale Eduardo Leonardì, la rivolta ebbe inizio nella Città di Cordoba il 16 settembre 1955. Felix Luna Historia de la Argentina 1949-1955 La revoluciòn en Còrdoba. Crònica-Hyspamerica. Buenos Aires 1992
5 Noberto Folino. Diario del Interventor in El Tango. Editorial Jorge Alvarez. Buenos Aires 1967
6 Anibal Troilo inaugura la cosiddetta: decada del '40 del tango, un tempo di grande successo per questa musica. Anche se lo stile di Troilo appartiene in linea generale alla scuola decariana, lui introduce dei cambiamenti importanti. L'orchestra decariana era rigidamente gerarchica, ogni strumento aveva un compito e da lì non si spostava, l'orchestra troileana invece presenta ruoli interscambiabili tra gli strumenti, inoltre si dà molta importanza agli arrangiamenti e al suono, aprezzati da chi ascolta e non soltanto balla. Vedere Horacio Salas. Il tango. Ed. Garzanti. Milano 1992 in particolare dalla pagina 305 in poi.
7 In realtà La Yumba appartiene ad un trittico di tanghi di avanguardia composti da Pugliese negli anni '40. Negracha (1942) La Yumba (1934) Malandraca (1948)
7 Marìa Susana Azzi, Simon Collier. Astor Piazzolla. Su vida y su mùsica. Editorial El Ateneo. Buenos Aires 2002. vedere pag. 81
8 Idem. pag. 105
5 Noberto Folino. Diario del Interventor in El Tango. Editorial Jorge Alvarez. Buenos Aires 1967
6 Anibal Troilo inaugura la cosiddetta: decada del '40 del tango, un tempo di grande successo per questa musica. Anche se lo stile di Troilo appartiene in linea generale alla scuola decariana, lui introduce dei cambiamenti importanti. L'orchestra decariana era rigidamente gerarchica, ogni strumento aveva un compito e da lì non si spostava, l'orchestra troileana invece presenta ruoli interscambiabili tra gli strumenti, inoltre si dà molta importanza agli arrangiamenti e al suono, aprezzati da chi ascolta e non soltanto balla. Vedere Horacio Salas. Il tango. Ed. Garzanti. Milano 1992 in particolare dalla pagina 305 in poi.
7 In realtà La Yumba appartiene ad un trittico di tanghi di avanguardia composti da Pugliese negli anni '40. Negracha (1942) La Yumba (1934) Malandraca (1948)
7 Marìa Susana Azzi, Simon Collier. Astor Piazzolla. Su vida y su mùsica. Editorial El Ateneo. Buenos Aires 2002. vedere pag. 81
8 Idem. pag. 105
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