martedì 28 ottobre 2008

Recensione di Derek Bailey - Improvisation: Its Nature and Practice (1992) di Empedocle70


Derek Bailey (Sheffield, 29 gennaio 1930 – 25 dicembre 2005)
Paperback: 160 pages
Publisher: Da Capo Press (August 21, 1993)
Language: English
Derek Bailey è stato un chitarrista inglese, padre della “improvvisazione libera”. Nella sua lunga carriera, oltre a un’eccellente produzione discografica, ha saputo dimostrare anche una notevole capacita come giornalista e critico musicale fondando la rivista Musics nel 1975, descritta come “rivista d’arte sulla “impromental experivisation”, una delle pubblicazioni sul jazz più significative della seconda metà degli anni ’70. Nel 1980 scrive il libro “Improvvisazione: Natura e Pratica”, che fu adattato dal inglese della BBC sottoforma di serie TV divisa in quattro parti all’inizio degli anni ’90, scritta e illustrata da Bailey stesso che a sua volta ha contribuito a questa seconda edizione uscita nel 1992 per la Da Capo Press, casa editrice ben nota per l’attenzione dedicata alla saggistica musicale.
Ci tengo a fare una precisazione importante: questo non è un testo su come improvvisare o imparare a improvvisare, ad essere sincero non credo che possa nemmeno esistere un simile libro e questo lo stesso Bailey lo mette ben in chiaro da subito. Questo libro semplicemente parla di improvvisazione musicale ed è il primo libro a farlo trattando l’argomento sviscerandolo in maniera filologica, analitica ed esaustiva in tutte le sue forme: musica indiana, flamenco, barocco, organo, rock, jazz, psichedelica, contemporanea, e "free". A ulteriore sostegno alla sua tesi della difficoltà di codificare il concetto di improvvisazione e di renderlo organicamente trasmissibile tramite la tradizione scritta il libro contiene anche delle bellissime conversazioni e interviste con artisti particolarmente votati all’arte improvvisatoria: tra cui John Zorn, Jerry Garcia, Steve Howe, Steve Lacy, Lionel Salter, Earle Brown, Paco Peña, Max Roach, Evan Parker, e Ronnie Scott-Bailey.
Le 160 pagine del libro offrono una chiara e esaustiva visione del fenomeno, in considerazione dell’incredibile spettro di possibilità insite nella pratica di improvvisazione, e della sua importanza come base per il processo decisionale insito nella creazione e composizione istantanea della musica, qualunque sia il genere in esame.
Fondamentale per chiunque voglia avvicinarsi all’improvvisazione, purtroppo non mi risulta ne esista una traduzione in italiano, ma comunque l’inglese scolasticamente corretto e scorrevole con cui è scritto non è di diffide comprensione.

Empedocle70

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