giovedì 1 dicembre 2011

Intervista a Matteo Fiorini - McGuffin Electric seconda parte


5. Qual è il ruolo dell’Errore nella tua visione musicale? Dove per errore intendo un procedimento erroneo, un’irregolarità nel normale funzionamento di un meccanismo, una discontinuità su una superficie altrimenti uniforme che può portare a nuovi sviluppi e inattese sorprese...

Un errore è semplicemente il punto di partenza per una nuova cosa, non ha una connotazione negativa, anzi, viene posto come pretesto per un necessario cambio di percorso, a volte anche cambio di campo d’azione, e ciò che è importante è che ti sorprenda, che ti faccia intravedere una via a cui non avevi pensato, in modo che tu possa partire da quell’errore, frutto del caso, e farlo seguire da qualche cosa di ragionato. Credo che sia corretto in tutti i campi affrontare con questo spirito l'errore, se ci si sposta dal proprio solito piano, si può vivere con molto più entusiasmo tutto.

6. Parliamo di marketing. Quanto pensi che sia importante per un musicista moderno? Intendo dire: quanto è determinante essere dei buoni promotori di se stessi e del proprio lavoro nel mondo della musica di oggi?

Certamente sapersi promuovere e saper promuovere il proprio lavoro è importantissimo, ma non siamo venditori, siamo musicisti. La prima cosa da fare per farsi conoscere per quanto scontata, è suonare bene, poi cercare di farsi sentire il più possibile. Non è facile trovare spazio in un mercato così saturo, e quindi la chiave, forse sta nel fare meno, ma più ragionato. Anche la promozione, in qualche modo, deve rispondere ad esigenze artistiche.

7. Come vedi la crisi del mercato discografico, con il passaggio dal supporto digitale al download in mp3 e tutto questo nuovo scenario? Tutta questa passiva tendenza ad essere aggiornati e di possedere tonnellate di mp3 che difficilmente potranno essere ascoltati con la dovuta attenzione non comporta il rischio di trascurare la reale assimilazione di idee e di processi creativi? Ti faccio questa domanda anche il relazione al fatto che hai partecipato al Guitar Improvvisation Project per la netlabel AlchEmistica e che il prossimo anno uscirà il tuo primo disco ..

Sicuramente il download è un fenomeno con molti punti a favore: la possibilità di ascoltare molta più musica, la possibilità di veicolare meglio i propri lavori e la possibilità di valutare un'artista che magari non si conosce. D'altra parte però, questa grossa e gratuita possibilità può sicuramente portare ad un'approssimazione negli ascolti, a cui sicuramente non viene dedicato il tempo di cui gode il supporto; c'è anche il discorso economico che per un artista è importante, le persone dovrebbero capire che se un musicista fa cose che ci piacciono, per permettergli di continuare a farle serve anche un corrispettivo economico. Personalmente quasi tutti i lavori in cui ho suonato sono stati pubblicati in licenza Creative Commons rimandando all'onestà delle persone il voler o no pagare per un prodotto che potrebbero avere gratis, e francamente, non ho visto risultati così scarsi. Le netlabel hanno la formula giusta che unisce le due cose: permettono all'artista una visibilità più capillare, riuscendo però ad abbattere i costi in maniera esponenziale e quindi riuscendo davvero a non guardare mai l'aspetto commerciale. Quando le persone scaricano il GIP, scaricano effettivamente un mio lavoro e, se piacerà, magari compreranno il prossimo disco.

8. Ho, a volte, la sensazione che nella nostra epoca la storia della musica scorra senza un particolare interesse per il suo decorso cronologico, nella nostra discoteca-biblioteca musicale il prima e il dopo, il passato e il futuro diventano elementi intercambiabili, questo non può comportare il rischio per un interprete e per un compositore di una visione uniforme? Di una “globalizzazione” musicale?

Come in tutte le arti, anche nella musica il contesto storico è molto importante, e l'avere una discoteca cronologicamente piatta ci impedisci di andare a filtrare quegli elementi che possono essere scontati per un'epoca e non per un'altra. Penso però che sia più una difficoltà dell'ascoltatore, che viene a trovarsi sommerso da informazioni senza riuscire a capire da che parte arrivano. Niente, dovrebbe essere goduto con approssimazione; con questo non voglio dire che si dovrebbe diventare tutti musicologi, ma servirebbe effettivamente un briciolo di consapevolezza in più nell'approcciarsi alla musica. Soprattutto per apprezzarla maggiormente. Cage, ora, non indignerebbe più nessuno.

continua domani...

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