giovedì 22 dicembre 2011

Recensione di Mario Castelnuovo Tedesco The Well Tempered Guitars 24 Preludes & Fugues Di Solo Duo, Matteo Mela e Lorenzo Micheli, Solaria 2012



Ascolto questo doppio cd e ne scrivo la recensione dopo la lettura dell’ultimo libro di Simon Reynolds “Retromania” e del saggio “L’angelo con il fonografo” di Evan Eisenberg. Perché questa precisazione? Perché questo doppio cd, davvero appena uscito, registrato dal Solo Duo di Matteo Mela e Lorenzo Micheli sembra posizionarsi al centro delle tesi esposte nei due libri.
Il libro di Eisenberg infatti documenta con precisione la storia e le modifiche apportate dalla possibilità di registrare e riascoltare brani musicali a livello sociale, culturale economico nella nostra società, mentre il libro di Reynolds rappresenta una analisi del culto per il passato da parte della nostra cultura che, sia pur nel suo caso riferita più alla musica popolare, può essere trasferita anche nella musica classica e contemporanea.
In entrambi i libri emerge un certo senso di nostalgia per il passato che ben si accompagna alle note che escono dagli altoparlanti del mio impianto stereo, la musica di Mario Castelnuovo Tedesco sembra infatti esprimere tutta la nostalgia romantica per un epoca passata di cui non ha potuto per questioni anagrafiche farne parte. Dissonanze, atonalità, modernismo sono parole che non rientrano nel vocabolario del compositore tanto apprezzato da Andres Segovia e i suoi ventiquattro Preludi e Fughe per “The Well Tempered Guitars” già nel titolo citano ironicamente potenti echi dal passato. Ascoltare questa incisione significa astrarsi dal tempo, immergersi in una zona dai confini confusi e incerti permessi solo dalla incisione discografica. Tutto si dissolve, le note, i musicisti, le loro chitarre, anche le foto della confezione dei cd che riprendono Matteo Mela e Lorenzo Micheli in una tranquilla passeggiata su una spiaggia in inverno sotto a un cielo carico di nuvole gonfie di una pioggia forse imminente. Il resto è pura musica “per sé”, l’ideale perfezione arcaica di una forma d’arte che vive nel tempo e nello spazio nell'attimo in cui le corde delle chitarre vengono accarezzate e i loro suoni evocati da due musicisti di indubbio e giustamente affermato talento.
One more time for the world, please.

Nessun commento: