3. Il primo conflitto mondiale nel quale l’Italia interviene nel 1915, non interrompe immediatamente l’attività comune del gruppo; ma la morte in guerra di Boccioni e di Sant’Elia contribuirà ad affrettare un’evoluzione che già veniva delineandosi; alcuni artisti si accosteranno all’esperienza metafisica come Carrà, altri confluiranno in Novecento, il movimento artistico che alla conclusione della guerra si affermerà come ritorno all’ordine, raccogliendo l’adesione di alcune personalità già attive nell’ambito futurista, come Sironi e Severini, Rosai, Martini e Morandi, oppure daranno vita al cosiddetto secondo Futurismo.
Ma se il Futurismo ripiega verso nuove tendenze o rivive in fenomeni di minore rilievo, come l’aeropittura, il suo valore rivoluzionario e la sua azione di svecchiamento della cultura italiana non vanno disconosciuti e la sua fine come movimento coerente non significa il totale abbandono dei suoi obiettivi, alcuni dei quali saranno all’origine dell’esperienza dadaista.
Quel che colpisce nel Futurismo italiano è la sovrabbondanza dei testi programmatici, fenomeno che ha il suo equivalente soltanto nell’avanguardia russa, da Malevic a Larionov; e il carattere violentemente polemico e provocatorio dei testi stessi, nei quali la volontà di rottura è manifestata con toni esagitati e perentori.
Quali sono le idee-forza che animano i testi futuristi? Anzitutto il Futurismo è rifiuto della storia, rifiuto "di-tutto-ciò-che-precede", e quindi è un modo di guardare al futuro, cancellando, con la storia, le tradizioni dell’accademia lontana e recente: forse si potrebbe dire che il futurismo rappresenta uno sviluppo dinamico dell'impressionismo e soprattutto del neoimpressionismo.
- avanguardia e risoluzione - frequenze e sentenze - movimento e manifesto - velocità e dinamismo
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