mercoledì 25 marzo 2009

Recensione di Canto in Re. La gara a chitarra nella Sardegna settentrionale di Paolo Angeli


Canto in Re. La gara a chitarra nella Sardegna settentrionale
Paolo Angeli
ISRE 2006
239 pagine + 5 cd

Scrive Paolo Angeli nell’introduzione del suo libro, citando Roberto Peydi ”… la tesi è solo il punto di partenza della tua ricerca. Le ricerche più belle sono quelle che durano una vita” e questa frase, assolutamente non banale, sembra non solo una valida rappresentazione delle oltre 240 pagine e spartiti che compongono il libro e dei 5 cd che lo accompagnano idealmente e fisicamente, ma anche una semplice ed elegante definizione del percorso musicale che Angeli ha iniziato a percorrere con originalità e coerenza da diversi anni.
Al Paolo Angeli musicista e chitarrista abbiamo dedicato uno speciale sul Blog, qui invece ci occupiamo del risultato delle sue ricerche etnomusicali sulla musica popolare sarda: il volume storico analitico “Canto in Re. La gara a chitarra nella Sardegna settentrionale” sul Canto a Chitarra, accompagnato da un cofanetto di 4 CD (più un quinto ospitato all’interno del libro) con incisioni datate tra il 1930 e il 1967. Risultato di una ricerca che immagino essere ancora in divenire e iniziata nel 1993 in Sardegna e proseguita successivamente al DAMS di Bologna, condotta sia sul campo – intervistando e registrando i vecchi e i giovani cantadores e chitarristi e apprendendo le tecniche dell’accompagnamento con la chitarra – sia in archivio – nell’Archivio Mario Cervo, la più importante collezione al mondo dedicata alla musica sarda, che custodisce gran parte del materiale fonografico edito inerente al repertorio tradizionale registrato tra il 1922 e il 1997.
La cosa che mi ha più colpito del libro non è stata solo la perizia e la profondità con cui viene narrata la storia del Canto a Chitarra sardo e il suo sviluppo nel corso del Novecento, ma soprattutto la capacità dell’autore di mettere in luce le affascinanti origini popolari di questo genere e le sue vicissitudini e le trasformazioni dagli stazzi di campagna all’“urbanizzazione”, dalle proibizioni di cantare, subite durante il fascismo, agli “strani” incontri con le orchestrine rock’n’roll nelle feste di paese durante il boom economico, dalle prime apparizioni nelle trasmissioni radiotelevisive al Cagliari campione d’Italia, dagli anni del “folk revival” fino ai giovani cantori tuttora in attività. Da sottolineare inoltre le oltre 30 pagine di spartiti di trascrizioni dei vari brani del repertorio popolare. Qui si è lontani da qualsiasi forma di paternalismo, di nostalgia, di massificazione culturale ma si respira solo passione, affetto e tanta tanta competenza musicale. Ben fatto!

Empedocle70




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