Ciao Sergi, benvenuto nel Blog Chitarra e Dintorni ... come è iniziato il tuo amore e interesse per la chitarra e con che strumenti suoni o hai suonato?
Ho
cominciato ad ascoltare musica ai 13-14 anni; quando ero più
piccolo, non mi interessava. Mi ricordo che una volta a Natale mi
hanno regalato una chitarra e mi sono arrabbiato perché non sapevo
che farne. Da bambino volevo fare l’oceanografo perché mi
piacevano gli animali ma di musica non volevo saperne! Qualche mese
dopo, ho visto un concerto in TV che si chiamava “Leggende della
chitarra di Siviglia” dove apparivano Joe Satriani, Steve Vai e
altri. È stata una vera e propria rivelazione! Certo però,
assomiglio di più a Nick Drake che a Joe Satriani...
Suono
la chitarra classica e spagnola e il liuto arabo. Mi piacerebbe
continuare la mia formazione imparando a suonare altri strumenti,
soprattutto a percussione.
Qual'è la tua formazione musicale, con che insegnanti hai suonato e che impronta hanno lasciato nella tua musica? Qual'è il tuo background musicale?
Ho
studiato chitarra classica con il chitarrista colombiano Juan Mario
Cellar per 8 anni. Grazie al mio maestro ho cominciato a
familiarizzarmi con i ritmi sudamericani, soprattutto con quelli del
brasiliano Baden Powell, che tuttora sono presenti nella mia musica.
Ho
studiato anche chitarra flamenca, ma gran parte di quello che so,
l’ho imparato da autodidatta, ascoltando i grandi chitarristi (
Hendrix, Jimmy Page, Paco de Lucia..)
Dei
miei professori mi restano soprattutto i loro saggi consigli; mi
hanno insegnato ad aver pazienza (la chitarra è uno strumento
ribelle), e soprattutto molta costanza.
Parliamo di marketing. Quanto pensi sia importante per un musicista nei nostri tempi? Voglio dire: quanto è importante essere un buon promoter di se stessi e della propria musica oggigiorno?
Il
marketing è praticamente tutto! (molto spesso è più importante
della musica stessa ma per fortuna non sempre!)
Il
marketing è stato importantissimo anche in passato, non solo adesso.
Quando andiamo a un concerto, non vogliamo ascoltare soltanto la
musica ma guardiamo il pakaging, il personaggio, quello che ci
trasmette: in alcuni casi c’è qualcosa di vero sotto la maschera,
in altri no...
Chi
va a un concerto dei Coldplay, nel 70% dei casi non conosce le
loro canzoni. Va a vedere lo spettacolo per poter dire di esserci
stato. Puro marketing.
Tornando
alla domanda, essere manager di se stessi è stancante. Credo che i
musicisti debbano creare e basta; il fatto di essere indipendenti e
di auto-prodursi non è incompatibile con la presenza di un manager
che si occupi del loro marketing. Finora
ho sempre fatto tutto da solo ma non mi dispiacerebbe che ci fosse
qualcuno al mio fianco che si occupasse di certe cose, il marketing
appunto.
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