Hai suonato e studiato diversi generi musicali, che valore ha l'improvvisazione nella tua ricerca musicale? Pensi sia possibile parlare di improvvisazione anche nella musica classica o ci si deve riferire ad essa solo per altri repertori come il jazz, la musica contemporanea, etc.?
Ad
essere onesti, in base alla mia esperienza, il problema della musica
classica è stata la sua rigidità.
Attualmente
le cose stanno cambiando, soprattutto nelle scuole prívate di musica
che stanno introducendo l’improvvisazione nella musica classica;
sicuramente se parliamo di improvvisazione, dobbiamo guardare
soprattutto alla musica sperimentale o contemporanea, soprattutto
alle colonne sonore cinematografiche o di animazione. Secondo me i
musicisti jazz fatta eccezione ovviamente per alcuni, improvvisano
secondo standard stabiliti e in questo modo il concetto stesso di
improvvisazione muore...
Il
mio grande idolo è John Coltrane che ha portato il concetto di
linguaggio al limite, sperimentando al massimo in ogni nuovo disco e
forse proprio per questo un po’ incompreso tutt’oggi...
Ascoltando la tua musica ho notato la tranquillità con cui ti relazioni col tuo strumento, indipendentemente dal repertorio, da cosa e da con chi stai suonando, gli strumenti che suoni mostrando sempre un pieno controllo sia tecnico che emotivo, quanto è importante per te lavorare sulla tecnica per raggiungere questo livello di sicurezza?
Ho
studiato moltissima tecnica nei primi 4 anni di scuola di chitarra.
La
tecnica è importante per poter dimenticarsene e pensare solo
alla musica, non per fare acrobazie. Questo è il mio obbiettivo
attualmente: suonare meno note (anche se non lo sembra!) e andare all'essenza...
Dedico
soltanto 10 minuti al giorno alla tecnica, per riscaldarmi: il resto
del tempo lo dedico a suonare.
Tu hai lavorato con diverse netlabels, come AlchEmistica e Acustronica, entrambe italiane, perchè hai scelto le netlabels per promuovere la tua musica? Che ne pensi della crisi del mercato discografico, con la transizione al download digitale in mp3 e a questo nuovo scenario?
Posso
riassumere dicendo che il futuro è la musica gratuita.
È
meraviglioso comprare un CD o un LP ben fatto, con un packaging
interessante, ma sono sicuro che il pubblico comprerà solo quei
pochi CD che hanno su di lui un valore emozionale...
Rispetto
alla crisi discografica, secondo me non è una crisi. È grazie alla
cosiddetta crisi e alla nascita di case discografiche on line (nel
mio caso, Acustronica, AlchEmistica, No Source),
che il pubblico di tutto il mondo può ascoltare la mia mia musica!
Prima ricevevo solo dei “No” perché la mia musica
non è commerciale, è molto particolare.
Grazie
a internet, alle piattaforme di musica gratuita, alle netlabels, a
youtube, ai creative commons, ho avuto l’opportunità di mostrare
la mia arte, iniziare a fare concerti e ricevere un po’ di
critiche qua e là. Mi riempie di soddisfazione che uno sconosciuto
dall’altra parte del mondo mi abbia ascoltato e mi faccia i
complimenti. Ê chiaro che mi piacerebbe poter guadagnare con la
musica e riuscire a dedicarmici completamente. Ma questa è un’altra
storia… Immaginazione al potere!
Ritornando
alle Netlabels, credo che rappresentino un gran valore aggiunto
perché fanno da filtro di qualità nel marasma della musica su
internet. E questo filtro è necessario.
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