mercoledì 3 settembre 2008

Recensione di Dionisio Aguado di Lorenzo Micheli, Stradivarius


Figlia del dio della guerra e della dea dell’amore, Armonia ha suscitato tre dei più penetranti frammenti di Eraclito. Il terzo frammento in particolare, caro agli architetti e ai musici di tutti i tempi, cita : «armonia invisibile della visibile è migliore». Non credo sia oggetto e interesse del Blog dedicarsi a una analisi filosofica di una semplice reminescenza di studi liceali, ma questo antico testo mi è tornato alla memoria ascoltando il volume 2 della Guitar Collection della Stradivarius, monografia di musiche di Dionisio Aguado (1784-1849), interpretate da Lorenzo Micheli con grande tatto e equilibrio.

Aguado è una figura di grande rilievo sia in quanto autore molto apprezzato dei Metodi, le cui ‘decodificcazioni sulle tecniche strumentali’ per chitarra sono considerate ancora oggi di grande attualità, sia per capire la ‘rinascenza’ di una fervente atttività chitarristica avvenuta nella prima metà dell’Ottocento. Mentre il primo aspetto è piuttosto conosciuto e frequentato, sul secondo mancava un lavoro di approfondimento a cui questo cd vorrebbe fare fronte. Aguado, a differenza di molti altri suoi coetanei, come compositore si dedicò esclusivamente alla chitarra. “Trois Rondo”, “Le menuet affandangado”, “Estudios” e “danno conto di una scrittura originale, fresca, per molti aspetti vicina alla tradizione popolare spagnola. Particolarmente interessanti Le Fandango varié”, date alle stampe a Parigi tra il 1835 e il 1838, dove Aguado compie una sorta di trascrizione di un’improvvisazione su ritmo di fandango, danza popolare del tardo seicento, testimoniando una volta di più la commistione tra musica popolare e musica colta.

Se è legittimo leggere nel frammento di Eraclito un analogo della dottrina pitagorica dell’armonia delle sfere, allora l’armonia visibile si darebbe nel mondo fenomenico, l’invisibile potrebbe essere colta solo nei rapporti intelligibili che determinano il visibile. Le musiche suonate da Lorenzo Micheli con rigore filologico con una chitarra romantica Husson, Buthod et Thibouville, Parigi 1850 ca. restituiscono parte del senso a questo frammento: di per sé visibile, la sua forma cela gli intimi rapporti che correlano gli accordi fra le loro chitarre, riportando Armonia nella quotidianità delle nostre vite.

Empedocle70

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