Confesso di aver trovato qualche difficoltà nel definire una chiave di lettura per questo bel cd registrato dal Maestro Gabriel Estarellas in modo davvero eccellente già 10 anni fa. A crearmi dei problemi è stata la scelta del repertorio, estremamente particolare e di non facile reperibilità.
A sbloccarmi è stata una buona lettura, quella dell’ultimo libro di Olver Sacks “Musicofilia” come immaginerete dal titolo, dedicata alla nostra ossessione favorita. Vediamo cosa scrive Sacks a pagina 57 “Ma perché quest’incessante ricerca di significato o di interpretazione? Non è affatto scontato che un’arte richieda questo; di tutte le arti, poi, la musica è certo quella che lo richiede meno. Sebbene sia la più strettamente legata alle emozioni, infatti la musica è del tutto astratta; non ha alcun potere di rappresentazione formale.”
Ora confrontiamo queste parole con quelle di Inkyung Hwang, raccolte in “Il lungo treno di John Cage” pagina 17: “…l’arte contemporanea deve contenere quesiti, anzichè essere una semplice rappresentazione della realtà. L’artista non è obbligato a fornire risposte, ogni spettatore può cercarli individualmente completando il senso dell’opera, assumendo un ruolo attivo molto importante, e poiché non è detto che le risposte ci debbano essere per forza, l’opera rimane sempre una “forma” aperta.”
Ecco questo disco si muove, a mio avviso, sia ben chiaro, tra queste parole, tra queste due definizioni di cosa sia musica e arte contemporanea. Il repertorio qui suonato è una summa di autori spagnoli e italiani estremamente interessanti e poco eseguiti, si parte con Luis de Pablo e i quattro movimenti della sua Fábula (I...el caracol, hermano de la nube - II...a puro arpegio de oro venerable - III...te expondré el caso de la mandolina - IV...y sobre el piano olvida el color verde) si va a Codex di Cristobal Halffter, completando il tour spagnolo con José Luis Turinae e il suo Monólogos del viento y de la roca.
Per l’Italia troviamo Goffredo Petrassi con i suoi Suoni notturni, Giorgio Federico Ghedini e lo Studio da concerto e Bruno Bettinelli con Quattro pezzi (I.Introduzione - II.Tocatta - III.Notturno - IV.Ritmico).
Ascoltate questa musica, ascoltate le domande che vi pone e interrogatevi su di esse, vi sentire, forse, un po’ migliori. Attenzione non è ascolto semplice, ma la pazienza e una buona dose di ricerca introspettiva vi daranno grandi soddisfazioni. Sia lode alla Stradivarius per aver voluto pubblicare questo disco.
Empedocle70
A sbloccarmi è stata una buona lettura, quella dell’ultimo libro di Olver Sacks “Musicofilia” come immaginerete dal titolo, dedicata alla nostra ossessione favorita. Vediamo cosa scrive Sacks a pagina 57 “Ma perché quest’incessante ricerca di significato o di interpretazione? Non è affatto scontato che un’arte richieda questo; di tutte le arti, poi, la musica è certo quella che lo richiede meno. Sebbene sia la più strettamente legata alle emozioni, infatti la musica è del tutto astratta; non ha alcun potere di rappresentazione formale.”
Ora confrontiamo queste parole con quelle di Inkyung Hwang, raccolte in “Il lungo treno di John Cage” pagina 17: “…l’arte contemporanea deve contenere quesiti, anzichè essere una semplice rappresentazione della realtà. L’artista non è obbligato a fornire risposte, ogni spettatore può cercarli individualmente completando il senso dell’opera, assumendo un ruolo attivo molto importante, e poiché non è detto che le risposte ci debbano essere per forza, l’opera rimane sempre una “forma” aperta.”
Ecco questo disco si muove, a mio avviso, sia ben chiaro, tra queste parole, tra queste due definizioni di cosa sia musica e arte contemporanea. Il repertorio qui suonato è una summa di autori spagnoli e italiani estremamente interessanti e poco eseguiti, si parte con Luis de Pablo e i quattro movimenti della sua Fábula (I...el caracol, hermano de la nube - II...a puro arpegio de oro venerable - III...te expondré el caso de la mandolina - IV...y sobre el piano olvida el color verde) si va a Codex di Cristobal Halffter, completando il tour spagnolo con José Luis Turinae e il suo Monólogos del viento y de la roca.
Per l’Italia troviamo Goffredo Petrassi con i suoi Suoni notturni, Giorgio Federico Ghedini e lo Studio da concerto e Bruno Bettinelli con Quattro pezzi (I.Introduzione - II.Tocatta - III.Notturno - IV.Ritmico).
Ascoltate questa musica, ascoltate le domande che vi pone e interrogatevi su di esse, vi sentire, forse, un po’ migliori. Attenzione non è ascolto semplice, ma la pazienza e una buona dose di ricerca introspettiva vi daranno grandi soddisfazioni. Sia lode alla Stradivarius per aver voluto pubblicare questo disco.
Empedocle70
Nessun commento:
Posta un commento