Musicofilia di Oliver Sacks
Adelphi, traduzione di Isabella Blum 2008
3ª ediz. , pp. 434 euro 23,00
3ª ediz. , pp. 434 euro 23,00
Oliver Sacks è un neurologo e un eccellente scrittore che nel corso della sua lunga carriera ha scritto diversi saggi dove con una scrittura semplice e elegante ha saputo raccontare le bizzarrie e le curiosità che si celano nella mente umana. Musicofilia è il suo ultimo libro ed è una raccolta di ventinove saggi in cui Sacks esplora il rapporto tra la musica e la mente concentrandosi su casi neurologici che sono in parte nuovi e in parte derivati da libri precedenti come “L'uomo che scambiò sua moglie per un cappello” e “Un antropologo su Marte”.
C'è quello del musicologo inglese Clive Wearing a cui un'infezione cerebrale azzera continuamente la memoria, il quale ogni volta che vede sua moglie la saluta come se fosse il loro primo incontro, ma se si siede al piano riesce a suonare un intero preludio di Bach. Ci sono malati di Alzheimer o persone affette da sindrome di Tourette che trovano pace solo quando suonano o ascoltano brani musicali. Ci sono persone torturate dalla musica come Schumann che da vecchio era tormentato da allucinazioni musicali che degeneravano in una singola nota prolungata. E altre che vengono prese dalle convulsioni come la moglie di un compositore moderno che ha una crisi epilettica ogni qual volta sente una musica simile a quella del marito. Ci sono anche casi di amusia: quello di Nabokov, per cui l'alfabeto era colorato come un arcobaleno, ma che pativa qualunque melodia come «una successione arbitraria di suoni più o meno irritanti». E quello di un neurologo francese che di qualsiasi brano musicale gli confessa di saper dire soltanto se sia o non sia la Marsigliese.
Bellissima l’analisi del fenomeno delle “infezioni musicali”, quei motivetti che improvvisamente ci entrano nella testa e che non riusciamo a scacciare nemmeno se vogliamo, e quella sull'influenza dell'IPod sulla vita delle persone: “A prima vista sembrerebbe una cosa fantastica, se pensa che Darwin doveva viaggiare fino a Londra per sentire un concerto. Ma mi chiedo se questa esposizione costante alla musica non abbia una responsabilità nell'aumento delle allucinazioni musicali”.
Le conclusioni del libro sembrano essere che questa 'musicofilia' sia un dato di fatto della natura umana: può essere sviluppata o plasmata dalla cultura in cui viviamo, dalle circostanze della vita o dai particolari talenti e punti deboli che ci caratterizzano come persone ma allo stesso tempo sembra essere così profondamente radicata nella nostra natura da imporci di considerarla innata.
Libro consigliatissimo per chi ama la musica e ama suonarla e anche per chi vive a contatto con un musicista o un musicofilo .. imparerete a capire meglio questa meravigliosa passione!
C'è quello del musicologo inglese Clive Wearing a cui un'infezione cerebrale azzera continuamente la memoria, il quale ogni volta che vede sua moglie la saluta come se fosse il loro primo incontro, ma se si siede al piano riesce a suonare un intero preludio di Bach. Ci sono malati di Alzheimer o persone affette da sindrome di Tourette che trovano pace solo quando suonano o ascoltano brani musicali. Ci sono persone torturate dalla musica come Schumann che da vecchio era tormentato da allucinazioni musicali che degeneravano in una singola nota prolungata. E altre che vengono prese dalle convulsioni come la moglie di un compositore moderno che ha una crisi epilettica ogni qual volta sente una musica simile a quella del marito. Ci sono anche casi di amusia: quello di Nabokov, per cui l'alfabeto era colorato come un arcobaleno, ma che pativa qualunque melodia come «una successione arbitraria di suoni più o meno irritanti». E quello di un neurologo francese che di qualsiasi brano musicale gli confessa di saper dire soltanto se sia o non sia la Marsigliese.
Bellissima l’analisi del fenomeno delle “infezioni musicali”, quei motivetti che improvvisamente ci entrano nella testa e che non riusciamo a scacciare nemmeno se vogliamo, e quella sull'influenza dell'IPod sulla vita delle persone: “A prima vista sembrerebbe una cosa fantastica, se pensa che Darwin doveva viaggiare fino a Londra per sentire un concerto. Ma mi chiedo se questa esposizione costante alla musica non abbia una responsabilità nell'aumento delle allucinazioni musicali”.
Le conclusioni del libro sembrano essere che questa 'musicofilia' sia un dato di fatto della natura umana: può essere sviluppata o plasmata dalla cultura in cui viviamo, dalle circostanze della vita o dai particolari talenti e punti deboli che ci caratterizzano come persone ma allo stesso tempo sembra essere così profondamente radicata nella nostra natura da imporci di considerarla innata.
Libro consigliatissimo per chi ama la musica e ama suonarla e anche per chi vive a contatto con un musicista o un musicofilo .. imparerete a capire meglio questa meravigliosa passione!
Empedocle70
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