sabato 8 novembre 2008

Speciale Duo Claudio Maccari- Paolo Pugliese: Intervista di Empedocle70 parte seconda

Empedocle70: Sono rimasto colpito sbirciando nel vostro sito internet che avete ricevuto i complimenti di “Slowhand” Eric Clapton per i vostri cd dei Concerti di Giuliani, come è avvenuta la cosa? Si è messo in contatto con voi? Come ha ascoltato la vostra musica?

Duo: Clapton ha avuto i nostri dischi tramite un amico comune. Ci ha spedito un fax in cui si congratulava.

E.: La sensazione che si ha ascoltando la vostra musica è che … voi possiate suonare qualunque cosa: indipendentemente dal repertorio, dal compositore, dallo strumento che state adoperando dimostrate sempre un totale controllo sia tecnico che emotivo, quanto è importante il lavoro sulla tecnica per raggiungere a questo livello di “sicurezza”?

Duo: Grazie del complimento che incameriamo con piacere! La vera tecnica è l'arte di tradurre i suoni in espressione, chiamiamoli sentimenti. E quest'arte o ce l'hai o non ce l'hai. Se scopri di averla, devi coltivarla e affinarla, senza tregua. Sei fortunato, ma hai un bel carico da sopportare.
La tecnica/meccanica è un altro tipo di arte, forse più da artigiano che da artista: in sintesi, senza voler minimizzare, rappresenta la possibilità di coordinare le due mani con una certa facilità per cavare dallo strumento dei suoni di una certa bellezza. Più o meno tutti possono imparare a far correre le dita sulle corde ad una buona tacca metronomica, chi con più e chi con meno ore di studio, anche se è vero che se, in un pezzo, un determinato passaggio non ti viene dopo 5 minuti, probabilmente non ti verrà mai.... Insomma, scale e arpeggi le si mettono in conto più o meno a chiunque.

E.: Trovo estremamente affascinante l’idea di riproporre con rigore filologico un repertorio di oltre un secolo fa, interpretandone la musica con strumenti d’epoca. Quanto però può essere diverso il vostro modo di suonare rispetto a quello dell’epoca? Ci volete descrivere gli strumenti che suonate, la loro storia e come sono arrivati a voi attraverso il tempo?

Duo: La domanda da porsi, secondo noi, non è “come si suonava all'epoca”, ma come possiamo suonare appropriandoci dello stile e del linguaggio di una determinata epoca.
Come suonerebbe oggi Pinco Pallino armato di prassi esecutiva e, soprattutto, riuscirebbe ancora a comunicare qualcosa al pubblico moderno?
In soldoni, più che di “rigore filologico” preferiremmo parlare di conoscenza delle “regole del gioco”, senza le quali non puoi giocare.
Uno tra gli aspetti più curiosi, rimane infatti la codificazione del segno, in particolare di quello nascosto. Un esempio fra i mille possibili: una nota da un quarto seguita da una pausa di un ottavo, si dovrebbe eseguire in maniera diversa se a scriverla è Sor oppure Castelnuovo-Tedesco.

La storia dei nostri strumenti originali non la conosciamo, non abbiamo notizie sul loro passato e non sappiamo chi possa averle suonate Possediamo alcune chitarre tra le quali spiccano una Carlo Guadagnini del 1819 e una Gaetano Guadagnini del 1830, strumenti in ottime condizioni acquistati più o meno 15 anni or sono da Accornero, e da allora sempre suonati. Solo una curiosità (questa certa): il cartiglio della Carlo Guadagnini indica il 1819 come data di nascita, senonché Carlo, in quell'anno, era già serenamente passato a miglior vita... In realtà fu il figlio Gaetano a costruire la chitarra, ma, non essendo ancora famoso, preferì usare ancora l'etichetta del padre, nella bottega del quale lavorava.

E.: Ritenete possibile l'uso di strumenti d'epoca in contesti diversi da quelli originari, ad esempio per la musica contemporanea? Mi viene in mente come esempio Elena Càsoli che suona con la sua Panormo del 1848 le musiche di Terry Riley.

Duo: Sì.

E.: Al di fuori della musica classica e per chitarra classica ascoltate altri generi musicali?


Duo: Si, un po' di tutto.

E.: Come vedete la crisi del mercato discografico, con il passaggio dal supporto digitale al download in mp3 e tutto questo nuovo scenario?

Duo: Non è in crisi solo il mercato discografico, è in crisi il mercato musicale in genere. Ci sono troppe produzioni discografiche, il mercato è completamente saturo, i dischi vanno subito fuori catalogo. In questo momento sopravvivono bene etichette come Brilliant o Naxos che associano produzioni spesso di qualità ad un prezzo estremamente concorrenziale. Naturalmente, chi ci perde sono i musicisti. Siamo comunque in una fase di transizione irreversibile, e credo nessuno sappia con esattezza dove ci porterà.
Il passaggio al download (possibilmente legale) è certamente positivo anche se attualmente la qualità audio è mediamente bassa. Suppongo e spero che a breve migliori la qualità audio dei brani musicali e dei riproduttori, aggiungendo un po' di concorrenza in più sul web e il nuovo scenario è ridisegnato.


E.: Consigliateci cinque dischi per voi indispensabili, da avere sempre con se.. i classici cinque dischi per l‘isola deserta …


Duo: Messa in si minore di Bach, Requiem di Mozart, Nona Sinfonia di Beethoven, una raccolta di Mina e una di Vasco.

E.: Quali sono invece i vostri cinque spartiti indispensabili?


Duo: Quelli della domanda precedente.

E.: Il Blog ha aperto di recente una nuova rubrica dedicata ai giovani neodiplomati e diplomandi, che consigli vi sentite di dare a chi, dopo anni di studio, ha deciso di iniziare la carriera di musicista?


Duo: Intraprenderla solo se si hanno fortissime motivazioni; frequentare con senso critico molti corsi per poi scegliere uno o più insegnanti; non rimanere allievi tutta la vita; specializzarsi in un determinato periodo; suonare molta musica da camera.

E.: Con chi vi piacerebbe suonare?


Duo: Con qualsiasi musicista.

E.: Quali sono i vostri prossimi progetti? Su cosa state lavorando?

Duo: Come si diceva, abbiamo appena terminato la registrazione del secondo disco dedicato all'opera omnia per due chitarre di Fernando Sor e Napoleon Coste. Il primo CD è uscito lo scorso anno allegato alla rivista Seicorde, con alcune opere registrate nel 2005, mentre i due CD verranno pubblicati dalla Brilliant e usciranno all'inizio del 2009.
Attualmente siamo incuriositi dalla figura di Anton Diabelli, ed è probabile che nei prossimi mesi studieremo i suoi pezzi (ha scritto parecchia musica) con l'intenzione, se possibile, di incidere l'opera omnia per due chitarre.
Da qualche anno, gli editori della rivista Musica - i fratelli Zecchini - stanno pubblicando una collana di libri dedicata agli strumenti musicali, scritti da musicisti in carriera che suonano tali strumenti: Gabriele Cassone ha firmato il libro sulla tromba, Fabrizio Meloni sul clarinetto ecc.
A noi hanno affidato la stesura del libro sulla chitarra, un bel volumetto (sarà intorno alle 400 pagine) con la storia dello strumento dalle origini ad oggi, passando attraverso la letteratura, l'organologia, la tecnica, la notazione, la chitarra elettrica, acustica, battente, russa ...con foto a colori, carta pregiata ecc. ecc. Insomma, una bella impresa, accolta naturalmente con entusiasmo, pensando al fatto che per un libro di tal genere bisogna risalire almeno a quello degli Evans del 1977. Anche in questo caso, però, non sappiamo se e quando finiremo, ma questo dettaglio, per favore, non ditelo all'editore!

Un grande in bocca al lupo allora!

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