Questo libro stupisce per la chiarezza e la competenza con cui si svolgono le interviste ad alcuni tra i principali compositori di musica contemporanea del XX secolo. Merito sicuramente dell’autore William Duckworth, professore di musica a Bucknell e lui stesso compositore, che senza fatica e sforzo apparente ci guida attraverso le lunghe 17 interviste da lui realizzate e che compongono il libro. Si inizia con probabilmente il più famoso di tutti, il decano John Cage e si conclude con John Zorn, uno dei prodotti più interessanti dell’avangarde newyorkese.
Ogni intervista viene preceduta da un profilo del compositore, contenente una gran quantità di informazioni, perfetto per introdurre l’intervista che Duckworth dimostra sempre di gestire con grande equilibrio e competenza, mettendo a suo agio gli intervistati e strappando loro confidenze inaspettate, come quando lo stesso Cage sorridendo ammette "I don't have an ear for music and I never have; I can't remember a melody". La lista degli intervistati è prestigiosa, dai più famosi Cage, Laurie Anderson, Glass e Reich a personaggi sicuramente influenti ma meno noti come Conlon Nancarrow, Milton Babbitt e Pauline Oliveros.
L’autore riesce abilmente a suscitare dialoghi intelligenti che comprendono tecniche e esplorazioni nel mondo del suono, il metodo compositivo, lo stile e l'influenza ricevuta ed esercitata, loro vita personale e le lotte per creare e sopravvivere, i loro obiettivi estetici e le rispettive dichiarazioni artistiche.
John Cage ricorda il punto di svolta nella sua carriera; Ben Johnston, parla delle opere e della figura del suo insegnante Harry Partch; La Monte Young attribuisce la sua disciplina creativa alla sua infanzia e origini da Mormone; Reich rinvanga i motivi della sua amicizia con Terry Riley e della sua inimicizia con Philip Glass, Glenn Branca ricorda quando Cage lo aveva accusato di essere un fascista. Ci si sente a casa, sembra quasi di essere nella stessa stanza con gli intervistati e di vederli muovere, respirare mentre rispondono amabilmente. Questo libro è un grande lavoro e permette di conoscere meglio i compositori che hanno reso e rendono grande la musica contemporanea, i loro sogni, le loro idee, le loro grandi, sublimi visioni musicali
Ogni intervista viene preceduta da un profilo del compositore, contenente una gran quantità di informazioni, perfetto per introdurre l’intervista che Duckworth dimostra sempre di gestire con grande equilibrio e competenza, mettendo a suo agio gli intervistati e strappando loro confidenze inaspettate, come quando lo stesso Cage sorridendo ammette "I don't have an ear for music and I never have; I can't remember a melody". La lista degli intervistati è prestigiosa, dai più famosi Cage, Laurie Anderson, Glass e Reich a personaggi sicuramente influenti ma meno noti come Conlon Nancarrow, Milton Babbitt e Pauline Oliveros.
L’autore riesce abilmente a suscitare dialoghi intelligenti che comprendono tecniche e esplorazioni nel mondo del suono, il metodo compositivo, lo stile e l'influenza ricevuta ed esercitata, loro vita personale e le lotte per creare e sopravvivere, i loro obiettivi estetici e le rispettive dichiarazioni artistiche.
John Cage ricorda il punto di svolta nella sua carriera; Ben Johnston, parla delle opere e della figura del suo insegnante Harry Partch; La Monte Young attribuisce la sua disciplina creativa alla sua infanzia e origini da Mormone; Reich rinvanga i motivi della sua amicizia con Terry Riley e della sua inimicizia con Philip Glass, Glenn Branca ricorda quando Cage lo aveva accusato di essere un fascista. Ci si sente a casa, sembra quasi di essere nella stessa stanza con gli intervistati e di vederli muovere, respirare mentre rispondono amabilmente. Questo libro è un grande lavoro e permette di conoscere meglio i compositori che hanno reso e rendono grande la musica contemporanea, i loro sogni, le loro idee, le loro grandi, sublimi visioni musicali
Empedocle70
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