Con la presente è mio piacere presentare alcune importanti novità introdotte recentemente nella mia produzione.
In particolare le novità più rilevanti sono due: uno speciale trattamento dell'abete del piano armonico e un nuovo e rivoluzionario progetto interno del piano armonico. Ci sono stati anche molti ulteriori sviluppi in settori "minori", quali la vernice, la modalità di assemblaggio della cassa armonica, l'equilibrio delle tensioni tra le varie parti della chitarra, ecc, i quali, pur rilevanti, incidono forse in misura meno "appariscente" dei due precedenti, ma non per questo sono meno rilevanti al fine del risultato complessivo.
Il trattamento nasce da una collaborazione con uno studioso. È un recupero di conoscenze del passato di cui sono rimaste pochissime tracce. L'aspetto estetico migliora molto, il legno assume un colore caldo e ambrato, simile a un legno antico, ma più luminoso. L'effetto acustico è sorprendente, il suono si modifica e si avvicina moltissimo alle caratteristiche acustiche degli strumenti antichi, da Torres fino alle chitarre di Santos Hernández i quali, ma sono ancora studi in corso, molto probabilmente effettuavano trattamenti analoghi sulle tavole armoniche. Si perdono tutte le caratteristiche negative associabili a uno strumento "nuovo" di cui però si conserva per intero l'energia. Un risultato sorprendente, assolutamente da ascoltare.
Il nuovo progetto è nato da una intuizione nata dall'osservazione di una chitarra rotta, della quale ho cercato di conservarne alcuni benefici che sparivano una volta riparata. Il suo effetto è quello di aumentare sensibilmente l'elasticità e il movimento della tavola armonica, senza però precludere la risposta alle alte frequenze. Il risultato è una grande elasticità nei bassi, con una intonazione della cassa in Mi-Mib, ma con dei cantini appuntiti e proiettati verso l'acuto, oltre a un equilibrio accordale assolutamente giusto. Ho introdotto all'interno del progetto un dispositivo detto "registro" che per certi versi è assimilabile alla funzione dell'anima negli strumenti ad arco, dalla quale eredita la caratteristica di avere un punto di contatto mobile sulla tavola armonica, senza però collegare fisicamente piano armonico e fondo.
Lo spirito costruttivo le mie chitarre prosegue in quella che fin dal principio è sempre stata la direzione del mio lavoro: riprendere il percorso iniziato da Antonio de Torres e proseguito da altri grandi liutai spagnoli fino a circa il 1940, interrotto dall'avvento della Seconda Guerra Mondiale e dalla produzione di grande serie cominciata da José Ramirez nel dopoguerra, per continuarlo e portarlo fino ai giorni nostri, dai quali eredito l'uso di tutte le moderne tecnologie disponibili a me utili. Le mie chitarre non si propongono come copia di strumenti di altri, ma sono il naturale, moderno, attuale proseguo di ciò che è stato fatto prima di noi. Dei liutai a me precedenti, nelle mie chitarre, rimane solo la forma ereditata da Torres. Oltre, ovviamente, a tutto ciò che con il loro lavoro mi hanno insegnato.
Molte notizie su di me e sul mio lavoro le può trovare sul mio sito web e sugli altri spazi internet:
http://www.lucawaldner.com/
http://www.lucawaldner.com/forum/forum.html
http://www.myspace.com/lucawaldner
Il trattamento nasce da una collaborazione con uno studioso. È un recupero di conoscenze del passato di cui sono rimaste pochissime tracce. L'aspetto estetico migliora molto, il legno assume un colore caldo e ambrato, simile a un legno antico, ma più luminoso. L'effetto acustico è sorprendente, il suono si modifica e si avvicina moltissimo alle caratteristiche acustiche degli strumenti antichi, da Torres fino alle chitarre di Santos Hernández i quali, ma sono ancora studi in corso, molto probabilmente effettuavano trattamenti analoghi sulle tavole armoniche. Si perdono tutte le caratteristiche negative associabili a uno strumento "nuovo" di cui però si conserva per intero l'energia. Un risultato sorprendente, assolutamente da ascoltare.
Il nuovo progetto è nato da una intuizione nata dall'osservazione di una chitarra rotta, della quale ho cercato di conservarne alcuni benefici che sparivano una volta riparata. Il suo effetto è quello di aumentare sensibilmente l'elasticità e il movimento della tavola armonica, senza però precludere la risposta alle alte frequenze. Il risultato è una grande elasticità nei bassi, con una intonazione della cassa in Mi-Mib, ma con dei cantini appuntiti e proiettati verso l'acuto, oltre a un equilibrio accordale assolutamente giusto. Ho introdotto all'interno del progetto un dispositivo detto "registro" che per certi versi è assimilabile alla funzione dell'anima negli strumenti ad arco, dalla quale eredita la caratteristica di avere un punto di contatto mobile sulla tavola armonica, senza però collegare fisicamente piano armonico e fondo.
Lo spirito costruttivo le mie chitarre prosegue in quella che fin dal principio è sempre stata la direzione del mio lavoro: riprendere il percorso iniziato da Antonio de Torres e proseguito da altri grandi liutai spagnoli fino a circa il 1940, interrotto dall'avvento della Seconda Guerra Mondiale e dalla produzione di grande serie cominciata da José Ramirez nel dopoguerra, per continuarlo e portarlo fino ai giorni nostri, dai quali eredito l'uso di tutte le moderne tecnologie disponibili a me utili. Le mie chitarre non si propongono come copia di strumenti di altri, ma sono il naturale, moderno, attuale proseguo di ciò che è stato fatto prima di noi. Dei liutai a me precedenti, nelle mie chitarre, rimane solo la forma ereditata da Torres. Oltre, ovviamente, a tutto ciò che con il loro lavoro mi hanno insegnato.
Molte notizie su di me e sul mio lavoro le può trovare sul mio sito web e sugli altri spazi internet:
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