Confesso di trovarmi sempre un poco a disagio di fronta alla parola recensione. In se non ha nulla di male, anzi, deriva dal verbo latino "recenso" e significa riflettere. La recensione è in sé una cosa bellissima e utile: un breve testo valutativo e interpretativo di un'opera letteraria, scientifica, artistica in cui si analizzano i contenuti e l’estetica. Un attimo di concentrazione e di introspezione, un momento in cui si tirano le somme e si da un giudizio senza eccedere nè in difetti nè in pregi, dato che il suo scopo, almeno per me non consiste nel definire se una cosa è buona o cattiva, se vale o meno la pena di comprarla, acquistarla oppure ignorarla. Il giudizio insomma è un fattore del tutto secondario rispetto agli scopi di riflessione e di analisi che mi sembrano molto più importanti. Anche perché … ma chi glielo da al recensore tutto questo diritto di stroncare o di incensare? Soprattutto nel caso di una recensione su un’opera artistica dove i parametri soggettivi sono di gran lunga più numerosi di quelli oggettivi, il rischio che un facile giudizio dettato puramente da una visione soggettiva e dai propri pregiudizi possa fare dei bei danni .. beh è notevole. Tanto più che mentre un’artista mostrando al pubblico la propria arte mette in mostra anche e soprattutto se stesso, il recensore spesso e volentieri non si espone minimamente, tutelato dalla sua scrittura e dall’inchiostro, a volte addirittura nascondendosi dietro a uno pseudonimo.
Forse ci vorrebbe un atto di umiltà e di trasparenza … in fin dei conti l’equilibrio assoluto è una mera chimera e quindi perché non aiutare il lettore dandogli le coordinate culturali dei pregiudizi dai quali parte l’operato del recensore? Questo blog parla di musica e quindi un buon punto di partenza potrebbe essere quello di segnalare quali sono i 10 dischi preferiti da parte di chi recensisce .. così chi legge potrebbe già capire il perché di certe opinioni e regolarsi di conseguenza .. comincio io.
Questi sono i miei 10 dischi preferiti, quelli che riascolto sempre con grande piacere a distanza di tanti anni, che non mi hanno mai stancato, che saprei riprodurre a memoria nella mia mente nota per nota .. in rigoroso ordine casuale … non esiste un numero Uno.
- Steve Reich: Music for 18 musicians
- Pink Floyd: UmmaGumma
- Pat Metheny & Ornette Coleman: Song X
- Miles Davis: In a silent way
- John Coltrane: A love supreme
- Led Zeppelin: Led Zeppelin IV
- Allan Holdsworth: Metal fatigue
- Frank Zappa: Hot rats
- Keith Jarrett: The Köln Concert
- Naked City: Naked City
... va meglio così?
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