lunedì 24 novembre 2008

Robbie Basho: una chitarra in volo sul Raga di Empedocle70



Robbie Basho è una figura di culto nel mondo degli appassionati della chitarra acustica e del fingerpicking. Uomo discreto e silenzioso, poco incline alla notorietà e alla teatralità del mondo musicale è stato un acuto e intelligente sperimentatore per sola chitarra riuscendo a coniare una etno-musica spiritualista che assimila musica bianca, musica nera, musica latina (flamenco) e musica orientale (indiana, persiana, giapponese).
Basho nasce a Baltimora nel Marryland nel 1940 e diventa ben presto orfano, viene adottato da Donald R. Robinson e consorte e cresce come Daniel R. Robinson in una tipica cornice middle class americana. Inizia la sua avventura muscicale dopo aver comprato un vecchia 12 corde da un marinaio per 200 dollari. Viaggia molto, diventa un beatnick e inizia a scrivere le sue poesie e a occuparsi di zen e letteratura giapponese, ed è proprio in seguito alla scoperta di Matsuo Basho, forse il più celebre poeta di haiku giapponese, che muta il proprio nome in Robbie Basho, ora musicista.
Incontra John Fahey nei primi anni 60 che lo introdurrà alla steel string, mentre Max Ochs lo aiuterà a scoprire il folk. Nel 1962 la vera svolta radicale dopo aver assistito ad un concerto di Ravi Shankar: Basho inizi un percorso quasi iniziatico e febbrile, va a caccia dei dischi di Shankar e li ascolta per ore, smette di suonare blues e protest songs per studiare i raga, applicandone gli insegnamenti sulla chitarra attraverso l’uso di accordature aperte, intonazioni particolari e già parla di “esoteric doctrine of color& mood” o di “zen buddist cowboy songs”.
In ogni caso si fa riconoscere come una one man band con le steel a 6 e 12 corde, diventa discepolo di Meher Baba e sarà in queste ocasioni che incontrerà e studierà con Ali Akbar Khan, maestro di sarod e influente quanto lo stesso Shankar. Tra il 1965 e il 1971 inciderà i suoi albums più importanti per la Takoma di John Fahey con la sola parentesi di Venus in Cancer uscito su Blue Tumb nel 1970 e ristampato di recente. Se i primi dischi come The seal of the blue lotus e The Grail and the lotus sono dischi con un sapore ancora acerbo e ruvido, pur celando una selvaggia bellezza, è a partire dai due volumi di Falconer’s Arm e Venus in Cancer fino al capolavoro di Song of the stallion che la poetica di Basho assume un carattere sempre più intenso e torrenziale.
La sua musica, magica combinazione di vecchia america fatta di blues, folk e country con scale modali arabe, persione, indiane non ha eguali ancora oggi, mentre il suo canto tenorile sarà un elemento singolare che qualcun mal sopporterà. La sua musica entrerà in una certa classicità con Voice of the eagle e Zarthus del 72 e 74 incisi per la Vanguard mentre passeranno 4 anni prima che la Windham Hill pubblichi Vision of the country e Art of acoustic guitar 6 & 12 l’anno dopo.
Dopo Rainbow thunder (songs of the american west) uscita per la minuscola casa discografica Silver Label nel 1981 Basho faticherà a trovare nuove case discografiche interessate alle sue musiche tanto che gli ultimi dischi Bouquet e Twilight peaks saranno delle semplici autoproduzioni su cassetta. Nel giro di un paio di anni si ammala gravemente di cancro, fino alla sua morte avvenuta nel 1986 a 45 anni, ufficialmente per la malattia.
Come Fahey, Basho applica un principio caleidoscopico alla propria ricerca creativa, assimilando musica classica europea, musica indiana, giapponese, cinese, medio-orientale, spagnola, forme folk americane, blues, cajun, cercando di tradurre poi il tutto in un proprio stile e in una propria forma poetica e musicale. E’ naturalmente impossibile e antitetico alla sua stessa essenza, poter racchiudere il senso della musica orientale in una definizione di poche righe, Basho metabolizza la musica indiana in modi diversi, talvolta con specifiche forme tecnico-armoniche derivate da strumenti indiani come il sitar o il veena, con l’uso del bordone e delle accordature modali, altre volte traendo dall'essenza del Raga un atteggiamento di estrema spontaneità nella creazione e nell'esecuzione, l'improvvisazione concepita come il mezzo per interpretare ogni volta in modo differente uno stesso 'mood' musicale.
Altro fattore interessante è il tentaivo di combinare le infinite variazioni ritmiche e melodiche della musica Hindu con parti più strutturate armonicamente, costruendo progressivamente uno stile strumentale ed una tecnica chitarristica propri: l'uso dei bassi alternati tipici degli stili tradizionali americani si combina con arpeggi più propriamente classici o flamenco, tecniche che vengono alternate ed evolute sempre in funzione del risultato più specificamente musicale.
Il suo obiettivo era di creare una musica classica per la "steel string guitar" e se il suo intento è rimasto largamente velleitario, è comunque servito a creare i presupposti per una maggior consapevolezza nella generazione successiva di chitarristi

Dimenticato per diverso tempo il nome di Basho è tornato in questi ultimi anni sull’onda di una nuova generazione di chitarristi folk e fingerpicking che hanno preso a modello la sua musica e le sue idee, riproponendo interesse attorno alla sua figura. Nomi come Steffen Basho Junghans, Jack Rose, Glenn Jones e James Blackshaws hanno più volte sia nei loro stessi dischi che nelle interviste sancito il loro debito culturale e musicale con Basho.

Discografia:
Takoma 1005 - The Seal Of The Blue Lotus (1965)
Takoma 1006 - Contemporary Guitar (1966) (antologìa)
Takoma 1007 - The Grail & The Lotus (1966)
Takoma 1012 - Basho Sings! (1967)
Takoma 1017 - The Falconer's Arm Vol. 1 (1967)
Takoma 1018 - The Falconer's Arm Vol. 2 (1967)
Blue Thumb 10 - Venus In Cancer (1970)
Takoma 1031 - Song Of The Stallion (1971)
Vanguard 79321 - The Voice Of The Eagle (1972)
Vanguard 79339 - Zarthus (1974)
Windham Hill 1005 - Visions Of The Country (1978)
Windham Hill 1010 - The Art Of The Acoustic Steel String Guitar, 6 & 12 (1979)
Silver Label 029 - Rainbow Thunder (Songs Of The American West) (1981)
Windham Hill 1015 - Windham Hill Records Samplers '81 (1981) (antologia)
Cassetta autoprodotta - Basho's Best (1982) (antologia)
Cassetta autoprodotta - Bouquet (1983)
Cassetta autoprodotta - Twilight Peaks (1984)

Link

http://www.bcmai.it/tlj/articolo.asp?IDArticolo=437
http://www.bluemomentarts.de/bma/rbasho/en/
Empedocle70

2 commenti:

Steffen Basho-Junghans ha detto...

For more info about Robbie Basho visit the Robbie Basho Archives:
www.robbiebasho-archives.info

Andrea Aguzzi ha detto...

It's a great honor having your comment on the blog, my compliments for your beautiful music!