domenica 30 agosto 2009

«Cover - L'arte a 33 giri», a Napoli

Negli anni Novanta, con il passaggio degli album musicali dal supporto Lp a quello Cd abbiamo perso tanto. E non solo in termini di «calore» del suono: gli Lp, con le loro copertine cartonate, offrivano a graphic designer e artisti l'occasione di parlare a un pubblico ancora più vasto proprio mentre la rivoluzione pop abbatteva ogni confine tra cultura alta e bassa. Alle «contaminazioni incrociate» tra arti figurative e musica è dedicata la mostra «Cover - L'arte a 33 giri», in programma al Museo Madre di Napoli fino al 9 settembre. Gli album esposti sono sintomaticamente 333, tutti a disposizione dei visitatori che oltre ad apprezzarne la grafica possono anche procedere all'ascolto. Dalla metà degli anni Cinquanta i rapporti tra musica e arte si fanno sempre più interessanti: la busta che conteneva il disco cessa di essere un anonimo contenitore e si trasforma nel plico chiuso e illustrato, con fotografie o disegni talvolta di pregevole fattura. Alcune delle firme più celebri del periodo si cimentano con questo che, a tutti gli effetti, può essere considerato un nuovo medium artistico: nel 1967 il profeta della Pop Art americana Andy Warhol lancia il «suo» gruppo, i Velvet Underground, con il leggendario album della banana sbucciabile mentre dall'altra parte dell'oceano il suo «omologo» italiano Mario Schifano decorava con le «Stelle» il progetto psichedelico «Dedicato a…». Altro maestro del Pop (stavolta inglese) per «Sgt. Pepper's Lonely Heart Club Band», capolavoro dei Beatles dello stesso anno: sir Peter Blake che per quel lavoro storico, secondo la leggenda, avrebbe incassato appena 200 sterline. Lo stesso Warhol tornerà più volte sul tema grazie ai Rolling Stones (indimenticabile «Sticky fingers» del '71 ma bello anche «Love you live» del '77) ma anche a prodotti più commerciali come il «Silk electric» di Diana Ross dell'82. Per restare in ambito Pop, Roy Lichtenstein presta uno dei suoi celebri profili da comics a Bobby O per «I cry for you» (1983). Il fotografo Robert Mapplethorpe interpreta a suo modo il piano americano di Patti Smith nella copertina di «Horses» (1975). La mostra napoletana passa per il graffitismo dei vari Keith Haring e Jean-Michel Basquiat, le linee sensuali di Guido Crepax e Milo Manara, fino ad approdare ai recenti esperimenti di Julian Schabel per «By the way» dei Red Hot Chili Peppers (2002) e Damien Hirst per «See the light» degli Hours (2009). Ma il supporto, in questi ultimi due casi, è il ben più piccolo Cd. Tutta un'altra musica.

«Cover. L'arte a 33 giri»

Napoli, Museo Madre,

dal 3 luglio al 9 settembre 2009

A cura di Carmine D'Onofrio

Orari: 10-24. Martedì chiuso

Ingresso: intero euro 7; ridotto euro 3,50

Per informazioni: 081 19313016

http://www.museomadre.it/

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