mercoledì 26 agosto 2009

Cos’è quella cosa chiamata tango? di Rubén Andrés Costanzo parte seconda



Nonostante il vento di guerra che soffiava in Europa durante la seconda decade del ‘900 il tango continuava la sua corsa contro la censura da parte potere politico e religioso del vecchio continente e io vorrei fare una parentesi per lasciarvi due visioni sul tango in Italia del 1914, ho trovato molto intelligente l’apologia sul tango apparsa nel mensile romano: “Noi e il mondo”, del messe di marzo di quell’anno, scelgo questo paragrafo di Renato Berninzoni, aurore dell’articolo intitolato “Tango” : “Dunque abbasso la polka e tutte le anticaglie del genere! È giunta l’ora di trovare una danza che sia la parola (dato puta caso che –come dicono gli esteti- si possa parlare anche con le gambe) una danza dunque che sia la parola della nostra civiltà e condensi quel tutto di squisitamente perverso, di ipersensibile, di cerebrale che costituisce il substrato del nostro «io»”. Il resto dell’articolo dimostra che l’autore conosceva bene com’era lo svago nella società italiana dell’epoca e quali erano i balli di moda e le discussioni sulla moralità degli stessi, lui senza dubbio si schierava a favore del tango. Anche Guglielmo Emanuel si schierò a favore del tango, ma non essere certo della sua onestà intellettuale; infatti, sempre nell’anno 1914 ma sulla rivista “L’illustrazione italiana” in un articolo intitolato L’età del Tango, egli inizia un racconto, in prima persona, affermando di aver assistito nella campagna argentina ad una veglia funebre di un bambino celebrata con una festa dove si ballava il tango; è probabile che si riferisse ad un “funerale del angelito8” che nulla centra col tango, ma ha quell’aurea di esotico che colpisce al lettore non informato, il resto dell’articolo è un’interessante e molto dettagliata descrizione del tango danza, ma la prima parte oscura tutto il resto. Purtroppo ancora oggi manca onestà intellettuale su quello che si scrive sul tango, scaffali pieni di libri e articoli di giornale che tentano di parlare di tango ma… forse era meglio non averli scritti.
Dopo la prima guerra mondiale, a Buenos Aires il tango si prepara a una nuova trasformazione che possiamo definire come la migrazione del tango dai piedi dei ballerini alla voce del cantante: la nascita del tango canzone, che non è il tango cantato (genere che già esisteva) ma una nuova amalgama tra musica e poesia quasi inscindibile, inaugurata da Carlos Gardel. La società porteña aveva bisogno di una voce e il tango non poteva rimanerne fuori. Agli inizi del 1920 la Guardia Vieja lascia il palcoscenico all’epoca Decariana, stile di interpretare e comporre il tango che ha il suo rappresentante più importante nella figura dal violinista Julio De Caro, stile che sarà l’essenza tanghera fino al 1955, quando inizia a sorgere la figura di Astor Pantaleòn Piazzola. Entrambi gli stili si sono adattati ai cambiamenti della società rioplatense, non senza polemiche che generalmente iniziavano con la frase: “questo non è tango”.
Questo susseguirsi di stili non vuol dire che uno annulla il precedente, ma che il nuovo raccoglie il testimone del vecchio e a volte, come nel caso di Piazzola, va a cercare in un tango più antico qualcosa che lo stille decariano aveva trascurato: il canyengue, termine utilizzato per identificare il ritmo proprio del tango.
Per ora mi fermo qui, so di aver lasciato aperti molti interrogativi, non era mio interesse fare una storia del tango. Vorrei però continuare a conversare di tango con voi, percorrerlo con le vostre curiosità e i miei dubbi. Forse dovremo buttar giù dalla finestra qualche stereotipo, forse sarà necessario entrare in polverose biblioteche, tra i libri dalla carta ingiallita, nei labirinti di Borges o farse raccontare qualche storia dall’Angelo grigio di Dolina e, perché no, fare un corso accelerato di spagnolo per matti e capire il surrealismo di Ferrer, o fare un giro al giorno in settanta giorni insieme a Cortàzar.
Vi lascio, ho un appuntamento con una pallida biondona di un racconto di Tuñòn, voglio sapere se è vero che il tango è nato nel bordello. Arrivederci alla prossima.

Rubén Andrés Costanzo

la foto è di Pat Ferro

Bibliografia di riferimento:
Lauro Ayestaràn La musica en el Uruguay. Montevideo. Servicio Oficial de Difusiòn Radio Electrica. 1953
AAVV Historia del Tango: Sus origenes. vol. 1 Buenos Aires. Ediciones Corregidor. 1976
AAVV Historia del Tango: Primera Epoca . vol. 2 Buenos Aires. Ediciones Corregidor. 1993
AAVV Historia del Tango: La Guardia Vieja. vol. 3 Buenos Aires. Ediciones Corregidor. 1977
Horacio Ferrer. El libro del Tango vol. 1 e 2 Buenos Aires Ediciones Ossorio-Vargas. 1970
Blas Matamoro. La ciudad del tango. Buenos Aires. Editorial Galerna. 1969
Ventura R. Lynch. Cancionero Bonaerense. (riestampa della prima edizione del1883) Buenos Aires. Imprenta de la Universidad. 1925
Tulio Carella. El Tango mito y esencia. Buenos Aires Ediciones doble P. 1956
Luis Adolfo Sierra. Historia de la orquesta tìpica. Buenos Aires. A. Peña Lillo Editor srl. 1976

Note:

1 Horacio Ferrer op. cit. in Ernesto Sabato Tango discusiòn y clave. Buenos Aires Editorial Losada 1963
2 Rioplatense: Rio de la Plata è il fiume sul quale sono state fondate le città di Montevideo e Buenos Aires, il termine rioplatense è l’aggettivo che identifica la provenienza da quella zona
3 Porteño: aggettivo che identifica la provenienza dalla città di Buenos Aires
4 Josè Gabello. El tango como sistema de incorporaciòn. Buenos Aires, Academia Porteña del Lunfardo. 1987
5 Jorge Luis Borges. Il tango, Poesia del libro L’altro, lo stesso. JLBTutte Le opere. Arnoldo Mondadori Editore. Milano.1994
6 Viejo Tanghero: Vecchio Tanghero
7 Guardia Vieja: Vecchia Guardia
8 Funeral del angelito: Rito religioso nato dal sincretismo tra antiche tradizioni sudamericane e le tradizioni del culto Cattolico Romano praticato in varie zone di Latinoamrica e nel nord ovest della Argentina, la credenza popolare sostiene che con la morte un bambino diventa un angioletto in paradiso e viene celebrato con danze e musiche

3 commenti:

Federica ha detto...

Complimenti, un articolo chiaro e interessante ma anche molto piacevole. Aspettiamo la prossima puntata!

Federica ha detto...

Complimenti, un articolo chiaro e interessante ma anche molto piacevole. Restiamo in attesa delal terza puntata!

Andrea Aguzzi ha detto...

ne seguiranno altri nei prossimi mesi e vedrai che non ti deluderanno :-D

Empedocle70