martedì 15 settembre 2009

Un Tango nel Bordello di Rubén Andrés Costanzo parte seconda


Alla fine dell’800 Buenos Aires e Montevideo erano il centro di piccolo universo, la loro forza di gravità attirava milioni di disperati, dall’Europa principalmente. A causa di una cattiva accoglienza molti tornavano in pochi mesi alla terra d’origine, altri rimanevano ammucchiati nei sobborghi. La maggioranza di questi immigrati erano uomini. Per dirla come Scalabrini Ortiz: l’uomo di Buenos Aires è “un uomo solo che attende”8 , e un uomo in queste condizioni ha bisogno di compagnia femminile. La prostituzione in Buenos Aires e Montevideo, tra il XIX e il XX secolo9, era sicuramente un’attività redditizia dato che lo svago degli immigrati passava dal bordello.
La nascita di un mito. A partire degli anni ‘20 si comincia a scrivere la storia del tango; le cui narrazioni sulle sue prime età, raccolte da diversi scrittori, ci danno l’immagine di un mondo postribolario, racconti che non trovano riscontro nei documenti ufficiali (archivi municipali e di polizia, licenze per postriboli). Certo, sarebbe ingenuo credere di trovare documenti in merito, ma questa mancanza di fonti ufficiali non toglie veridicità alle testimonianze di tanti uomini che hanno visto musicisti animare con tanghi le serate nelle case chiuse.
Inoltre, la maggioranza dei narratori apparteneva alla classe alta che frequentava i quartieri umili solo per divertimento, senza conoscere la vita quotidiana e onesta di quei luoghi.
Non ci sono dubbi che tra il XIX e il XX secolo, il tango circolava nei bordelli e dintorni. Alcuni luoghi erano molto ambigui come le Academias in Montevideo, o i Piringundines in Buenos Aires. Vicente Rossi nel suo celeberrimo libro Cosas de negros10 sostiene addirittura che il tango nasce in una Academia conosciuta col nome di San Felice nei sobborghi di Montevideo. Al di là di questa affermazione categorica, andiamo a vedere che attività vi si svolgevano. Oggi il successo di una discoteca è in parte dovuto alla presenza femminile, per questo motivo si offrono ingressi gratis o agevolazioni nel prezzo al gentil sesso; a Buenos Aires o Montevideo, nei primi anni del novecento, c’erano poche donne a cui offrire ingressi gratuiti alle serate danzanti, ma i gestori delle Academias si arrangiavano assumendo “ballerine” e facendo pagare agli uomini una modica cifra per ogni brano ballato, così che per gli “uomini soli” della classe bassa rioplatense il divertimento era assicurato. Tutti gli studiosi concordano che in questi ritrovi si andasse soltanto a ballare e non a far sesso, ma su quello che le ballerine facessero dopo la seduta di ballo non veniva mai registrato. Non so quanto sia vero, ma i libri ci raccontano che le donne venivano scelte in base alla bravura nella danza e non per la bellezza, da essi sappiamo che le ballerine portavano gonne corte per facilitare i movimenti durante il ballo, questo permetteva di scoprire le caviglie (erotismo d’altri tempi), bisogna aggiungere che se una donna ricorreva a questo tipo di lavoro era per necessità e non per il piacere artistico della danza.
In questo periodo agli uomini della classe alta di Buenos Aires non mancava il divertimento; due luoghi di svago sono stati resi famosi dalle parole di un tango: “Vos fuiste el rey del bailongo en lo de Laura y la Vasca…”11diversi frequentatori ci dicono che queste due signore gestivano postriboli organizzando serate danzanti per uomini di classe sociale elevata, come preludio agli incontri sessuali. Musicisti del livello di Rosendo Mendizabal, (autore del tango El Entrerriano) hanno suonato in questi luoghi.
Nonostante non siano stati citati in tanghi famosi, erano molti i bordelli che offrivano serate di ballo con musicisti di alto calibro.

Agli inizi del XX secolo, nel quartire della Boca, divenne famoso l’incrocio (esquina) delle vie Suarez e Necochea grazie ai numerosi locali che eseguivano tango di buon livello; nonostante fossero solo locali da musica non era difficile trovare nelle vie adiacenti numerosi postriboli, non dimentichiamo infatti di trovarci nel quartiere del porto di Buenos Aires12.
Tra i luoghi che possiamo definire “ambigui” per la commistione di musica, sesso e malavita, possiamo inoltre citare: verso nord i Raduni della Recoleta13, i locali del parco di Palermo, le tende di Retiro; verso ovest Los corrales (dove i mandriani radunavano gli animali per il macello).
Molti vedono l’origine prostibolaria del tango in alcuni brani con titoli a doppio senso. Va ricordato che il tango primitivo era una danza e la musica veniva creata in base a questo bisogno; nonostante ciò alcuni di questi brani avevano ritornelli divertenti o osé, mentre in altri i titoli erano con doppio senso; per esempio: Dame la lata (Dammi il gettone – in riferimento al gettone che il cliente dava alla prostituta come prova del pagamento) di Juan Pèrez, La Clavada (La Chiavata) di Zambonini, La Cara de la Luna (scritta sullo spartito in modo da intuire La Concha de la Lora – La f… della prostituta) di Manuel Campoamor; la lista potrebbe proseguire ma come esempi credo siano sufficienti.
Questi argomenti ci dimostrano certo il passaggio del tango nell’ambiente del sesso a pagamento, ma non che questo sia il suo luogo di nascita.


... continua domani
Foto di Pat Ferro


8 Raul Scalabrini Ortiz. L’uomo che è solo e attende, Bompiani. Milano. 1934
9 Albert Londres, El Camino de Buenso Aires (La trata de blancas) Editorial Excelcior. Bs.As. s/data ( pubblicato nei attorno il 1928)
Yvette Trochon, Las rutas de Eros La trata de blancas en el Atlàntico sur. Argentina, Brsil Uruguay (1880-1932). Editorial Taurus. Montevideo 2006
10 Vicente Rossi, Cosas de Negros. Libreria Hachette. Buenos Aires 1958 (la prima edizione e del 1926)
11 Trad.: “Tu sei stato il re del ballo da Laura e la Basca”, Parole tratte del tango: No aflojès (Non mollare), scritto da Mario Battistela con la musica di Pedro Maffia e Sebastian Piana. Suonato per prima volta dall’orchestra di Pedro Maffia nel 1934, ma reso memorabile dalla voce del canatante Angel Vargas con l’orchestra di Angel D’Agostino in una regsitrazione del 1940.
12 Luis Adolfo Sierra. Historia de la orquesta tìpica. Buenos Aires. A. Peña Lillo Editor srl. 1976. Vedere pagina 34
13 Josè Antonio Wilde, Buenos Aires desde setenta años atràs (1810-1880). Eudeba. Bs. As. 1960. Vedere pagina 251

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