Per parlare di questo disco cominciamo facendo un po’ di storia: verso la fine degli anni cinquanta, nacque la bossanova. Per convenzione si fa partire questo genere musicale con la pubblicazione di "Chega de Saudade", scritta da Tom Jobim e Vinicius De Moraes e interpretata da João Gilberto, mentre per i critici musicali si fa coincidere la fine del movimento stesso nel '65, con il primo festival di musica popolare brasileira, vinto da Elis Regina con "Arrastão" composta da Edu Lobo e dal proprio Vinicius. Nacque cosí la MPB o musica popolare brasileira che comincia la sua traiettoria verso un pubblico piú vasto, incastonando nella matrice bossanovista e nelle musiche tradizionali (come il samba), dei tasselli estratti da altre influenze musicali, raggiungendone l´apice di questa tendenza nella fase tropicalista di fine anni sessanta.
Quando si parla di bossanova, i personaggi che vengono subito in mente sono sempre Jobim e Gilberto. Non possiamo peró dimenticare che Vinicius é un personaggio chiave. Se infatti i primi due si sono trascinati dietro lo spirito della bossanova per il resto della loro carriera, Vinicius lo esorcizza rinnovando, grazie anche al suo ecclettismo che lo vede impegnato su vari fronti artistici fra i quali il giornalismo e la drammaturgia. Gli anni sessanta in Brasile sono poi anni di grande ricchezza, freschezza e rinnovamento culturali, anche perché se la bossanova é riuscita ad influenzare il jazz americano, quella freschezza e libertá strumentale tipiche del jazz entrarono pesantemente in una nicchia di musicisti brasiliani, per non parlare di quello che successe poi con il tropicalismo. "Os Afro-Sambas", esce nel '66, un anno dopo "Arrastão". Vinicius rimase affascinato dalla musicalitá afro-brasileira nelle sue manifestazioni piú ancestrali; nel Candomblé, la più diffusa religione africana, nel samba di roda e nella capoeira. Cosí, dopo una accurata ricerca in territorio baiano, che più di ogni altro ha saputo mantenere viva la cultura africana, Vinicius e Baden, mettono insieme tutto il materiale raccolto e lo fondono con maestria alla loro bossanova. Per la prima volta si sente il battito degli atabaques accompagnare il suono del flauto, l´agogó scandire il tempo per la chitarra, egregiamente suonata da Baden Powell. Sicuramente Vinicius e Baden, hanno voluto rendere omaggio alla tradizione afro-brasileira senza la quale la bossanova non sarebbe mai esistita e non avrebbe potuto cosí deliziare i salotti della borghesia carioca, aiutando un poco la società brasiliana a volgere lo sguardo alla cultura afro-popolare perseguita e ghettizzata. Un album che a distanza di oltre 40 anni rimane attuale e coinvolgente, tecnicamente ineccepibile, ben arrangiato e prodotto: Baden Powell si sente perfettamente a suo agio, lui che é abituato ad unire il classico con il popolare e Vinicius canta in modo gentile e confidenziale.
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