lunedì 5 settembre 2011

Stefano Pilia, Healing memories and other scattering times, Lastvisible Dog,


Per ascoltare questo disco non fate come me. Non scegliete una accecante giornata di sole estiva. Ascoltatelo in autunno, meglio, magari in una di quelle giornate un po’ nebbiose, quando i colori accesi delle foglie si uniscono al grigio uniforme delle nebbie e i suoni attorno diventano ovattati e confusi. Perfino gli odori diventano un po’ dolciastri e ci si sente tristi e un po’ introspettivi.
Sono sicuro che allora darà il meglio di se.
Un disco bellissimo questo, con Stefano Pilia che tratta, modifica, gioca con la sua chitarra ricavandone drones intensi, spetrali e colorati come aurore boreali. Un disco vicino a certe idee di “quasi prog” di altre scene musicali come quella attorno a cui gravitano gruppi come i GodSpeed You BlackEmperor e i Sigur Ros, ma senza quella epica che carica l’ensemble canadese e quel senso di animazione sospesa del gruppo islandese.
Non ci sono voci, solo in alcuni brani gli inserimenti elettronici di Massimo Carozzi e Valerio Tricoli, per il resto domina il suono saturo, a volte nitido, a volte distorto della chitarra di Pilia che si dilata, aleggia, si sparpaglia, ritorna a illuminare titoli come “healing memories..”, “the holy sailor” … “godspeed gnome” … prometto di riascoltarlo in autunno … a tutto volume, perdendomi nei suoi drones e nei suoi loop. September is here again.

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