venerdì 1 giugno 2012

Recensione di to r.s. di Riccardo Dillon Wanke




Parliamo un po di Riccardo Dillon Wanke. E’nato a Genova nel 1977, ha vissuto a Milano dal 1983 al 2004, dal 2005 vive e lavora a Lisbona. Si definisce un compositore e polistrumentista (piano/organ/keyboards, chitarra e sax) che opera nel campo della musica sperimentale dal 2000. E può vantare un serie di collaborazioni con Giuseppe Ielasi, Stefano Pilia, David Maranha, Margarida Garcia, Manuel Mota, Francesco Dillon e Renato Rinaldi. É membro fondatore di Medves e recentemente ha dato vita al trio, Dru, dove suona il Fender Rhodes insieme all'organo di David Maranha e la chitarra di Manuel Mota. Il suo CD del 2008 per Sedimental (USA) "Caves" é stato segnalato da "the Wire" come uno dei migliori debutti dell'anno.
In questa recensione ci occupiamo di un suo lavoro, to r.s., datato settembre 2010 che non poteva sfuggire al radar acustico del Blog Chitarra e Dintorni in quanto prevede l’uso di elettronica, chitarra e basso elettrici.
Non saprei se definire Dillon Wanke come un minimalista. O un post minimalista. Di sicuro le sue strutture musicali sono essenziali, ridotte al minimo e di natura improvvisativa. L’attenzione sembra essere totalmente concentrata nella dimensione del suono nello spazio con un tecnica che si basa sull’utilizzo di texture e loops utilizzando basso e chitarra come generatori filtrati. I riferimenti sembra no andare dall’ambient di Brian Eno, alle sovrapposizioni di Cage, al minimalismo di La Monte Young e di Terry Riley. Il concetto base è di tipo cinematico, il montaggio delle scene, un viaggio in una geografia basata sull’improvvisazione, alla ricerca di una sensibilità squisita.
Lunga vita.

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