lunedì 4 giugno 2012
Recensione di Solo Acustic Guitar di M Tabe
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Prima o poi doveva succedere. I chitarristi elettrici non sanno resistere al fasciano di una 12 corde acustica e prima poi la imbracciano e provano a ricreare le loro topografie sonore con il nuovo strumento.
E così Marco Tabellini passa anche lui alla chitarra acustica seguendo le orme di tanti come lui. E la cosa non poteva lasciare tracce sul suo stile già così asciutto e minimale.
Rispetto ai suoi lavori elettrici avverto un maggiore avvicinamento alle idee di John Fahey: M Tabe suona un blues astratto e materico, ritmicamente più ricco e fantasioso e con una maggiore vena melodica.
Rispetto al suo Guitar Improvisation Project uscito per AlchEmistica l’anno scorso e dove si respirava un certo astrattismo Zen, qui Tabellini sembra attingere più a un repertorio di tipo europeo e pur avendo presenti modelli di improvvisatori come Frith e Bailey si nota una grande attenzione per la melodia e per una struttura più definita dei brani.
Musica atmosferica, tempi sospesi e dilatati, grande creatività alleata a una grande attenzione per la memoria e la tradizione, M Tabe continua la sua carriera di brillante improvvisatore aggiungendo un nuovo tassello alla sua produzione, non possiamo che augurargli di non fermarsi e di continuare così, sempre.
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