giovedì 22 gennaio 2009

Recensione di Linee di Fuga di Paolo Angeli di Empedocle70



Non fate caso al ritardo per questa recensione, il disco è stato pubblicato nel 1997 dall'indipendente bolognese Erosha, ma non c’è problema: dischi come questo non invecchiano nel giro d'una stagione. Circa 45 minuti di esperimenti sonori con un suono curioso ed affascinante che simile a certe idee aliene di Fred Frith oppure a certi colori bizzarri del violoncello di Tom Cora (cui è dedicata una sezione molto emozionante del cd), o certe cose sghembre e un po’ stralunate di Eugene Chadbourne.
Ma qui siamo su altre strade: Paolo Angeli applica una personale e sconvolgente visione alla forma musicale tradizionale e folk. E’ una sintesi maturata da una analisi dettagliata e introspettiva della musica tradizionale per chitarra sarda riuscendo ad estrapolarne particolari profondi e significativi, incrociandola con le migliori forme di avanguardia chitarristica. Il risultato è un caleidoscopio ricco di colori, in grado di emergere e reggersi da solo in piena autonomia artistica.
Linee di fuga è un lavoro che richiede apertura mentale, ma che ripaga l'attenzione con brividi sonori inediti, scusate se è poco.


Vincitore del Concorso Posada Jazz Project.



Empedocle70

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