Se fosse un oggetto, sarebbe un juke box: per ascoltare la musica, però, non c'è bisogno di una monetina, ma basta scegliere una canzone, una band, un genere musicale. E godersi le musica. Attraverso l'archivio online di Wiki-media music i gruppi emergenti possono condividere i loro brani, legalmente e senza costi. Come? Utilizzando le licenze Creative Commons che consentono di tutelare l'attribuzione dell'opera e, allo stesso tempo, di facilitare la circolazione in rete. Questo è il prodotto di un progetto lanciato ufficialmente durante il recente festival del Mei, il meeting delle etichette indipendenti, che potrebbe diventare un punto di partenza per altre iniziative. Dice Giordano Sangiorgi, presidente di Audiocoop e promotore dell'evento: «Stiamo dialogando con Siae per aiutare i giovani autori a entrare nel mercato a costo zero con una licenza sperimentale, simile alle Creative Commons: potrebbe avere una durata limitata, per esempio un anno, poi chi continua si iscrive alla Siae».
Ma per emergenti e professionisti che vogliono raggiungere il pubblico attraverso internet le occasioni non mancano. Se gli Arctic Monkeys sono arrivati al primo posto nella dassifica dei singoli più venduti nel Regno Unito, lo devono anche all'idea di far ascoltare le loro prime canzoni su MySpace. I fan, poi, hanno contribuito al passaparola con una rete per la condivisione di musica e altri file, BitTorrent.
Hanno seguito un percorso simile band esordienti italiane come gli indie rock «Luce della centrale elettrica», gli emo «Darii» e gli electro pop «Il Genio». Anche alcune popstar sperimentano la strada della distribuzione gratuita: Prince ha allegato a un quotidiano inglese la sua ultima opera, puntando sull'incasso dei suoi concerti (ma la casa discografica Sony Bing si è poi rifiutata di venderlo nei negozi inglesi).
Uno spazio che riunisce artisti, fari e curiosi è Jamendo: i gruppi musicali possono pubblicare i loro album (o soltanto alcuni brani) con licenze Creative Commons. Gli appassionati li ascoltano, si cambiano consigli, scrivono recensioni. Si guadagna qualcosa? Jamendo propone tre alternative: donazioni dirette agli artisti (con un minimo di 5 euro), condivisione degli incassi pubblicitari al 5o%, oppure programmi ad hoc per la commercializzazione. Dal 2004 sono stati 13mila gli album aggiunti a Jamendo e 70mila le recensioni dei membri della community.
E se fossero i ascoltatori a decidere quanto pagare? Un anno fa i Radiohead si sono affidati alle offerte libere chiedendo agli acquirenti di fissare il prezzo per «In Rainbows» (una cifra che poteva essere anche pari a zero). Tre mesi dopo è arrivato nei negozi il cofanetto con brani inediti di «In Rambows». Secondo la Warner il gruppo musicale inglese ha guadagnato in 90 giomi più dell'intero incasso di «Hail to be thief», l'opera precedente: inoltre, se i cd venduti sono stati 1,7 milioni, il box è arrivato a dicembre nei negozi è andato a ruba con 100mila copie (a 40 sterline).
Quello del prezzo fissato dagli ascoltatori è un tentativo seguito anche dai musicisti che non possono contare su un pubblico globale. I Marillon (progressive rock) si sono spinti oltre: l'album si può scaricare direttamente attraverso reti peer to peer, lasciando una donazione o gratuitamente. Appena finito il download, appare un video della band che indicale date del tour e mostra prodotti di merchandising. Alcune comunità di appassionati puntano proprio sulla costruzione della fiducia tra pubblico e artista: il servizio di Magnatune, per esempio, consente agli autori di pubblicare canzoni ordine e alle persone di decidere il prezzo (partendo da una cifra minima di cinque dollari fino a un massimo di diciotto). Altra formula è quella del "mercatino musicale". Amie Street ha ricevuto finanziamenti da Amazon: l'ascolto dei brani appena arrivati online è gratuito, ma, se diventano popolari, il prezzo sale gradualmente fino a 98 centesimi, il costo standar per la vendita online di musica.
Trent Reznor dei Nine Inch Nails ha scelto una strategia ibrida per l'album strumentale Ghost I-IV ha deciso di diffondere alcuni brani liberamente, ma offre l'intera opera per cinque dollari. Band storiche come gli Ac/Dc e i Guns & Roses hanno preferito canali specifici: se il gruppo heavy metal vende negli Stati Uniti solo sul portale della catena Walmart, le "pistole e le rose" hanno preferito portare le copie di «Chinese democracy» negli outlet est Buy. La Federazione internazionale dell'industria fonografica (Ifpi) ha rilevato che la musica digitale nel 2007 ha raggiunto vendite per tre miliardi di dollari, il 40% in più sull'anno prima: i brani singoli rappresentano la metà del valore degli acquisti. Secondo l'Ifpi, inoltre, il Giappone è un mercato di frontiera per l'abitudine di comprare musica sul cellulare e per la diffusione di telefonini (100 milioni di apparecchi e 70 milioni di utenti per i servizi 3G): i musicofili nipponici hanno scaricato più canzoni che suonerie. Meditate, gente, meditate ….
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