In quattro giorni strepitosi il maestro Salvatore Zema, direttore artistico, della XII edizione degli incontri chitarristici del Mediterraneo, ci restituisce il ritratto di un appuntamento che ha messo in scena un’ampia schiera di musicisti , che con le loro note hanno dato voce ai significati più inafferrabili.Nei Saloni di rappresentanza del Comune e della Provincia di Reggio Calabria si sono tenute le masterclass ed i concerti di mezzogiorno con trenta giovani, belli, giocosi, che hanno suonato con piglio solare di luminoso ottimismo, apprendendo la lezione dai nove grandi maestri che si sono alternati in uno splendido intreccio di chitarre dal suono sontuoso e cesellato. Il Salone delle esposizioni dell’Amministrazione Provinciale ha ospitato l’aristocrazia della liuteria italiana Candela, Di Lernia, Fasanaro, Frignani, Grimaldi, Sansone, Scaglione, Scandurra, Serracini e Silvia Zanchi. Un perfetto gioiello d’equilibrio esecutivo, il concerto di giovedì 11 dicembre tenuto all’auditorium del Conservatorio “Cilea” dal toscano Giorgio Albiani ,che esegue una serie di brani , un pellegrinaggio dell’anima, che fa scaturire brevi prose di grande intensità, insieme ironiche, sarcastiche.Una valanga di classici della chitarra suonati con virtuosismo, esce dalle mani dello spagnolo Javer Garcia Moreno, uno dei migliori interpreti d’oggi. Suono fabulatore, espresso nella consueta prosa altiloquente, quello messo in scena dal catanese Agatino Scuderi e dal napoletano Ciro Carbone, venerdì 12 dicembre all’Auditorium del Cipresseto.Cammei fascinosi incisi con drammatica vitalità esecutiva le note che escono dalla chitarra di Scuderi.Una miscela di fraganza sonora, l’esecuzione di Carbone, musica napoletana, tracce di ballate provenzali.Il che ci conferma che, quando la musica è veramente bella e riuscita, può appartenere a molte epoche perché il suo senso continua a dispiegarsi ad ogni nuova lettura.Un prezioso intarsio di suoni e forme musicali il concerto di sabato13 dicembre nel salone delle conferenze del palazzo della Provincia, tenuto dal casertano Angelo Barricelli e dal francese d’origini armene Laurent Boutros. Barricelli potremmo nominarlo esperto in “paesologia”, disciplina inesistente ma necessaria, la sua chitarra ci racconta l’abbandono e lo smarrimento, la memoria e l’oblio con un timbro esatto e crudo che fotografa la realtà del nostro mezzogiorno.Gli indizi autobiografici che traspaiono dall’esecuzione di Boutros, nei suoi brani che lui scrive, trasmettono la condizione del dolore la ferita che ha segnato il popolo armeno insieme all’impossibilità di raccontare la realtà direttamente.Un concerto che esprime grande vitalità e che racchiude la ricerca di mille sentieri, quello di domenica 14 dicembre al Palazzo della Provincia del messinese Nicola Oteri e dell’ensemble di chitarre palermitano “V.Bellini”.Le note di Oteri come dispositivo per misurare il tempo, traducendolo in sentimenti emozioni, ricordi.Il suono dell’ensemble di chitarre “V.Bellini” restituisce un’anima alle cose, le trasforma in specchi eloquenti in allegorie mute. Splendidi questi quattro giorni dedicati a chi ama la chitarra, ma anche a chi voglia lasciarsi stregare dal sogno della Fata Morgana.
Enzo Tromba
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