Da “Strumenti e Musica” luglio 2002
Opere contemporanee per chitarra incise da Eugenio Becherucci
E’ stato pubblicato nei giorni scorsi un ottimo CD di musica contemporanea per chitarra.
Ne è interprete il M° Eugenio Becherucci, validissimo concertista, docente presso il Conservatorio di Frosinone. La selezione dei brani proposti nel CD, intitolato The guitar music of the next age, intende mettere in evidenza le molteplici sonorità espressive che la chitarra può regalare. La raccolta comprende undici opere compste dai chitarristi Podera, Cavallone, Becherucci, Gammanossi, Giuffredi e Jappelli, tra i più rappresentativi della nuova generazione. Come indicato nella prefazione, nel CD è possibile ascoltare le voci di diversi autori e di apprezzarne la varietà di stili e le differenti scelte operate dagli stessi in rapporto alla scrittura e ai diversi indirizzi di ricerca (si va dal modale-tonale all’atonale-seriale). Accomuna tutti gli autori una sensibilità simile verso le peculiarità timbriche dello strumento che porta a riscoprire la chitarra come unica protagonista. Sempre viva la tensione d’ascolto, grazie alla varietà dei brani; il risultato è di gradevole fruibilità. I compositori non necessitano certo di presentazione in quanto sono conosciuti ed hanno all’attivo numerose composizioni, pubblicate da varie case editrici.
Eugenio becherucci dimostra grandi capacità sia tecniche sia interpretative, che ben evidenziano le caratteristiche degli ottimi brani presentati, destinati ad entrare nel nuovo repertorio dei chitarristi. Il CD è pubblicato dalla casa discografica Sinfonica di Milano.
Marta Paginoni
Da “Seicorde” gennaio-marzo 2003
Piccole schegge di cultura
Attenzione che il titolo “The guitar music of the next age” è un po’ fuorviante. Perché questo repertorio non è per nulla ostico e la chiarezza esecutiva dell’interprete, frutto di un progetto coerente, è di per sé una guida solida all’ascolto.
Il titolo del compact sembrerebbe suggerire i toni forti e perentori di un’avanguardia. Niente paura perché in realtà si tratta di piccoli pezzi, manciate di minuti, che hanno il carattere della riflessione colta. Sono brevi lavori d’intelletto, piccole schegge di cultura, reminiscenze di storia musicale che tenta di contestualizzarsi, realizzandosi a misura di chitarra contemporanea.
Dunque nessuna rottura o contrapposizione polemica con la tradizione. Infatti i legami con quel passato che si vorrebbe superare restano, e forti. A ben vedere, non di “next age” si tratta. E’ proprio la nostra epoca, fatta di comunicazione per aforismi, alla ricerca di commistioni, del cosiddetto crossing-over o forse, per dirla in parole povere, a caccia più che altro di compromessi culturali. Poi le sonorità stesse dello strumento di Becherucci rappresentano ancora un esplicito ancoraggio alla tradizione: c’è il gusto per il bel suono, tondo, tornito, coltivato nella ricerca timbrica. Il compact si affianca all’edizione a stampa dei brani – scritti tra il 1990 e il 2001 – pubblicati sempre da Sinfonica.
Elena Caneva
Da “Il Fronimo” aprile 2003
Eugenio Becherucci
The guitar music of the next age, musiche di Marco Gammanossi, Nicola Jappelli, Eugenio Becherucci, Bruno Giuffredi, Franco Cavallone, Giovanni Podera e Vittorio Vinay (quasi tutti chitarristi) scritte negli ultimi dodici anni, ben incise e interpretate con cura e convinzione. Buina occasione per constatare che i chitarristi compositori italiani evitano certi manierismi e automatismi molto comuni nelle opere dei loro colleghi stranieri.
Da “Guitart” luglio-settembre 2004
The guitar music of the next age
Tra le case editrici maggiormente impegnate nell’opera di rinnovamento del moderno repertorio chitarristico, una delle più attive è certamente la milanese Sinfonica, sin dagli esordi distintasi per la costanza e qualità delle sue proposte, come testimoniato anche dalla presente realizzazione discografica. In questa incisione il chitarrista Eugenio Becherucci (uno specialista del repertorio contemporaneo) affronta numerosi nuovi lavori di promettenti compositori italiani, tutti editi nel catalogo della stessa casa editrice. Comune denominatore è un atteggiamento compositivo che sembra privilegiare l’indagine timbrica della chitarra, con risultati espressivi che puntano, pur nei vari linguaggi affrontati, ad una marcata peculiarità strumentale. Si parte con la propulsiva ed efficace Toccata di Marco Gammanossi (vagamente riecheggiante atmosfere alla Prokof’ev), a cui fanno seguito il più sospeso Su echi di Mompou di Nicola Jappelli (liberamente ispirato alle 6 impressioni pianistiche del compositore catalano), poi, un Tema con Variazioni dello stesso Becherucci (di carattere modale ed elaborato su interessanti modelli di scrittura), ed, ancora, l’onirico e crepuscolare Beubelet di Bruno Giuffredi, poi, i più introversi Vielle comptine au parfum d’eglantine e Tendres eclairs dans les souffles du soir di Vittorio Vinay e le articolate Tre impressioni di Franco Cavallone, ed, infine, a completare la scaletta, Notturno Indiano dello stesso Becherucci, seguito dai suggestivi Prélude à la nuit e Nocturne di Giovanni Podera e, in chiusura, dalla Bagattella, ancora di Gammanossi (coinvolgementemente venata di atmosfere “pop”). Ben centrate tutte le esecuzioni, che dimostrano come Becherucci sappia muoversi sempre a proprio agio in un repertorio così ricco.
Piero Viti e Adriano Sebastiani
Da “Il Tempo” giovedì 7 febbraio 2002
Una sala, una chitarra, un poco di luce. Così, parafrasando una celebre canzone napoletana, si potrebbe condensare il secondo concerto dei docenti del conservatorio “Licinio Refice” dato dal maestro Eugenio Becherucci martedì sera nel salone di Viale Michelangelo.
Davanti a un buon pubblico, composto da giovani studenti, da appassionati e da colleghi, Becherucci ha prima introdotto il programma illustrando gli elementi per un ascolto più consapevole. Poi ha imbracciato la sua chitarra, opera, tra l’altro, di un frusinate, il liutaio-chitarrista Nazzareno Massimiliani, e ha iniziato il suo viaggio tra le pagine del novecento: prima la virtuosistica “Toccata” di Gammanossi, poi il lirico e misterioso “Su echi di Mompou” di Jappelli, quindi due pagine di Podera, le brevi “Impressioni” di Cavallone, “Beubelet” di Giuffredi e infine, prima della conclusiva “Bagattella”, di Gammanossi, il “Tema con Variazioni”, opera dello stesso Becherucci risalente a quasi dieci anni fa.
Viaggio a volte sorprendente, a tratti convenzionale e in qualche pagina prevedibile: la chitarra, tuttavia, e le capacità tecniche di Becherucci, hanno accompagnato l’ascoltatore tra i meandri della politonalità e dell’atonalità, della scrittura accordale quasi tardoromantica come pure dell’algida formale razionalità. E hanno fatto la loro parte anche il suono, ben reso dal versatile strumento, e il “bastone”, quello ritmico, capace di sostenere il viandante nel viaggio chitarristico.
Applausi meritati al termine…
Camillo Savone
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