sabato 24 gennaio 2009

Speciale Paolo Angeli: intervista di Empedocle70 parte seconda

Empedocle70: Facciamo un gioco: ti faccio alcuni nomi, che penso siano legati alle tue idee musicali, mi dici se ci ho azzeccato e che cosa significano o hanno significato per te? Incomincio:

Paolo Angeli:
- Police : Summer è il collante e insieme a Towshed (The who) un grande esempio di anti virtuosismo nel rock.
- Tom Cora: un rimpianto non aver mai potuto suonare con lui. È lo spunto per cui ho iniziato ad usare l’arco. Una cavalletta in simbiosi con il suo violoncello, uno dei massimi esempi di strumento quale estensione del proprio corpo.
- Ex: politica e vita musicale inossidabilmente legati. La libertà e l’utopia rossa del punk più creativo.
- Keith Rowe: uno dei padri della chitarra perparata. Massimo rispetto.
- Frank Zappa: troppo geniale per essere preso sul serio dai bigotti dell’accademia.
- John Zorn: un bravo musicista preso troppo sul serio.
- Ennio Morricone: straordinario melodista, il suono del West cullato dal fischio e dalla chitarra tutta frequenze medie!
- Harry Partch: un genio dell’arte del creare strumenti. L’incarnazione del pensiero libero americano senza tabù.

E.: Ascolti mai musica classica o musica per chitarra classica contemporanea?

P.A.: Ascolto con piacere tre chitarristi italiani: Marco Capelli, Maurizio Grandinetti, Walter Zanetti.
In generale preferisco ascoltare altri strumenti.


E.: Hai una discografia davvero impressionante e ho notato che preferisci le incisioni live a quelle in studio, anche la tua ultima fatica Tessuti è stata registrata live, scelta azzeccata visto il carattere “improvvisativo” della tua musica, ma se tu dovessi consigliare a una persona che non conosce la tua musica … che dischi gli diresti di andare ad ascoltare per primi?

P.A.: Partirei dagli ultimi…perché un artista si ritrova dinamicamente nel suo presente. Se poi ha pazienza gli suggerirei di guardare al passato. Di Linee di Fuga mi convincono ancora le parti più rumoriste, di bucato condivido quasi tutto. Dove Dormono gli Autobus e Nita li sento immortalati: sono una parte molto importante della mia vita.

E.: Quale significato ha l’improvvisazione nella tua ricerca musicale? E’ vero che non sai leggere le partiture musicali, o è una leggenda?

P.A.: Baso l’80% del mio approccio sull’improvvisazione. Le partiture…lasciamo vivere la leggenda? Non amo leggere la musica e non l’ho mai fatto in dimensione live (se non per ricordare le macro strutture). So decodificare una partitura ma non mi sognerei mai di affrontare un concerto senza averla digerita e memorizzata integralmente. Detto questo sono consapevole che è un limite ma…alla soglia dei quaranta cosa posso farci? :-D

E.: Consigliaci cinque dischi per te indispensabili, da avere sempre con te.. i classici cinque dischi per l‘isola deserta …

P.A.: Troppo pochi…mi annoierei! Bene ci provo!
Il cofanetto live di Björk (e già sono 4!), Skeleton Crew o Speechless o Gravity o Dropera (Frith), Gli Aggius (Coro del galletto di Gallura), la gara di canto tra Francesco Cubeddu e Mario Scanu (chitarra Adolfo Merella) e…porterei un collegamento wirless per ascoltare tutto quello che diffonde internet.


E.: Che cosa stai ascoltando ultimamente? So che sei un ascoltatore compulsivo, quando ti piace qualcosa o qualcuno ti fissi e raccogli la sua discografia completa, dacci qualche consiglio.

P.A.: Sto divorando l’intera discografia di Carla Kihlstedt, una musicista eccellente, onnivora, in grado di spaziare tra il pop più raffinato, l’avant-rock, la free music. Poi ascolto due compilation fantastiche di musica Funky nigeriana pre Fela Kuti, l’intero catalogo della Terp - etichetta di Terry Ex in gran parte dedicata all’Africa - Hanne Hukkelberg, sublime pop norvegese, Amanda Jayne, Volta (Björk), il mitico Tom Zé, visionario compositore brasiliano. Sto diventando pigro e…mettere un Cd nel computer mi costa più fatica che accedere a youtube o myspace. Un esempio?In questi giorni ascolto la Crappy Mini Band, una sorta di post punk band che usa strumenti giocattoli e le loro gemmazioni (scena creativa belga/nipponica)...ieri ho passato al setaccio 6 versioni live di ‘In Your Eyes’ di Peter Gabriel! Un’ora immerso nel sound anni ’80.

E.: Il Blog ha aperto di recente una nuova rubrica dedicata ai giovani neodiplomati e diplomandi, che consigli ti sentite di dare a chi, dopo anni di studio, ha deciso di iniziare la carriera di musicista?

P.A.: Stringere i denti, infrangere le barriere senza preoccuparsi dei giudizi esterni, dubitare dei maestri che impongono una visione della realtà, rincorrere quelli che evidenziano la relatività di un pensiero musicale e che amano la diversità piuttosto che i propri simili.

E.: Quali sono i tuoi prossimi progetti? Su cosa stai lavorando e con chi e per chi ti piacerebbe suonare?

P.A.: Sono appena rientrato da un tour con la violinista giapponese Takumi Fukushima. Ho caricato sulla pagina www.myspace.com/angelifukushima alcune tracce (l’audio è pessimo ma…mi piace il sapore da live pirata!
È un duo in cui alterniamo parti libere a vere e proprie canzoni: ho molte aspettative per questo incontro. Poi continua la ricerca sul solo. Mi piacerebbe produrre un nuovo disco interamente registrato dal vivo nel 2009. In questi giorni stò lavorando a Sponde di Passione: una sintesi tra fotografia (Nanni Angeli), trapezio (Elena Zanzu) e musica (Ganesh Anandan, Takumi Fukushima).


E.: Una curiosità un po’ sciocca se vuoi: oltre alla chitarra tu e Metheny avete in comune il gusto di suonare dal vivo indossando maglie a righe … come mai? Semplice scaramanzia da concerto o c’è un significato particolare per te?


P.A.: È il modo più semplice per sentirmi a due passi dal mare. Dopo tanti anni per me le righe sono quello che mi porta a chiudere gli occhi e… toccare la mia casa.

E.: Ultima domanda: non ti ho domandato ancora niente sul tuo strumento, la chitarra sarda preparata, non l’ho fatto un po’ perché sono riuscito a documentarmi sull’ottima tesi di laurea realizzata da Stefano Bonelli …. e un po’ perchè penso tu sia anche stufo di doverne parlare a ogni intervista. Quindi solo una domanda veloce: quali sono i prossimi interventi e modifiche che pensi di apportarle, o che lei hai apportato di recente?

P.A.: Il giorno che smetterò di elaborare lo strumento implicherà una fase di stanca creativa. Spero di poter lavorare tutta la vita con la stessa gioiosa curiosità che ha generato questa strana creatura. Ora è la volta della messa a punto del mollofono: una sezione dello strumento nata per realizzare un violoncello volante, trasformatasi per esigenze fisiche della chitarra in una centrale di rumore!

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