Doveva essere una persona tranquilla e riservata Carlo Mosso (1931-1995), lontana dai bagliori della mondanità e dai luoghi comuni di una intellighenzia salottiera. O, perlomeno, questa è la sensazione che ho avuto ascoltato il disco Stradivarius che raccoglie le sue opere integrali per chitarra classica, suonate con dedizione, perizia e altrettanta discrezione dal bravo e attento Davide Ficco nel 1999.
Strano pensare come siano trascorsi dieci anni tra la registrazione e l’ascolto di questo disco, e ancora di più dalle date di composizione dei brani, senza avvertire, almeno da parte mia, alcun senso di transitorietà nella loro essenza musicale, ma anzi, piuttosto, un loro carattere astorico, quasi sospeso in un essere non contemporaneo meglio e intimamente, permanentemente inattuale. Scrive Stefano A. E. Leoni (del Centro Studi Musicali Carlo Mosso di Torino) nel bel libretto di 32 pagine che (come sempre) accompagna queste incisioni (la cura dei testi, devo dire, è uno dei tanti aspetti d'interesse della Guitar Collection della Stradivarius):“Mosso è stato un grande inattuale: nutrito di cultura e storia, di un mondo sonoro che andava da Frescobaldi a Petrassi passando per Ghedini e Bartok, Debussy, Malipiero e Dalla piccola, produce un corpus chitarristico fondamentalmente astorico, quasi “negativo”; integrato perché non gratuito, non assecondante.”
Sono musiche di carattere complesso, con una coscienza quasi inquieta, che emergono e rapidamente scompaiono tra chiaroscuri musicali, dalle dinamiche lente, pensose, malinconiche, ma vitali , quasi a ritrarre grigiori piemontesi: “un modalismo a tratti arcaicizzante e un serialismo volutamente “imperfetto”, l’uso talvolta di scale difettive, tal'altra di trasposizioni di Messiaen, occhieggiamenti alla tonalità, minimalismi gestuali, mai a senso unico: la porta socchiusa alla variazione, alla reiterazione; e sempre la scelta poetica di fondo, di matrice malipieriana: l’intima commozione.”
Nel cd si trovano ben 34 tracce suddivisi tra le opere: Quattro Danze nello Stile Modale (1970), Omaggio a Manuel de Falla (1976), Quaderno Primo (1977), Quaderno Secondo (1979), Quaderno Terzo (1986), Tre Canzoni Piemontesi (1976), Quattro Studi (1979) e l’amabile rielaborazione nella Canzone Veneziana (1977) della tradizionale La biondina in Gondoetta.
La registrazione è curata e pulita, stile Stradivarius, da ascoltare con calma e senza fretta, i colori della chitarra di Davide Ficco, con i suoi acquerelli sfumati, si pongono già di suo lontani dall’agitazione e dalla disattenzione. Davvero un bel disco e l’ennesima riconferma della validità del repertorio chitarristico contemporaneo pubblicato nella collana seguita dal Maestro Frédéric Zigante.
Empedocle70
Strano pensare come siano trascorsi dieci anni tra la registrazione e l’ascolto di questo disco, e ancora di più dalle date di composizione dei brani, senza avvertire, almeno da parte mia, alcun senso di transitorietà nella loro essenza musicale, ma anzi, piuttosto, un loro carattere astorico, quasi sospeso in un essere non contemporaneo meglio e intimamente, permanentemente inattuale. Scrive Stefano A. E. Leoni (del Centro Studi Musicali Carlo Mosso di Torino) nel bel libretto di 32 pagine che (come sempre) accompagna queste incisioni (la cura dei testi, devo dire, è uno dei tanti aspetti d'interesse della Guitar Collection della Stradivarius):“Mosso è stato un grande inattuale: nutrito di cultura e storia, di un mondo sonoro che andava da Frescobaldi a Petrassi passando per Ghedini e Bartok, Debussy, Malipiero e Dalla piccola, produce un corpus chitarristico fondamentalmente astorico, quasi “negativo”; integrato perché non gratuito, non assecondante.”
Sono musiche di carattere complesso, con una coscienza quasi inquieta, che emergono e rapidamente scompaiono tra chiaroscuri musicali, dalle dinamiche lente, pensose, malinconiche, ma vitali , quasi a ritrarre grigiori piemontesi: “un modalismo a tratti arcaicizzante e un serialismo volutamente “imperfetto”, l’uso talvolta di scale difettive, tal'altra di trasposizioni di Messiaen, occhieggiamenti alla tonalità, minimalismi gestuali, mai a senso unico: la porta socchiusa alla variazione, alla reiterazione; e sempre la scelta poetica di fondo, di matrice malipieriana: l’intima commozione.”
Nel cd si trovano ben 34 tracce suddivisi tra le opere: Quattro Danze nello Stile Modale (1970), Omaggio a Manuel de Falla (1976), Quaderno Primo (1977), Quaderno Secondo (1979), Quaderno Terzo (1986), Tre Canzoni Piemontesi (1976), Quattro Studi (1979) e l’amabile rielaborazione nella Canzone Veneziana (1977) della tradizionale La biondina in Gondoetta.
La registrazione è curata e pulita, stile Stradivarius, da ascoltare con calma e senza fretta, i colori della chitarra di Davide Ficco, con i suoi acquerelli sfumati, si pongono già di suo lontani dall’agitazione e dalla disattenzione. Davvero un bel disco e l’ennesima riconferma della validità del repertorio chitarristico contemporaneo pubblicato nella collana seguita dal Maestro Frédéric Zigante.
Empedocle70
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