lunedì 31 ottobre 2011

Recensione di Octal - Book One di Elliott Sharp  (2008, Clean Feed Records)


Eccoci arrivati a Elliott Sharp, veterano “laurea honoris causa” della scena downtown anni ottanta, Sharp ha saputo intelligentemente e creativamente distribuire il proprio talento tra composizioni di musica contemporanea per quartetti d’archi, quintetti blues hard-core, elettronica, musica orchestrale, colonne sonore, jazz d’avanguardia e utopie chitarristiche, il tutto senza mai un passo falso e guadagnandosi una reputazione perfetta e intaccabile e una discografia a dir poco chilometrica.
Questo album interessantissimo concentra il lavoro esecutivo su uno strumento a otto corde costruito dal liutaio Saul Koll che prevede le sei corde tradizionali della chitarra aumentate da due corde sul versante dei bassi. L’accordatura è assolutamente standard per quanto riguarda la parte mutuata dalla chitarra e conseguentemente le due corde basse sono accordate rispettivamente in Mi e in Si, una ottava più in basso rispetto alle altre corde. Un'altra scelta esecutiva riguarda la decisione di Sharp di non usare in questa occasione il plettro. Le corde vengono sfiorate, colpite, percosse, accarezzate solo con le dita. In un paio di casi viene utilizzato l’E-Bow, un accessorio elettronico che emette un campo magnetico che sollecita la vibrazione delle corde senza che le stesse vengano direttamente toccate. Il suono è molto percussivo, la sonorità di questa chitarra è veramente suggestiva e sembra innescare una sorta di loop fra l’esecutore, lo strumento, l’amplificazione. Nelle spiegazioni che accompagnano il cd lo stesso Sharp dichiara di non fare nulla contro l’utilizzo di ‘drones’ che inevitabilmente, per la fisica stessa dello strumento, si polarizzano verso il Mi, il Si e il La, note che spesso fungono da ‘pedale’ per le suggestioni compositive e soprattutto per la parte di improvvisazione che in questi contesti è sempre in grande rilievo. Gli otto brani (Through The Wormhole, Symmetree, Modulant, On the Brane, Intrinsic Spin, Strange Attractor, Antitop and Charm e Quaternion.) sono tutte composizioni appositamente scritte e pubblicate da Sharp che precisa come ognuno di loro preveda una struttura rigorosamente notata che poi nel corso della esecuzione fornisce spazio alla verve improvvisativa e alla creatività dell’esecutore.

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