lunedì 31 marzo 2008
Musica(in)Mente II° Edizione
Tanti auguri Titti!
Guida introduttiva agli strumenti musicali meccanici, parte quinta
La storia dello strumento musicale meccanico, naturalmente non finisce qui. La musica prodotta dalla macchina ha subìto una battuta d'arresto dovuta più che altro all' introduzione della radio e dei giradischi (anche essi in un certo senso «macchine musicali») che hanno modificato l'attenzione del pubblico e che hanno proposto nuovi problemi e nuove affascinanti possibilità. Altra causa determinante per questa battuta d'arresto sono state le due guerre mondiali che hanno distrutto quasi tutte le fabbriche tedesche di strumenti meccanici (quelle che stavano iniziando arditissimi esperimenti con le nuove tecnologie) e messo in difficoltà le grandi fabbriche degli Stati Uniti e dell'Inghilterra che non hanno saputo resistere alla crisi economica seguita alle guerre. Vero è che ancor oggi si costruiscono organi meccanici da strada in Olanda e strumenti a pettine metallico in Svizzera, ma non ci pare siano questi gli strumenti che ci devono maggiormente interessare per quanto riguarda le possibilità della musica meccanica dell'avvenire. Essi hanno semmai un interesse storico per il ricercatore che voglia rendersi conto delle tecniche impiegate nella realizzazione di questi « paleoprogrammatori ». Maggiore attenzione merita forse la rinascita del pianoforte ad azione pneumatica negli Stati Uniti. Nell'ultimo dopoguerra, precisamente nel 1950, la intramontabile Aeolian Company - il grande impero del piano pneumatico americano creato mezzo secolo addietro da V otey e Tremaine - creò un nuovo tipo di pianola da applicare ad un pianoforte normale. Si trattò del Key-top pianola, uno strumento che non ebbe fortuna e che cadde presto nel dimenticatoio. Sette anni dopo la Aeolian uscì sul mercato con un altro strumento del genere, questa volta molto rinnovato nella meccanica e molto meno costoso del precedente, denominato P-37 Hardmann Peck Duo. Esso ebbe un buon successo ed incoraggiò i dirigenti della società a riprendere con maggior lena la produzione di rulli di carta forata e lo studio di nuovi strumenti. Nel 1960 infine venne applicata la meccanica ad azione pneumatica ad uno strumento che da secoli era stato dimenticato (dimenticato come strumento meccanico, si intende), la spinetta. Nel campo dei pianoforti reproducing si tentò di andare oltre, fondendo il vecchio ed il nuovo ed arricchendo le possibilità della meccanica ad azione pneumatica con l'elettronica. Si tentò così di risolvere lo spinoso problema del valore della nota singola sull' assieme e del controllo del tocco, affidando il valore di ciascuna nota ad una particolare frequenza registrata su nastri magnetici. Questo particolare sistema denominato Pamplin Keyboard Control System fu brevettato da Terence Pamplin nel 1965. Ma, a nostro avviso tutti questi esperimenti e queste ricerche rappresentano più un punto d'arrivo, una serie di corollari ai vecchi modi di produrre musica attraverso le macchine, che non lo spunto e l'avvio verso un nuovo modo di fare musica meccanica. L'impegno del ricercatore e del costruttore deve essere volto a superare tecnicamente radio e giradischi, ossia quei mezzi che hanno messo in crisi lo strumento meccanico tradizionale, non rivolgersi alla riesumazione di vecchie tecniche ormai superate. Nel suo bellissimo lavoro sul piano meccanico Arthur Hord Hume attribuisce la nascita di questo gusto ad una ribellione dell'uomo comune all'epoca elettronica. Noi al contrario non condividiamo questo giudizio proprio perché l'uomo comune non si occupa di vecchi strumenti che interessano lo storico e l'appassionato, mentre si occupa quasi esclusivamente dei prodotti che gli offre quest'epoca elettronica. Tutt'al più potrebbe interessarsi di strumenti meccanici che gli offrissero più di quanto non gli offra radio, dischi e televisione. Evidentemente Hord Hume per sentimentalismo non si vuole rendere conto del fatto che gli strumenti meccanici, nella loro epoca d'oro, rappresentavano il massimo che si potesse produrre da un punto di vista tecnico. L'organo di Salisburgo, la spinetta di Bidermann ed il Welte Mignon erano prodotti d'avanguardia, mentre oggi è esagerato perfino definire di retroguardia certi strumentini a pettine metallico costruiti per turisti e per alcuni incorreggibili sentimentali. La rivolta contro le tecnologie superiori è sterile come lo è il cieco abbandonarsi ad esso, inoltre, come diceva il Maine, questi atteggiamenti impediscono di comprendere il passato come qualche cosa di vivo ed operante. Piani a cilindro, organi meccanici, pianoforti ad azione pneumatica non sono nati da un labile giuoco intellettualistico, ma da esigenze precise: tanto precise che al loro sviluppo ed alla loro invenzione ha contribuito il lavoro di migliaia di artisti ed artigiani che da quell'attività ricavarono il proprio sostentamento. Essi davano qualche cosa che pareva irraggiungibile: la musica a coloro che non erano in grado di suonarsela o di avere un esecutore a disposizione. Ora è vero che queste esigenze in un modo o nell'altro sono state superate dalla radio e dai dischi al punto che oggi l'educazione tecnica musicale non fa nemmeno più parte (cosa che è invece avvenuta fino ai primi decenni del '900) di una buona istruzione: è sufficiente il concertista che suona in un punto e che da quel punto «distribuisce» la sua musica ovunque. L'illusione di suonare ciò che si vuole ponendosi davanti ad un autopiano non compensa più né la spesa né la fatica, inoltre, se si prescinde da ogni sentimentalismo, l'emozione non è di gran lunga superiore a quella provata ascoltando un bel disco. Ben altro insegnamento ed altre considerazioni deve darei quest'autopiano se si vuole capire che cosa c'è di attuale nella «Musica ex machina »: primo tra tutti, ripetiamo, è che bisogna pretendere il massimo dalla tecnologia per arrivare a creare nuove possibilità di espressione accessibili a tutti, compresi i «non addetti ai lavori ». Noi azzardiamo l'ipotesi, suffragata da numerose esperienze positive, che la elettronica-tecnologia alla quale con successo già si è rivolta la « base sonora della musica » - potrebbe venire in aiuto. Nel mondo moderno, caratterizzato dalla centralizzazione di tutti i consumi, non escluso quello musicale, gli strumenti elettronici potrebbero essere in grado di offrire a tutti (cioè anche a coloro che sono sprovvisti di cognizioni tecniche musicali) possibilità analoghe a quelle che, a suo tempo, offrirono gli strumenti meccanici, e ad un livello superiore: essi potrebbero metterci in grado di esprimere un nostro pensiero musicale, di comporre la propria musica. Non possiamo qui dilungarci ad esporre i tentativi realizzati in questi ultimi anni con l'aiuto di generatori di onde e di computers, ma vale la pena osservare come dai mezzi che parevano avere sottratto all'uomo certe libertà ed avergli imposto dei modi totalitaristici di consumo anche per quanto riguarda la musica, sia nato invece un nuovo linguaggio musicale facilmente accessibile (come lo era la composizione fatta con l'ausilio della Arca Musarithmica) e facilmente realizzabile con l'aiuto di poche macchine anziché con l'uso di intere orchestre. Ne si tratta di cose avveniristiche o fantascientifiche: i moderni compositori lavorano già con forbici e cacciaviti più che con la matita e vengono aiutati da strumenti in grado di sviluppare da alcune indicazioni ogni fattore acustico, non esclusa la voce umana. A queste macchine i compositori possono affidare alcune idee «scrivendole » per mezzo di una tastiera molto simile a quella delle macchine da scrivere e al resto provvedono le macchine. In molti casi il lavoro dei musicisti, che compongono con l'aiuto di nastri magnetici, strisce di carta ecc. è analogo a quello di un antico costruttore di organi meccanici che avesse composto la musica direttamente sul cilindro, con chiodi e martello anziché con carta e matita.
http://www.ammi-italia.com/
domenica 30 marzo 2008
Foto e recensione del Concerto di Giuseppe Chiaramonte "Note di solidarietà" 29 marzo Crespi D'Adda
Note di solidarietà
Data: 29/03/2008
Ora di inizio: 21:00
Sede: Teatro del Villaggio Crespi d'Adda, Villaggio Crespi D'Adda comune di Capriate San Gervasio, Bergamo
sabato 29 marzo 2008
"I Fotografi e la Chitarra Classica": foto di Jtgrothe
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Gitarre I
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venerdì 28 marzo 2008
’A Capa ‘e morte e il Castel dell’Ovo: leggende fantasia e dintorni, prima parte di Titti Esposito
I PARTE
Rieccomi di nuovo qui. Già , ancora qui per narrare ma, più che altro, per quieto vivere…
….che paradosso per un’anima trapassata.
Non potete immaginare il putiferio che è scoppiato nell’aldilà dopo il mio breve racconto su Mago Virginio e tutto perché non ho menzionato in esso il Castel dell’Ovo. Sì, proprio così, perchè non ho fatto accenno alla leggenda medioevale di questo castello secondo la quale, in esso, Virgilio vi avrebbe nascosto, in una caraffa colma d’acqua e dal becco stretto, protetta da una gabbia di ferro finemente lavorata, un uovo capace di proteggere il castello e la città di Neapolis da qualsiasi catastrofe.
- E’ quindi Virgilio che si è risentito?- chiederete voi.
Tutt’altro… Lui ha assistito a tutta la scena da una certa distanza, con signorile distacco ed un sorriso sornione stampato sul viso.
Chi ha dato vita a grande polemica è stata invece Giovanna I , regina di Napoli, figlia primogenita di Carlo D’Angiò e Maria di Valois che nel Castrum Ovi incantati, residenza di famiglia, vi ha vissuto per vari anni.
Secondo la nobildonna, la mia mancanza è risultata una gravissima offesa nei confronti del Sommo Vate e della storia della città di Partenope perché alla costruzione di tale castello pare risalirebbero addirittura le origini della città.
Armato di tanta pazienza ma forse di poca diplomazia, ben sapendo cosa in realtà l’avesse infastidita, ho cercato di farle comprendere che la mia precedente narrazione forse non era proprio il contesto più idoneo per far riferimento alla fortezza e alla sua storia, ne tanto meno ai personaggi che vi avevano abitato e che in un certo senso avevano operato per perpetuare nei secoli la leggenda.
Non l’avessi mai detto!
Sua Maestà la regina ha cominciato a strepitare e ad urlare accusandomi di essere un ingrato, un gran villano, uno zotico…
Dovete sapere,infatti, che il castello sorge sull’isoletta di Megaride, isoletta costituita da due scogli uniti da un arcone, e sulla quale, secondo la tradizione, si sarebbe impigliato il corpo inerte della sirena Partenope ,suicida per non essere riuscita ad incantare con la sua voce melodiosa l’eroico Ulisse.
Per amor della cultura riporto qui la descrizione della collocazione della fortezza fatta da una encomiabile figura nei primi del 900:
“Là dove il mare del Chiatamone è più tempestoso, spumando contro le nere rocce, che sono le inattaccabili fondamenta del Castello dell’Ovo, dove lo sguardo malinconico del pensatore scopre un paesaggio triste che gli fa gelare il cuore, era altre volte, nel tempo dei tempi, cento anni prima della nascita del Cristo Redentore, una isola larga e fiorita che veniva chiamata Megaride…”
Matilde Serao
Ora, intorno al 1370, un evento sismico, pare avesse fatto crollare l’arco naturale che univa i due scogli sul quale il castello era stato costruito causando ingenti danni alla struttura .
La regina Giovanna, come riportano dettagliatamente le cronache coeve, dovette così predisporre la ristrutturazione dell’edificio e dell’arco e tranquillizzare il popolo sulle sorti dell’uovo, giurando di aver provveduto alla sua sostituzione, ristabilendone i poteri magici, per evitare che si diffondesse il panico per nuove e ben più gravi sciagure.
In un certo senso , la bella sovrana si era aggraziata la plebe che proprio di buon occhio non la vedeva semplicemente per la movimentata vita amorosa che era solita condurre nel castello. L’edificio, infatti, dal volgo era spesso chiamato “…della Regina Giovanna”, ammiccando, rievocando, in sostanza, l’immagine delle profonde fosse del castello sul cui fondo erano fissate lame di spade e punte aguzze e in cui, sempre casualmente e misteriosamente, precipitavano i suoi numerosi amanti all’uscita dal suo talamo.
Capite ora il perché di tanto sbraitare?
Inevitabilmente parlando del castello avrei dovuto parlare della regina Giovanna D’Angiò e riportare il suo nome alla ribalta.
Altro che amore verso la storia di Napoli… altro che rispetto verso Virgilio…
Comunque, pur di porre fine al suo monologo isterico, ho dovuto prometterle che avrei raccontato la storia di Castel dell’Ovo, il tutto sotto lo sguardo divertito di Virgilio che, vista la “quiete” tornare, decide finalmente di avvicinarsi per riverire al suo cospetto e sparire.
A questo punto mi sembra doveroso però, prima di andare ad analizzare la “la leggenda dell’uovo”, i cui aspetti appaiono estremamente interessanti, fare una brevissima ricostruzione storica delle sorti del castello.
I primi a sbarcare sull’isolotto di Magaride intorno al VII secolo a.c. furono i Cumani (di origine greco-euboica) e lì fondarono un avamposto mentre sul retrostante monte Echia il primo nucleo della futura città di Partenope.
Su di esso, poi, intorno al I secolo a.c., durante la dominazione Romana, Lucio Licinio Lucullo vi fece costruire una immensa villa che fu in seguito fortificata dall’imperatore Valentiniano III.
Nel 476 d.c. nell’edificio vi fu rinchiuso, invece, l’ultimo imperatore romano Romolo Augustolo che ivi morì segnando così la fine dell’Impero Romano d’Occidente.
(il castello negli anni a venire sarà prigione anche per la stessa Giovanna I d’Angiò, per il figlio di re Manfredi di Svevia, per la principessa d'Acaja, per Tommaso Campanella, per numerosi giacobini, carbonari e liberali fra cui Francesco De Santics).
Nei secoli successivi la struttura divenne sede di un convento (convento basiliano detto del Salvatore) fondato da religiosi provenienti, con le loro reliquie, dall’Oriente per sfuggire alle persecuzioni promosse dall’imperatore Leone III Isaurico.
Su Magaride sbarcò e trovò rifugio pure Santa Patrizia (compatrona di Napoli) per sottrarsi alle bramose voglie dello zio Imperatore d’Oriente, nelle sue grotte vi morì e perciò spesso nella tradizione arcaica la sua figura è stata affiancata a quella della sirena Partenope.
Poi Normanni, D’Angiò, Aragonesi…
Comunque, per fornire notizie più dettagliate mi sono rivolto ad una conoscenza terrena: date un’occhiata :
http://video.libero.it/app/play?id=fe4ccd8e0aa814358e223a205e9e5a90
Io intanto ne approfitto per allontanarmi un momento.
Con permesso.
Titti Esposito
giovedì 27 marzo 2008
Nuovo logo per il blog "Chitarra e dintorni"
Abbiamo deciso di rinnovare la veste grafica del blog. Per farlo abbiamo chiesto aiuto, consigli e idee ad alcuni amici.
Queste sono le idee della designer Sarah France. Lasciate un commento e esprimete la vostra opinione, per noi è importante.
Visitate la sua Galleria su Flickr:
http://www.flickr.com/photos/sarahfrance/
e il suo blog
http://www.sarahfrance.blogspot.com/
We have decided that our blog need a new graphic and logo. So we ask some help and ideas to the creativity community on Flickr.
These are the ideas of the designer Sarah France. Please leave a comment, it's important for us!
Please visit Sarah's Gallery on Flickr:
http://www.flickr.com/photos/sarahfrance/
and her blog
http://www.sarahfrance.blogspot.com/
Thanks Sarah!
Auguri Angela!
Concerto di Maurizio Pennisi a Lentini (SR) il 6 aprile 2008
L'associazione Culturale "Proserpina" organizza per il 6 aprile 2008 il concerto di Maurizio Pennisi a Lentini (SR)
data: 6 aprile 2008
ore: 20.00
sede: Chiesa della S.ma TrinitàPiazza Dante - Lentini (SR)
ambito: Associazione Culturale Proserpina "chitarra classica -2008"
ingresso libero
Programma:
Francisco Tàrrega (1852 - 1909)
Preludio in mi (Làgrima)
Adelita (mazurka)
Recquerdos de la Alhambra
Fernando Sor (1780 – 1839)
Introduzione e variazioni dal flauto magico di W.A. Mozart. Op. 9
Niccolò Paganini (1782 – 1840)
Andantino variato (dalla Gran Sonata in La)
Heitor Villa-Lobos (1887 – 1959)
Choros n° 1
Agustìn Barrios Mangorè (1885 – 1944)
La Catedral- Preludio “Saudade”- Andante Religioso- Allegro Solemne
Cueca
Danza Paraguaya
Antonio Lauro (1917 – 1986)
Vals Venezolano nn. 1, 2,
Leo Brower (contemporaneo)
Un dia de noviembre
info:
mail: info@associazioneculturaleproserpina.it
web: http://www.associazioneculturaleproserpina.it/
tel: 333 1070678
Concerto di Antonio D'Alessandro a Catania il 20 aprile 2008
L'Associazione Culturale Proserpina organizza il concerto di Antonio D'alessandro a Catania il 20 aprile 2008.
mercoledì 26 marzo 2008
Mostra di Mario Giacomelli presso IKONA PHOTO GALLERY a Venezia dal 27 marzo 2008
TITOLO DELLA MOSTRA fotografie di MARIO GIACOMELLI
LUOGO Ikona VeneziaCampo del Ghetto Nuovo, Cannaregio 2909
INAUGURAZIONE Giovedi 27 marzo, 2008
DURATA dal 27 marzo al 24 maggio 2008
ORARIO dalle 11.00 alle 19.00 – chiuso il sabato
MOSTRA A CURA DI Živa Kraus, Ikona Photo Gallery
in collaborazione con Comune di Venezia Beni, Attività e Produzioni CulturaliMusei Civici Veneziani - Museo Fortuny
Il 27 marzo 2008, alle ore 18, verrà inaugurata a Venezia nella sede di IKONA PHOTO GALLERY in Campo del Ghetto Nuovo la mostra di MARIO GIACOMELLI.
Mario Giacomelli (Senigallia 1925-2000) è uno dei più grandi fotografi italiani. Al 1953 risale la sua prima fotografia: “ L’Approdo”. Partecipa al gruppo fotografico "Misa", fondato da Giuseppe Cavalli (con Paolo Monti tra i teorici della “nuova fotografia italiana”). Nel 1955 vince il primo premio alla seconda mostra nazionale di fotografia di Castelfranco Veneto.Nel 1957 è inserito nella raccolta “Photography Year Book, London” e nel 1958 in “U.S.Camera, First Edition, New-York”. Nel 1963, grazie a John Szarkowski, allora curatore della fotografia al M.O.M.A., Giacomelli si affaccia al panorama internzionale con la serie Scanno (1957), con l’inserimento nel libro “Looking of Photography” del 1973. Sempre del 1957 è la serie “Lourdes” seguita, nel 1958, da “Zingari”, “Puglia” e, nel 1959, “Loreto”. Seguono le immagini di “ Mattatoio” e “ Io non ho mani che mi accarezzino il viso” (1961-1963).
Risale agli anni 1964-66 “La buona terra”, seguita da “Caroline Branson” del 1971-73. Su testi del poeta Permunian si fonda “Il Teatro della neve” (1985-87) seguita da “Ninna Nanna” e “A Silvia” (1987-88). Tra i lavori più recenti ricordiamo: “Il mare dei miei ricordi” (1991-94), “Io sono nessuno” (1994-95) su testi di Emily Dickinson fino ad arrivare a “Questo ricordo lo vorrei raccontare” (1998-2000) e “Bando” (1998-99) ciclo ispirato ad una poesia di Sergio Corazzini. Nel 1963 inizia ad esporre a livello internazionale, dalla Photokina di Colonia, al MOMA di New York (1964), dal Metropolitan di New York (1967) alla Bibliothèque Nationale di Parigi (1972), dal Victoria & Albert Museum di Londra (1975) al Visual Studies Workshop di Rochester (1979) e poi Venezia, Providence, Parma, Mosca, Arles, Amsterdam, Tolosa, Bologna, Londra, Rivoli fino alle recenti antologiche di Empoli, Losanna e Roma.
1954-1956, Vita d’ospizio: Mario Giacomelli vive l’ospizio da quando, da piccolo, seguiva la madre che per necessità vi lavorava. La storia d’amore infinito con i vecchi dell’ospizio senigalliese sono rimandi invisibili sul filo dell’esperienza.
1966-1968, Verrà la morte e avrà i tuoi occhi: immagini portate al limite dell’astrazione; la carne viene “bruciata” dal lampo del flash e le rughe dei volti sono le stesse della terra, le immagini rarefatte sono pervase da un profondo lirismo liciniano.
“Non è facile fotografare la vita d’ospizio…Quella mamma che aspetta il figlio da tre anni e che mi prende la mano quando le porto le caramelle per vederla per un attimo felice e che dice che il figlio ha tanto da fare che non può venire a trovarla…Vado all’ospizio per un mio bisogno interiore. In alcune immagini con il bianco ho tolto la materia, togliendo i particolari distruggo la realtà; le deformazioni, le sfocature tolgono il troppo vero per rimuovere la poesia. Non ho fatto belle immagini, mi sono solo nascosto in un posto che altri chiamano ospizio e che per me era un grosso specchio che permetteva di guardarmi dentro…sentivo quindi che le mie paure non erano cose inventate ma cose che io già vivevo e delle quali ero prigioniero”.
Dal 1955, terra e paesaggio: sono tagli come le pieghe che l’uomo ha nelle sue mani, come le rughe dei vecchi dell’ospizio, come le lacerazioni della natura e dell’umanità, determinate dal flusso traumatico del tempo.
“Io non ritraggo paesaggi, ma i segni e la memoria dell’esistenza”.
1961-1963, Io non ho mani che mi accarezzino il volto: in questa serie fantastica dei “pretini” riprese nel seminario vescovile di Senigallia, le immagini sono sospese, le tonache gonfiate come piccole mongolfiere e la trasgressione iconica di Giacomelli raggiunge il vertice dell’astrazione.
1971-1973, Caroline Branson: tratta da Spoon River Antology di Edgar Lee Master, una storia d’amore densa di significati, sostenuta da segni graffianti, da elementi naturalistici, quasi a sottolineare la drammaticità della storia, in un alternarsi di immagini suggestive, di forte impatto emozionale, “caricate” con la doppia esposizione. Anche qui, nel pretesto della storia senigalliese, ecco l’intensità della notte cosmica, del buio dei ricordi, dell’assenza/presenza dello spazio-tempo.
La fotografia di Giacomelli è quindi una trasformazione di intime convinzioni; un realismo magico filtrato dal ricordo ed intriso di poesia. Immagini come autoanalisi, come specchio dell’esistenza che attingono nei viaggi dei territori immaginari dei suoi spazi interiori. La fotografia è per lui una rievocazione di interessi che spaziano, nella sua terra, nei cicli e nelle stagioni della vita e della comunicazione. Sono reticoli di memorie, riporti quasi invisibili del suo universo mentale che gli permettono di vivere nelle pieghe della materia e in un reale immaginario, la gioia della creazione e della conoscenza. Giacomelli affronta con la fotografia temi gravi ed inquietanti e li riporta carichi di poesia, nella loro dignità originaria, senza dogmi ideologici o stilemi accademici. Rifugge dalle presunzioni, abbastanza usuali tra gli artisti contemporanei; sa che il dovere di ogni ricerca è di ritrovare l’autenticità di un rapporto con i vari aspetti della vita, conoscere i legami tra le forme espressive e recuperare l’influenza del nostro patrimonio e della nostra origine. Subisce la desolata impotenza dell’uomo di fronte alla deformità e al male; i suoi segni fotografici trasmettono queste sensazioni. Con immagini accentuate dai contrasti luminosi, dagli sfocati, dagli ingrandimenti della grana, intende superare l’angoscia del dolore e della solitudine per trasmetterci sempre un messaggio di speranza.
“ […] Mi interessa la gioia che ho provato nel momento in cui ho scattato, la tensione che ho avuto di fronte all’immagine. Ecco, da quel momento l’immagine non muore più, rimane dopo la mia morte…Vorrei fuggire da questa realtà ed entrare in quella inutile della poesia”.
(Fonti critico-biografiche di Enzo Carli)
La mostra è composta da 24 fotografie che raccontano in modo intimo il lavoro di Mario Giacomelli.
La mostra è curata da ŽIVA KRAUS fondatrice e direttrice di Ikona Photo Gallery dal 1979.
PER INORMAZIONI: IKONA VENEZIA tel. +39 0415289387 mail@ikonavenezia.com
martedì 25 marzo 2008
Concerto di Elena Càsoli a Milano, 29 marzo 2008
Luogo: Società Umanitaria Via Daverio 7 Milano
Data: sabato 29 marzo 2008 17.30
Elliott Carter - Changes (per chitarra)
Maurizio Pisati - Poema della luce (Grande Elenìa da concerto)
(per chitarra amplificata e traccia audio)
Steve Reich - Electric Counterpoint
(per chitarra elettrica e traccia audio)
Guida introduttiva agli strumenti musicali meccanici, parte quarta
domenica 23 marzo 2008
"I Fotografi e la Chitarra Classica": foto di Yannish
Complimenti Yannish e grazie per la tua disponibilità e gentilezza. Buona Pasqua!
http://chitarraedintorni.blogspot.com/2008/03/guitar-bokeh.html
http://chitarraedintorni.blogspot.com/2008/03/cd40.html
This week we have Yannish's photos on our blog. We hope you will enjoy this beautiful pictures. Take a visit at his gallery at http://www.flickr.com/photos/yannish/.
Compliments Yannish and thank you very much!
Happy Easther!
Empedocle70
Guitar bok(eh)
Complimenti Yannish e grazie per la tua disponibilità e gentilezza. Buona Pasqua!
This week we have Yannish's photos on our blog. We hope you will enjoy this beautiful pictures. Take a visit at his gallery at http://www.flickr.com/photos/yannish/.
Compliments Yannish and thank you very much!
Happy Easther!
Empedocle70
C/D/40
Complimenti Yannish e grazie per la tua disponibilità e gentilezza. Buona Pasqua!
This week we have Yannish's photos on our blog. We hope you will enjoy this beautiful pictures. Take a visit at his gallery at http://www.flickr.com/photos/yannish/.
Compliments Yannish and thank you very much!
Happy Easther!
Empedocle70
sabato 22 marzo 2008
Opera per l’Ara Pacis. Mimmo Paladino | Brian Eno 11 Marzo - 11 Maggio2008
È il primo evento site specific pensato per gli spazi del Museo dell’Ara Pacis. Dall’11 marzo all’11 maggio 2008 la mostra/evento “Brian Eno Mimmo Paladino. Opera per l’Ara Pacis” è l’occasione, per due indiscussi protagonisti della cultura contemporanea, di ritrovarsi a lavorare insieme dopo quasi 10 anni dal loro primo progetto comune alla Round House di Londra nel 1999.
per ulteriori informazioni:
http://www.arapacis.it/mostre_ed_eventi/mostre/opera_per_l_ara_pacis_mimmo_paladino_brian_eno
E' possibile scaricare e ascoltare alcuni minuti dell'installazione sonora qui: http://rapidshare.com/files/99760812/EnoPaladino_Roma_13_3_2008.mp3.html
Empedocle70
venerdì 21 marzo 2008
Sito internet di Fabio Zontini
Concerto di Giuseppe Chiaramonte, Canegrate il 3 aprile 2008
giovedì 20 marzo 2008
Il Sogno di una Notte di Mezza Estate Tour 2007 dell'International Opera Theater di Philadelphia
Il Sogno di Una Notte di Mezza Estate
music by Italian composer, Pietro Rigacci
libretto by Italian poet, Debora Pioli
The Comune of Citta' della Pieve, Italy
The opera also opened the theater season in Teatro Mancinelli, Orvieto on September 1, 2007. Maestro Simone Luti, Conductor Maestro Bruno Rigacci, Conductor Concertatore.
Direction and Concept of this production of Il Sogno di Una Notte di Mezza Estate were by American stage director, Karen Saillant, founder and artistic director of International Opera Theater. Troy Herion composer for the operas il Racconto d'inverno and also La Tempesta. The librettists for Il racconto d'inverno were Karen Saillant and Romina Minucci. The librettist for la Tempesta was Maestro Antonio Fava
Costumes for Il Sogno di Una Notte di Mezza Estate, were designed by American fiber artist, Rachel Miller, a fiber artist and professor at The University of the Arts in Philadelphia. Ms. Miller was assisted by Jan Schleiger, USA, who realized the foundations for the costumes. The surfaces for Ms. Miller's designs were realized with the assistance of interns from The University of the Arts Fiber Arts Department, Steven Tarantal, Dean, in Philadelphia. The interns were Lauren Gross, Iris Chamberlain, Amanda Foss, Rebecca Deorocki, Amanda Lewis, Kitt Fraser, Matthew Caulfield, Anni Wilson, Jay Bae and Andrew McCandlish
Sets for Il Sogno di una Notte di Mezza Estate were designed by Nandini Bagchee, Indian scenic designer.
Lights were designed by Ian King, USA..
Orchestra was: Agostini Mattioni, Italy, violin; Matteo Sacca', Italy, violin; Corinne Sobolewski, USA, viola; Christine Arboleda, USA, viola; Lauren Dunseath, USA, cello; Francesca Barcaioli, Italy, contrabasso; Francesca Meschini, Italy, flute/piccolo; Irene Martelli, Italy, oboe; Julieta Ungartemendia, Argentina, clarinet; Angela Occhionero, USA, clarinet; Stefano Stefan, Italy, bassoon; Lara Morotti, Italy, french horn; Silvia Rimordi, Italy, french horn; Anna-Livia Walzer, Italy, Harp; Chris Rose, USA, trumpet; Stefania Tarquini, USA, piano and Michael Culligan, USA, percussion..
Cast:
Nobles of Athens:
Ippolyta, Queen of the Amazons-Charity Sunshine, Coloratura Soprano, USATeseo, Duke of Athens-Alessandro Avona, Bass, ItalyCantore, The Heart of Teseo- Yui Horio, Mezzo Soprano, Japan
Egeo, Nobleman of Athens-David Petri, Baritone, ItalyErmia, Daughter of Egeo- Kim Ah Young, Soprano, South KoreaLisandro, in love with Ermia-Rodrigo Trosino, Tenor, MexicoDemetrio, Egeo's chosen husband for Ermia, Michele Pierleoni, Baritone, Italy
Elena, Ermia's best friend, in love with Demetrio, Letizia Dei, Mezzo Soprano, Italy
Workers of Athens:
Francis Flute, The Bellows Mender/Tisbe, Christian Bygott, USASnug The Joiner/the lion, David Zenin, ItalyStarveling, The Tailor/moonshine, Andrea Lombardi, ItalySnout, The Tinker/the wall, Mario Amori, ItalyPeter Quince, The Carpenter, Massimiliano Minotti, ItalyBottom, The Weaver, Demetrios Bonaros, Greece
Fairies in the Woods Outside of Athens
Titania, Queen of the Fairies- Charity Sunshine, Coloratura Soprano, USAOberon, King of the Fairies- Alessandro Avona, Bass, ItalyFirst Fairy of Titania- Chie Shirotori, Soprano, JapanSecond Fairy- Miki Morinishi, Soprano, JapanThird Fairy- Yui Horio, Mezzo Soprano, JapanPuck-Hobgoblin and Servant to Oberon- Dancer/Actor, Frank Emas, USA
Photo 1: Puck Awakens The Sleeping Workers and Brings Them Into Their Midsummer Night's DreamPhoto Ornella Tiberi
http://chitarraedintorni.blogspot.com/2008/03/photo-1puck-awakens-sleeping-workers.html
Photo 2: Ippolyta Sings to Cantore (The Heart of Teseo) as Teseo MusesPhoto Ornella Tiberi
http://chitarraedintorni.blogspot.com/2008/03/photo-2-ippolyta-sings-to-cantore-heart.html
Photo 3: The King and Queen of The Fairies, Oberon and Titania, Argue, as The Fairies and Puck Watch Fearfully. Photo Ornella Tiberi
http://chitarraedintorni.blogspot.com/2008/03/photo-3-king-and-queen-of-fairies.html
Photo 4: Elena Desperately Loves Demetrio, But Demetrio Loves Ermia.Photo Ornella Tiberi
http://chitarraedintorni.blogspot.com/2008/03/photo-4-elena-desperately-loves.html
Photo 5: Ermia Loves Lisandro. Lisandro Assures His Fiancee, Ermia, that the Forrest is Safe, as They Run Off to Get Married SecretlyPhoto Ornella Tiberi
http://chitarraedintorni.blogspot.com/2008/03/photo-5-ermia-loves-lisandro.html
Photo 6: Lisandro, Under the Influence of the Love Potion, Swears his Eternal Love to his Fiancee's Best Friend, Elena.Photo Ornella Tiberi
http://chitarraedintorni.blogspot.com/2008/03/photo-6-lisandro-under-influence-of.html
Photo 7: Titania, Queen of the Fairies, Put Under the Influence of the Love Potion by the Vengeful King of the Fairies, Oberon, Falls in Love with The Worker, Bottom Who has Been Transformed into a Donkey by Oberon's Servant, Puck. Photo Ornella Tiberi
http://chitarraedintorni.blogspot.com/2008/03/photo-7-titania-queen-of-fairies-put.html
Photo 8: Oberon and Titania are Reunited in Love as Bottom Sleeps and Puck Looks On Photo: Giorgio Wolfensberger
http://chitarraedintorni.blogspot.com/2008/03/photo-8-oberon-and-titania-are-reunited.html
Photo 9: Tisbe Prepares to Die Over "Her" Piramo in the Play The Workers Present in Celebration of The Wedding of Ippolyta and Teseo.
http://chitarraedintorni.blogspot.com/2008/03/photo-9-tisbe-prepares-to-die-over-her.html
Photo 10: The Other Workers Join Tisbe to Pray Over Piramus' "Dead" Body, before they leave their Midsummer Night's Dream. Photo: Ornella Tiberi
http://chitarraedintorni.blogspot.com/2008/03/photo-10-other-workers-join-tisbe-to.html
Photo 11: Alessandro Avona Brings Karen Saillant Forward for A Bow After Final Performance in Teatro Avvaloranti, Citta della Pieve, Italy, August 23, 2007 Photo: Ornella Tiberi
http://chitarraedintorni.blogspot.com/2008/03/photo-11-alessandro-avona-brings-karen.html
-Recent article in Philadelphia Music Makers Magazine that speaks of the work that our founder and director, Karen Lauria Saillant has been doing to create new Italian operas, based on Shakespeare, in Italy for the past 4 years. http://www.philamusicmakers.com/saillant.htm
Background of International Opera Theater, Inc (American Non Profit Corporation since 2005)
Mission: To bring artists of diverse cultures together to create new works of art, especially operas and especially in the Italian language. These works are usually based on Shakespeare. They are created through a process of self discovery that allows the artists, as well as the audience, to let down their defenses and feel.
Highlights
-2004: International Opera Theater creates first new opera, in Citta' della Pieve, Italy, in Italian, based on Shakespeare.Karen Saillant, director, uses improvisation, movement exercises and austrahlung, or emanations, (described by Sir Charles Mackerras as the only way to transmit large volumes of information without speaking) to enable the operatic actors to have spontaneous voices as they organize themselves on stage in the same intuitive manner in which we all organize ourselves in daily life.http://www.internationaloperatheater.com/desktop6_031.htm-
-2005: Il racconto d'inverno, based on Shakespere's The Winter's Tale. Mi-kyoung Lee, head of fiber arts department at University of the Arts in Philadelphia, designs costumes from trash bags, pipe cleaners, thousands of white tissue paper rose buds, http://www.internationaloperatheater.com/desktop6_144.htm bags from Tower Record's Store, Macy's and Whole Foods Supermarkethttp://www.internationaloperatheater.com/desktop6_138.htm and other mundane objects with assistance of 12 fiber art interns from The University of the Arts. This begins permanent collaboration with Mi-Kyoung and University of the Arts. http://www.internationaloperatheater.com/desktop6_129.htm
Karen Saillant, director of IOT, continues to incorporate 20 foot pieces of fabric into staginghttp://www.internationaloperatheater.com/desktop6_133.htm
-2006: La Tempesta, based on The Tempest. Costumes, as well as backdrop, are designed by Mi-Kyoung, and executed by fiber artists: created out of string, twine, ribbon, strips of panty hose, rubber bands and fabric.http://www.internationaloperatheater.com/desktop6_012.htm
-2007: Collaboration with Philadelphia Orchestra on new Commedia dell'Arte interpretation of The Pulcinella Suite by Igor Stravinsky for 150th anniversary of The Academy of Music, the oldest opera house in America.
Il Sogno di Una Notte di Mezza Estate, in Italy, based on Midsummer Night's Dream, composed by Italian composer, Pietro Rigacci. Over 75 volunteers from US and Italy and participants from 11 different cultures come together in Italy.http://www.internationaloperatheater.com/desktop6_156.htm
Il Sogno di Una Notte di Mezza Estate also opens theater season in Teatro Mancinelli in Orvieto.http://www.teatromancinelli.it/pag_int.php?codice=750275115414a97d69f0f7
http://www.teatrionline.com/default.asp?submitted=recensioni&show=1&id=5104
-2008, August 26, 27 and 28, Teatro Avvaloranti, Citta' della Pieve. Eight singers from 6 different cultures: Egypt, Poland, USA, Rumania, Canada and Mexico plus interns from volunteers from 8 other cultures, as well as a professional staff, will work together to realize a new Romeo e Giulietta, composed by Emily Wong, Chinese American composer. Ms. Wong has a doctorate in composition from The Juilliard School in New York City. Her music incorporates European classical influences with jazz, African rhythms, rock music and impressionism.
-2009 June 26, 27, 28 Romeo e Giulietta will have its American premiere in Philadelphia. Orchestra will be members of The Philadelphia Orchestra. Jorge Cousineau, German video artist, will add video elements to the production.
Please click on the link below and then click on video excerpts of Jorge Cousineau.http://www.pennpat.org/RosterArtist.aspx?id=516
Photo 1:Puck Awakens The Sleeping Workers and Brings Them Into Their Midsummer Night's Dream
Photo 3: The King and Queen of The Fairies, Oberon and Titania, Argue, as The Fairies and Puck Watch Fearfully
Photo 5: Ermia Loves Lisandro
Photo 7: Titania, Queen of the Fairies, Put Under the Influence of the Love Potion
Photo Ornella Tiberi