venerdì 30 aprile 2010
Storie di musica e di chitarra Una conversazione con Emanuele Segre e Jimmy Villotti. Coordina Enzo Gentile. Venerdì 14 maggio ore 18 Bologna
Storie di musica e di chitarra
Una conversazione con Emanuele Segre e Jimmy Villotti. Coordina Enzo Gentile.
Libreria Coop Ambasciatori Bologna Venerdì 14 maggio ore 18
In occasione di Music Heaven Bologna e Music Italy Show, presentazione di Suite per chitarra sola Il ritorno di un musicista alla musica di Glenn Kurtz EDT 2010
NOVITÀ
MUSICA
Suite per chitarra sola racconta l’apprendistato di un giovanissimo e dotato chitarrista
– gli studi in conservatorio, i corsi di perfezionamento, i primi concerti e i primi successi
– fino alla violenta presa di coscienza che, nonostante il talento, non sarebbe mai riuscito
a sfondare veramente nell’esclusivo ambiente del concertismo professionale. Il racconto del profondo senso di frustrazione che questa consapevolezza comporta è una delle parti più aspre e precise del libro, poiché mette a diretto contatto con uno dei sentimenti più diffusi del mondo musicale; ma a quersto sentimento inaspettatamente segue un intenso risveglio del piacere del fare musica. Improvvisamente liberato dall’ansia da prestazione, l’autore riscopre infatti il significato più intimo e profondo dello studio di uno strumento: l’autodisciplina, il desiderio di migliorare, il rapporto fisico e immediato con l’arte dei suoni.
Suite per chitarra sola è anche un libro dedicato alla storia e al piacere della chitarra; i capitoli autobiografici sono infatti alternati, in un sapiente gioco narrativo, con altri dedicati allo studio e al repertorio della chitarra, strumento finora ingiustamente trascurato dal mondo editoriale.
Glenn Kurtz ha studiato Letteratura comparata all’Università di Stanford dopo aver abbandonato la carriera di musicista. I suoi scritti sono stati pubblicati sul “New York Times” e su diverse riviste americane. Vive fra New York e San Francisco, dove insegna alla State University.
Una conversazione con Emanuele Segre e Jimmy Villotti. Coordina Enzo Gentile.
Libreria Coop Ambasciatori Bologna Venerdì 14 maggio ore 18
In occasione di Music Heaven Bologna e Music Italy Show, presentazione di Suite per chitarra sola Il ritorno di un musicista alla musica di Glenn Kurtz EDT 2010
NOVITÀ
MUSICA
Suite per chitarra sola racconta l’apprendistato di un giovanissimo e dotato chitarrista
– gli studi in conservatorio, i corsi di perfezionamento, i primi concerti e i primi successi
– fino alla violenta presa di coscienza che, nonostante il talento, non sarebbe mai riuscito
a sfondare veramente nell’esclusivo ambiente del concertismo professionale. Il racconto del profondo senso di frustrazione che questa consapevolezza comporta è una delle parti più aspre e precise del libro, poiché mette a diretto contatto con uno dei sentimenti più diffusi del mondo musicale; ma a quersto sentimento inaspettatamente segue un intenso risveglio del piacere del fare musica. Improvvisamente liberato dall’ansia da prestazione, l’autore riscopre infatti il significato più intimo e profondo dello studio di uno strumento: l’autodisciplina, il desiderio di migliorare, il rapporto fisico e immediato con l’arte dei suoni.
Suite per chitarra sola è anche un libro dedicato alla storia e al piacere della chitarra; i capitoli autobiografici sono infatti alternati, in un sapiente gioco narrativo, con altri dedicati allo studio e al repertorio della chitarra, strumento finora ingiustamente trascurato dal mondo editoriale.
Glenn Kurtz ha studiato Letteratura comparata all’Università di Stanford dopo aver abbandonato la carriera di musicista. I suoi scritti sono stati pubblicati sul “New York Times” e su diverse riviste americane. Vive fra New York e San Francisco, dove insegna alla State University.
Per informazioni: EDT Ufficio stampa Antonella D’Antoni tel. 011 5591851 e-mail: a.dantoni@edt.it
giovedì 29 aprile 2010
Intervista a Walter Rosso, terza parte
Quali sono i tuoi colleghi di cui hai più stima e che magari consiglieresti a un musicista a cui magari per motivi di tempo o di caratteristiche della richiesta sai di non poter far fronte alle sue necessità?
Per primo citerei a Paolo Coriani (Modena) , una persona che oltre ad avere la mia piena fiducia, è un conoscitore della chitarra classica spagnola in tutti i sensi. Anche Bob Van de Kerckhove (Cremona) un amico belga esperto di Liuti e Chitarre Antiche.
Chi sono secondo te i nomi di riferimento della liuteria italiana per chitarra classica?
Se parliamo di Chitarra Classica Spagnola Tradizionale direi Coriani, lui ha più esperienza di tutti gli altri. Per il Cedro mi piace De Miranda , Scandurra ha dato strumenti a molti concertisti.
Com'è la situazione del mercato in questo momento, questa crisi si sente o.. è solo psicologica?
Per me , si ha solo due scelte o abbassi i prezzi o aspetti che la crisi passi via.
Di solito le aziende abbassano i costi, come sia , il liutaio dorrebbe fare lo stesso, un corretto money management prevede che tu debba avere a risparmio i soldi sufficienti … come per affrontare eventualità come queste per almeno 6 mesi senza nessuna entrata.
Se le azioni scendono da 10€ a 1,5€ è un chiaro segnale che tu come liutaio avrai come minimo un 40 per cento di guadagno in meno nei prossimi mesi-anno , è una regola impossibile da rompere , il mercato ha sempre ragione , se i soldi che ha in mano la gente si dimezzano il timore psicologico di perderli o spenderli per loro si duplica, se a questo sommiamo i mass media con le loro "notizie" la risultante è una completa paralisi di incertezza.
Per fortuna i mercati sino ciclici , ciò vuol dire che dopo un certo tempo al di là di cosa possa succedere in politica, l’economia riprende, per un semplice motivo , i prezzi sono così bassi che vale la pena fare acquisti, ed eco che i consumi scattano di nuovo.
Il liutaio dorrebbe occupare i tempi di crisi per lavorare e fare stock di strumenti e materiali, il musicista per andare in giro ad acquistare a prezzi bassi (in teoria )
Per concludere questa piacevole intervista .. vuoi raccontarci qualche aneddoto successo durante o dopo la costruzione di uno dei tuoi strumenti?
Vi posso dire che ho fatto tante cose strane , ad esempio: ho riempito una mia chitarra che non mi piaceva di acqua solo per sapere il volume esatto contenuto al interno della cassa, a scuola si diceva che era difficile calcolarlo ........
Ho tenuto per due giorni una chitarra appena fatta dentro di un armadio insieme a una cassa altoparlante che sparava la frequenza fondamentale della cassa armonica , solo per farla "aprire" un po’, era bello vedere come vibrava tutta, però dopo due giorni non ce l’ho fatta più a sopportare il rumore nella stanza da letto.
Grazie Walter!
Empedocle70
mercoledì 28 aprile 2010
GUIT FEST Festival Internazionale di Chitarra di Santa Cecilia LE MASTERCLASS
GUIT FEST
Festival Internazionale di Chitarra di Santa Cecilia
LE MASTERCLASS
Rolf Lislevand 6-7 Giugno 2010
Duo Maccari-Pugliese 10-11 Giugno 2010
Nuccio D’Angelo 18-21 Giugno 2010
Magnus Andersson 27-29 Giugno 2010
Le mastercalass del GuitFest sono gratuite per gli allievi del Conservatorio Santa Cecilia, per non più del 50% dei posti disponibili. I posti disponibili verranno assegnati secondo l’ordine di arrivo delle domande
.
Per gli esterni i costi per ogni singola mastercalass sono i seguenti:
effettivi 200 euro
uditori 50 euro
è possibile iscriversi alle 4 mastercalass ad un costo complessivo di 600 euro come effettivo e 150 come uditore.
L’iscrizione a ogni masterclass va inviata – congiuntamente alla ricevuta del pagamento dell’iscrizione di 50 € - non oltre 15 giorni prima dell’inizio di ogni masterclass. Le domande di iscrizione giunte a meno di 15 giorni dall'inizio di ogni singola masteralass saranno ammesse con riserva di verificare la disponibilità dei posti ancora disponibili .
La quota di iscrizione, che fa parte del costo complessivo della masterclass, e che non è rimborsabile, andrà versata sul c/c postale n. 59365007 intestato a Conservatorio di Musica “S. Cecilia” Roma.
La ricevuta andrà spedita via mail a ufficio.stampa@conservatoriosantacecilia.it o al numero di fax 06/36001800. In oggetto del fax o della mail dovrà essere riportato il riferimento alla Masterclass che interessa o, nel caso delle 4 masterclass, andrà specificata la dicitura ‘tutte le masterclass’. Nel caso di acquisto cumulativo delle 4 masterclass la quota di iscrizione è di 100 € euro.
Al termine di ogni masteralass il Conservatorio di Santa Cecilia rilascerà un attestato di partecipazione da effettivo o da uditore a tutti gli allievi.
Per informazioni:
Daniela Rosati, organizzazione e segreteria ufficiostampa@conservatoriosantacecilia.it
Arturo Tallini , coordinamento
arturotallini@gmail.com.
Festival Internazionale di Chitarra di Santa Cecilia
LE MASTERCLASS
Rolf Lislevand 6-7 Giugno 2010
Duo Maccari-Pugliese 10-11 Giugno 2010
Nuccio D’Angelo 18-21 Giugno 2010
Magnus Andersson 27-29 Giugno 2010
Le mastercalass del GuitFest sono gratuite per gli allievi del Conservatorio Santa Cecilia, per non più del 50% dei posti disponibili. I posti disponibili verranno assegnati secondo l’ordine di arrivo delle domande
.
Per gli esterni i costi per ogni singola mastercalass sono i seguenti:
effettivi 200 euro
uditori 50 euro
è possibile iscriversi alle 4 mastercalass ad un costo complessivo di 600 euro come effettivo e 150 come uditore.
L’iscrizione a ogni masterclass va inviata – congiuntamente alla ricevuta del pagamento dell’iscrizione di 50 € - non oltre 15 giorni prima dell’inizio di ogni masterclass. Le domande di iscrizione giunte a meno di 15 giorni dall'inizio di ogni singola masteralass saranno ammesse con riserva di verificare la disponibilità dei posti ancora disponibili .
La quota di iscrizione, che fa parte del costo complessivo della masterclass, e che non è rimborsabile, andrà versata sul c/c postale n. 59365007 intestato a Conservatorio di Musica “S. Cecilia” Roma.
La ricevuta andrà spedita via mail a ufficio.stampa@conservatoriosantacecilia.it o al numero di fax 06/36001800. In oggetto del fax o della mail dovrà essere riportato il riferimento alla Masterclass che interessa o, nel caso delle 4 masterclass, andrà specificata la dicitura ‘tutte le masterclass’. Nel caso di acquisto cumulativo delle 4 masterclass la quota di iscrizione è di 100 € euro.
Al termine di ogni masteralass il Conservatorio di Santa Cecilia rilascerà un attestato di partecipazione da effettivo o da uditore a tutti gli allievi.
Per informazioni:
Daniela Rosati, organizzazione e segreteria ufficiostampa@conservatoriosantacecilia.it
Arturo Tallini , coordinamento
arturotallini@gmail.com.
Intervista a Walter Rosso, seconda parte
In quanto tempo evadi un ordine per uno strumento? Quali sono i tuoi tempi di attesa? Qual è il costo di una tua chitarra?
I tempi d'attesa sono 3-4 mesi , e il costo va da 2500 a 3500€ compresa la custodia rigida
Quali chitarre ricordi con più affetto?
In assoluto quelle che ho dato ai musicisti più "innamorati", quelli che arrivano....scelgono......e senza dire nulla cominciano a suonare senza fermarsi, sembra che abbiano trovato il partner della loro vita, anche se gli parli loro sono al di là, per me questo è puro talento in potenza.
Si fa un gran parlare a volte della liuteria come una vera forma d’arte, cosa che è sicuramente vera per alcuni strumenti .. i violini di Stradivari, ad esempio, tu come liutaio, ti senti più vicino all’arte o .. all’artigianato artistico? E perché?
Per fare Liuteria devi avere una sensibilità artistica.
Per me tutto quello che ha bisogno di creatività, gestione personale , passione, intelligenza, e capacità pratica, entra nelle definizione dei più perfetti business del mondo.
Stradivari fu uno di grande capacità manovale , ma ciò che lo resse famoso fu la sua capacità manageriale in tutti i sui livelli,
Personal Management: fece lavorare i suoi figli e i suoi dipendenti delegando le mansioni più grezze e dure a loro, occupandosi lui personalmente delle definizione e caratteristiche di ogni strumento, tipo le effe, riccio, punte, etc
Sales management: lui era, possiamo dire... perfetto agli occhi dei clienti, perfetto agli occhi dei Medici, dei Borboni, ma anche agli occhi dei cortigiani, vendeva se stesso a tutti i livelli culturali e a suo piacere.
Money Management: acquistò ricchezza in modo di fare prevalere la sua egemonia e offuscare anche i suoi bravi contemporanei come Guarneri del Gesù , Ruggeri e Bergonzi persino gli stessi Amati
Picasso reinvento "Las Meninas" de Velazquez, con la liuteria puoi fare la copia de Las Meninas, ma puoi anche proporre la tua propria versione de Las Meninas, per questo devi essere creativo , tecnicamente al top, scegliere i materiali migliori, devi sapere suonare, e anche cogliere i bisogni dei musicisti.
Alla fine devi saperti presentare a i clienti, è inutile aspettare che vengano a bussare alla tua porta se nessuno ti conosce.
Parliamo di marketing. Quanto pensi sia importante per un professionista del tuo settore? Intendo dire: quanto è determinante essere dei buoni promotori di se stessi e del proprio lavoro nel mondo della musica di oggi?
Per me la liuteria è una micro azienda , ciò vuole dire che le regole del marketing valgono allo stesso modo tanto sia per la Ford Motor Company come per il liutaio di bottega, il marketing insegna come cogliere al meglio il bisogno-desiderio del cliente e come reagire psicologicamente di fronte a determinate situazioni, tutto questo è stato creato per fare collaborare meglio ambe due le parti, il risultato finale è sempre la felicità del cliente, già che il concetto di qualità è assolutamente determinato dal cliente, e il prodotto verrà acquistato soltanto quando il desiderio di possedere il oggetto superi quella di tenersi i soldi.
continua domani
martedì 27 aprile 2010
Milano Musica Festival, 30 aprile milano, nuova collana Stradivarius
© 2009 - Milano Musica - Associazione per la musica contemporaneaVia Kramer, 32 - 20129 Milano - tel. 02 20 40 34 78 - fax 02 20 43 401informazioni@milanomusica.org
Officina Musicale Estiva 11-18 luglio 2010
Bagnacavallo (RA) 11-18 luglio 2010
Il Corso si svolgerà dall'11 al 18 Luglio 2010 ed è dedicato a tutti coloro che desiderano trascorrere un periodo di vacanza condividendo con altri ragazzi il piacere di fare musica insieme.
- Non ci sono limiti di età ma è richiesta la conoscenza della lettura della musica e almeno un livello base di esperienza strumentale.
- Il corso sarà strutturato in forma di laboratori di approfondimento, attraverso molteplici e coinvolgenti attività artistiche (improvvisazione e creatività, musica d’insieme, lezioni individuali, ear training, ascolti guidati) si propone come obiettivo la realizzazione di varie produzioni musicali degli allievi.
- Oltre alle lezioni individuali gli allievi frequenteranno quotidianamente i seguenti laboratori:
- Ear training; allenamento dell’orecchio al riconoscimento dei suoni, accordi, intervalli, scale, ritmi, timbri
- Sentire, ascoltare, capire; percorso di ascolto guidato della musica
- Musica d’insieme
- Improvvisazione e creatività
- Per i pianisti é previsto un seminario, incluso nel costo di frequenza, tenuto dal M. Andrea Manzoni, sui principi razionali della tecnica pianistica
PER INFORMAZIONI
http://www.notations.it/
info@notations.it
Il Corso si svolgerà dall'11 al 18 Luglio 2010 ed è dedicato a tutti coloro che desiderano trascorrere un periodo di vacanza condividendo con altri ragazzi il piacere di fare musica insieme.
- Non ci sono limiti di età ma è richiesta la conoscenza della lettura della musica e almeno un livello base di esperienza strumentale.
- Il corso sarà strutturato in forma di laboratori di approfondimento, attraverso molteplici e coinvolgenti attività artistiche (improvvisazione e creatività, musica d’insieme, lezioni individuali, ear training, ascolti guidati) si propone come obiettivo la realizzazione di varie produzioni musicali degli allievi.
- Oltre alle lezioni individuali gli allievi frequenteranno quotidianamente i seguenti laboratori:
- Ear training; allenamento dell’orecchio al riconoscimento dei suoni, accordi, intervalli, scale, ritmi, timbri
- Sentire, ascoltare, capire; percorso di ascolto guidato della musica
- Musica d’insieme
- Improvvisazione e creatività
- Per i pianisti é previsto un seminario, incluso nel costo di frequenza, tenuto dal M. Andrea Manzoni, sui principi razionali della tecnica pianistica
PER INFORMAZIONI
http://www.notations.it/
info@notations.it
Intervista a Walter Rosso, prima parte
Caro Walter, raccontaci un po’ come è iniziata la tua attività e quando hai deciso che avresti fatto il liutaio…
Allo stesso tempo che finivo il mio diploma di Tecnico Aeronautico, facevo anche il 3 anno di chitarra classica al conservatorio, ed è successo che a scuola , visto l'imminente passo successivo verso l'università, decisero di portarci a fare il test di orientamento vocazionale alla università, allora dopo aver riempite tutte le caselle del test l'insegnate mi dice ....tu hai pari percentuali fra tecnica e musica......dovresti aggiustare i pianoforti ..!!
Un po’ di tempo dopo ho conosciuto il liutaio della mia città facendogli visita con mio padre per provare una chitarra di liuteria, sono rimasto impressionato dal colore dei legni nudi, palissandro e abete di una chitarra in costruzione, non avevo mai visto una chitarra così ...
Il Liutaio era Felix Moyano, ed era il fidanzato della nonna del mio amico Jorge Mariano.......fu facile trovarlo spesso a casa di Jorge, dove cominciai a parlare con lui di liuteria
Felix Moyano mi apri le porte del suo laboratorio prestandomi quasi tutto, forme, dimme, legni, etc, si beveva il The, si suonava Tarrega, e si parlava di legni e di fisica acustica .Insieme a lui ho costruito le mie prime chitarre classiche
Che differenza c’è tra le tue prime chitarre e quelle ultime uscite riprese nelle foto?
Basicamente nessuna tranne le decorazione e la qualità dei materiali , infatti questo ultimo strumento è stato frutto di una richiesta da parte dei miei amici argentini collezionisti di chitarre antiche Luis Soria e Lucas de Antoni e dai Maestri Guido Fichner e Giulio Giuffredi verso un suono antico e puramente spagnolo di chitarra classica, una specie di paletta di colori e timbri a disposizione del musicista, io ci ho aggiunto la decorazione e il diapason 610, richiesta specialmente da Enza Scioto per una sua allieva con mano piccola.
I miei strumenti primi sono nati frutto di una inspirazione nata dagli strumenti di Simplicio e Garcia , in Argentina li si trova tuttora nelle collezione e presso anche i chitarristi.
Con quali materiali preferisci lavorare?
I miei materiali preferiti sono l’Abete rosso della foresta di Bergùn (Florinett - Svizzera) , Le Dalbergie molto stagionate, e il mogano rosso e stagionato per il manico.
Oltre a questo per me non c’è altro che il carbonio-aramidico, avendo un back ground di materiali aeronautici posso lavorare tranquillamente qualsiasi composito aramidico e resina a mio volere, creando artigianalmente anche le mie proprie reticole strutturali.
Quanto riesci a soddisfare le richieste dei tuoi clienti? Mi spiego meglio facendoti un esempio banale .. se ti chiedo una chitarra classica con sette corde, a spalla mancante, diapason 66 cm .. magari amplificata .. ci sono problemi?
No, in Sudamerica si suona musica folcloristica da sempre e lo si fa in festival e grossi palcoscenici, tutti da anni usano i piezoelettrici sulle chitarre classiche ne ho costruite anche da portare in uno zaino , il mio maestro di chitarra classica Jorge Jewsbury, amava ritrarsi in montagna per comporre.... faceva anche da tester per le mie "creazioni"
Oltre a questo , La Scuola di liuteria di Milano insegna la costruzione degli strumenti antichi a pizzico , se nel liuto si può scegliere la tensione , il diametro, il materiale, il diapason , perchè no nella chitarra classica ?
Io sono stato allievo di questa scuola e metto in pratica i concetti appressi a favore della ergonomia e personalizzando ogni strumento .
I musicisti devono sapere che il liutaio è obbligato a fare ciò che serve a loro su misura come se fosse un sarto.
continua domani
lunedì 26 aprile 2010
Walter Rosso: Biografia
Nome e Cognome: WALTER ROSSO
Luogo e Data di nascita: Rio Cuarto Argentina 02/03/1973
Residenza: Corso Garibaldi 21 Cremona
Telefono: 0372-411795 333 2371801
e-mail: rossowalter@hotmail.com
Sono nato in Argentina , nipote d'immigranti piemontesi. Ho fatto il conservatorio studiando la chitarra classica sotto la guida del maestro Jorge Jewsbury, allo stesso tempo ho conseguito un diploma come Tecnico Aeronautico, fortemente influenzato dalla tecnica e la meccanica grazie a mio padre.
Attraverso il conservatorio ho conosciuto il Liutaio Felix Moyano, che fu il mio primo maestro di liuteria.Dopo 5 anni di esperienze lavorative in Argentine, ho deciso di venire in Italia già come Italiano con doppia cittadinanza a studiare liuteria, cosa che ho fatto seguendo il programma della scuola di Liuteria di Milano nella sezione Strumenti a Pizzico sotto la guida dei maestri Lorenzo Lippi e Tiziano Rizzi.
Da dieci anni vivo a Cremona, dove svolgo l'attività di liutaio.
TITOLO DI STUDIO
TITOLO DI STUDIO
2005: DIPLOMA DI OPERATORE LIUTAIO
1991: DIPLOMA DI TECNICO AERONAUTICO
domenica 25 aprile 2010
"Alla scoperta della chitarra classica” giornata-seminario con Giacomo Parimbelli
"Alla scoperta della chitarra classica”
giornata-seminario con Giacomo Parimbelli, storico della chitarra italiana
Si terrà martedì 27 aprile 2010, presso l' Auditorium della Scuola Media di Trescore dalle ore 16,00 alle ore ore 19,30, una giornata-seminario con Giacomo Parimbelli, storico della chitarra italiana dal tema: “Alla scoperta della chitarra classica”.
L'evento è organizzato dall' Ass. “L’Ateneo Musicale” Scuola Civica di Musica, diretta del Maestro GianLuigi Artina in collaborazione con il COMUNE DI TRESCORE BALNEARIO (Bg), Assessorato alla cultura.
Il corso straordinario verterà sull'analisi dei documenti, degli strumenti,del repertorio e della tecnica chitarristica dal ‘600 ad oggi, con la visione di immagini, filmati d'epoca e di strumenti storici.
Al termine della giornata, dopo il concerto degli allievi partecipanti, vi sarà la consegna degli attestati.
Per ISCRIZIONI:
Presso Scuola Civica di Musica
Tel. 0353054042 - cell. 3346986891
Costo iscrizione: Euro 15 per esterni
Gratuita per gli studenti della scuola di musica e iscritti all’associazione.
GIACOMO PARIMBELLI
Dopo i Diplomi umanistico (Bergamo) e chitarristico (Conservatorio di Verona), segue i Corsi di Perfezionamento del Maestro Grondona.
Nel 2001 riceve il Premio “Zucchelli” dell'Ateneo di Scienze, Lettere ed Arti di Bergamo, per la prima biografia su Benvenuto Terzi (Bergamo 1892 – 1980): “ Benvenuto Terzi: un chitarrista - compositore interprete del Novecento” , poi pubblicata negli Atti dell’Ateneo (2003).
Dal 2002 pubblica per le Edizioni EurArte di Varenna (Lc), sue composizioni e rare opere storiche per chitarra. Presso Sala Piatti di Bergamo ha presentato il cd“Citarodia Bergomense” (Ed. Eurarte, 2004), prima antologia su liutisti e chitarristi storici a Bergamo. Ha inciso le “Suite per chitarra” (Ed. Tactus, BO, 2005), di Lodovico Antonio Roncalli (Bergamo, 1654 – 1713). Ha pubblicato “ Liuto, chitarra a Bergamo nei secoli” (Ed. Villadiseriane, BG, 2005 ). E' autore della prima ristampa restaurata del “Dizionario dei Chitarristi e Liutai italiani” del 1937
(Ed. Villadiseriane, BG, 2008). E' fondatore e presidente dell’Associazione “Bergamo Chitarra – Centro Studi e Ricerche “La Chitarra” – Archivio Chitarristico Italiano”.
Nel 2009 ha tenuto un concerto sull'epoca di Giovanni Simone Mayr, presso il Musikzentrum Kamerariat di Ingolstadt. Ha inciso musiche del '900 italiano nel cd “La Chitarra di Pietro Gallinotti, liutaio di Solero” (Comune di Solero , Al, 2009). Della sua attività ne scrivono : Il
Fronimo, Seicorde, Suonare, Guitart, Classical Guitar, Liuteria Musica Cultura.
Nel 2010 consegue l'idoneità all'insegnamento della storia della chitarra ed analisi del repertorio chitarristico. Per i suoi concerti sceglie di volta in volta, gli strumenti
dalla sua collezione costituita da circa 20 chitarre storiche.
E' Direttore Artistico delle Settimane Chitarristiche Italiane di Martinengo e della Rassegna Bergamo Chitarra.
giornata-seminario con Giacomo Parimbelli, storico della chitarra italiana
Si terrà martedì 27 aprile 2010, presso l' Auditorium della Scuola Media di Trescore dalle ore 16,00 alle ore ore 19,30, una giornata-seminario con Giacomo Parimbelli, storico della chitarra italiana dal tema: “Alla scoperta della chitarra classica”.
L'evento è organizzato dall' Ass. “L’Ateneo Musicale” Scuola Civica di Musica, diretta del Maestro GianLuigi Artina in collaborazione con il COMUNE DI TRESCORE BALNEARIO (Bg), Assessorato alla cultura.
Il corso straordinario verterà sull'analisi dei documenti, degli strumenti,del repertorio e della tecnica chitarristica dal ‘600 ad oggi, con la visione di immagini, filmati d'epoca e di strumenti storici.
Al termine della giornata, dopo il concerto degli allievi partecipanti, vi sarà la consegna degli attestati.
Per ISCRIZIONI:
Presso Scuola Civica di Musica
Tel. 0353054042 - cell. 3346986891
Costo iscrizione: Euro 15 per esterni
Gratuita per gli studenti della scuola di musica e iscritti all’associazione.
GIACOMO PARIMBELLI
Dopo i Diplomi umanistico (Bergamo) e chitarristico (Conservatorio di Verona), segue i Corsi di Perfezionamento del Maestro Grondona.
Nel 2001 riceve il Premio “Zucchelli” dell'Ateneo di Scienze, Lettere ed Arti di Bergamo, per la prima biografia su Benvenuto Terzi (Bergamo 1892 – 1980): “ Benvenuto Terzi: un chitarrista - compositore interprete del Novecento” , poi pubblicata negli Atti dell’Ateneo (2003).
Dal 2002 pubblica per le Edizioni EurArte di Varenna (Lc), sue composizioni e rare opere storiche per chitarra. Presso Sala Piatti di Bergamo ha presentato il cd“Citarodia Bergomense” (Ed. Eurarte, 2004), prima antologia su liutisti e chitarristi storici a Bergamo. Ha inciso le “Suite per chitarra” (Ed. Tactus, BO, 2005), di Lodovico Antonio Roncalli (Bergamo, 1654 – 1713). Ha pubblicato “ Liuto, chitarra a Bergamo nei secoli” (Ed. Villadiseriane, BG, 2005 ). E' autore della prima ristampa restaurata del “Dizionario dei Chitarristi e Liutai italiani” del 1937
(Ed. Villadiseriane, BG, 2008). E' fondatore e presidente dell’Associazione “Bergamo Chitarra – Centro Studi e Ricerche “La Chitarra” – Archivio Chitarristico Italiano”.
Nel 2009 ha tenuto un concerto sull'epoca di Giovanni Simone Mayr, presso il Musikzentrum Kamerariat di Ingolstadt. Ha inciso musiche del '900 italiano nel cd “La Chitarra di Pietro Gallinotti, liutaio di Solero” (Comune di Solero , Al, 2009). Della sua attività ne scrivono : Il
Fronimo, Seicorde, Suonare, Guitart, Classical Guitar, Liuteria Musica Cultura.
Nel 2010 consegue l'idoneità all'insegnamento della storia della chitarra ed analisi del repertorio chitarristico. Per i suoi concerti sceglie di volta in volta, gli strumenti
dalla sua collezione costituita da circa 20 chitarre storiche.
E' Direttore Artistico delle Settimane Chitarristiche Italiane di Martinengo e della Rassegna Bergamo Chitarra.
LA GUITARRA ESENCIAL …the art of guitar
LA GUITARRA ESENCIAL …the art of guitar
3. International Guitarfestival Millstatt
Musikwochen Millstatt
04. - 08. August 2010, Millstatt, Austria
Classical – Jazz - World Guitar Music
Concerts – Masterclasses – Workshops – Exhibition
Ralph Towner, Dino Saluzzi, Wolfgang Muthspiel, Friend n’ Yellow, Alexander Swete, José Saluzzi, Grigoryan Brothers, Julia Malischnig, Ali Gaggl, Felix Saluzzi, Sabine Hasicka, Luis Ribeiro, Sascha Lackner, Dieter Stemmer, Amirkasra Zandian.
Artistic director: Julia Malischnig
Tickets and Main Information: Büro Musikwochen Millstatt, Tel: ++43 4766 2023 35, Fax:++43 4766 3479 oder info@musikwochen.com
Ticket-Hotline: +43 1 96096
Online Info and Application: www.laguitarraesencial.com
3. International Guitarfestival Millstatt
Musikwochen Millstatt
04. - 08. August 2010, Millstatt, Austria
Classical – Jazz - World Guitar Music
Concerts – Masterclasses – Workshops – Exhibition
Ralph Towner, Dino Saluzzi, Wolfgang Muthspiel, Friend n’ Yellow, Alexander Swete, José Saluzzi, Grigoryan Brothers, Julia Malischnig, Ali Gaggl, Felix Saluzzi, Sabine Hasicka, Luis Ribeiro, Sascha Lackner, Dieter Stemmer, Amirkasra Zandian.
Artistic director: Julia Malischnig
Tickets and Main Information: Büro Musikwochen Millstatt, Tel: ++43 4766 2023 35, Fax:++43 4766 3479 oder info@musikwochen.com
Ticket-Hotline: +43 1 96096
Online Info and Application: www.laguitarraesencial.com
Ipazia: Ladscapes-classicguitar di Mauro Tonolli
"Tu mi rimproveri perchè ogni mio racconto ti trasporta nel bel mezzo d'una città senza dirti dello spazio che s'estende tra una città e l'altra: se lo coprano mari, campi di segale, foreste di larici, paludi. Ti risponderò con un racconto."
Italo Calvino: Le Città Invisibili
Playlist
- Francis Poulenc: Sarabande
- Gian Francesco Malipiero: Preludio
- Giorgio Federico Ghedini: Studio da concerto
- Bruno Bettineli: cinque preludi per chitarra
- Nicola Straffelini: da "bis": m,a,u,r,o
Musica in sottofondo:
LLS04: Stop the continuum Laverna n29
Da oggi è disponibile il download tramite podcast dell'ottava puntata di Ipazia dedicata al disco Electric Guitar Solo di Mauro Franceschi.
Per seguire IPAZIA basta collegarsi a http://chitarraedintorni.blogspot.com/ oppure su http://laverna.listen2myradio.com/.
Link Utili
Laverna
Laverna
sabato 24 aprile 2010
Frammenti: programma radiofonico dedicato alla chitarra
Frammenti è un programma radiofonico in onda su Radio Kairos
In fm a Bologna sui 105.85 fm e in streaming web dal sito http://www.radiokairos.it/
Tutti i venerdì alle 13:30 e in replica il martedì alle 18:00
Trenta minuti di musica da tempi e luoghi diversi
Racconti vicini e lontani che parlano di chitarre
Novità discografiche, concerti, interviste, notizie.
E' possibile seguire le puntate già trasmesse sul blog
http://radioframmenti.blogspot.com/
Il programma è ideato e condotto da Irene Elena e Silvia Mastrogregori
Vi consiglio di non perderne una sola puntata!
In fm a Bologna sui 105.85 fm e in streaming web dal sito http://www.radiokairos.it/
Tutti i venerdì alle 13:30 e in replica il martedì alle 18:00
Trenta minuti di musica da tempi e luoghi diversi
Racconti vicini e lontani che parlano di chitarre
Novità discografiche, concerti, interviste, notizie.
E' possibile seguire le puntate già trasmesse sul blog
http://radioframmenti.blogspot.com/
Il programma è ideato e condotto da Irene Elena e Silvia Mastrogregori
Vi consiglio di non perderne una sola puntata!
Recensione di The Infant T(h)ree, Laverna, 2010
The “Fourth world”. La tromba di John Hassell. Sound is deep, in the dark. I cani randagi. Il suono come immersione. Le spezie. Un colore blu cobalto. La notte come rifugio. Il sogno come chimera. Il suono 4AD. La morte può ballare? Tre Infanti. Three Immaginary Boys. Un pianoforte liquido.
Prima uscita discografica dei Tre Infanti Mirco “Micromix” Salvatori (già intervistato per lo speciale sulla net label Laverna), Gigi Masin (che abbiamo già incontrato e intervistato qui sul Blog) e Max Berizzi alla tromba, e prima mia recensione su un “qualcosa” che non sia su supporto fisico. Il “disco” in questione è infatti liberamente scaricabile dal sito della Net Label Laverna, esempio perfetto di prodotto musicale concepito e realizzato per il libero download e tutelato da una licenza Creative Commons.
Scaricato da internet, direttamente sul mio lettore mp3 (ribadisco, non ho un i-pod) e ascoltato più volte questo “disco” ha scatenato in me una divertente caccia alla citazione e al link musicale. E’ un disco fatto di intrecci e di passioni, questo. Passione per la musica ambient, per un suono anni ’80, ora scarno e minimale, ora cupo e lussureggiante, che tradisce una vita dedicata all’ascolto, un desiderio di accumulazione feticistica verso il vinile, la volontà di dimostrare che si esiste e che si esiste attraverso le proprie esperienze, una sedimentazione raffinata di suoni e una produzione musicale curata in maniera certosina.
Il desiderio non scomparire, di non volere diventare merce massificata, di ritagliarsi un proprio spazio esistenziale, di dire sono qui e ora e non sono un prodotto, di voler, dopo tanto aver ascoltato, dopo tanto aver amato, dire “ci sono, ascoltatemi, perché avrei tanto da dire e mi manca l’aria” in questa società che consuma tutto, fagocita tutto e vomita tutto senza gustare niente perché non ha tempo (crede di non avere tempo) e ha invece l’arroganza (e la vigliaccheria e l’ignoranza) di chi crede che tutto le spetti subito e gratis.
Ascoltateli, dategli una possibilità perché la meritano e perché dietro a questi suoni c’è un’idea, ci sono tre persone, ci sono migliaia di ore di ascolti e esperienze che non immaginate (ho visto le loro discoteche e se sono quello che sono ora lo devo anche a loro), c’è bella musica, c’è una possibilità e .. cazzo .. è free, non ci sono scuse.
Tre Infanti o forse Three Immaginary Boys.
Prima uscita discografica dei Tre Infanti Mirco “Micromix” Salvatori (già intervistato per lo speciale sulla net label Laverna), Gigi Masin (che abbiamo già incontrato e intervistato qui sul Blog) e Max Berizzi alla tromba, e prima mia recensione su un “qualcosa” che non sia su supporto fisico. Il “disco” in questione è infatti liberamente scaricabile dal sito della Net Label Laverna, esempio perfetto di prodotto musicale concepito e realizzato per il libero download e tutelato da una licenza Creative Commons.
Scaricato da internet, direttamente sul mio lettore mp3 (ribadisco, non ho un i-pod) e ascoltato più volte questo “disco” ha scatenato in me una divertente caccia alla citazione e al link musicale. E’ un disco fatto di intrecci e di passioni, questo. Passione per la musica ambient, per un suono anni ’80, ora scarno e minimale, ora cupo e lussureggiante, che tradisce una vita dedicata all’ascolto, un desiderio di accumulazione feticistica verso il vinile, la volontà di dimostrare che si esiste e che si esiste attraverso le proprie esperienze, una sedimentazione raffinata di suoni e una produzione musicale curata in maniera certosina.
Il desiderio non scomparire, di non volere diventare merce massificata, di ritagliarsi un proprio spazio esistenziale, di dire sono qui e ora e non sono un prodotto, di voler, dopo tanto aver ascoltato, dopo tanto aver amato, dire “ci sono, ascoltatemi, perché avrei tanto da dire e mi manca l’aria” in questa società che consuma tutto, fagocita tutto e vomita tutto senza gustare niente perché non ha tempo (crede di non avere tempo) e ha invece l’arroganza (e la vigliaccheria e l’ignoranza) di chi crede che tutto le spetti subito e gratis.
Ascoltateli, dategli una possibilità perché la meritano e perché dietro a questi suoni c’è un’idea, ci sono tre persone, ci sono migliaia di ore di ascolti e esperienze che non immaginate (ho visto le loro discoteche e se sono quello che sono ora lo devo anche a loro), c’è bella musica, c’è una possibilità e .. cazzo .. è free, non ci sono scuse.
Tre Infanti o forse Three Immaginary Boys.
venerdì 23 aprile 2010
GORNI KRAMER QUARTET & MARTINA FERI
GORNI KRAMER QUARTET & MARTINA FERI
"Modulante"
domenica, 2.maggio, ore 11.00
nedelja, 2. maj, ob 11.00
Mattinate musicali - Museo Revoltella,
via Diaz 27 - Trieste / Trst - Italy
http://www.gornikramerquartet.com/
"Modulante"
domenica, 2.maggio, ore 11.00
nedelja, 2. maj, ob 11.00
Mattinate musicali - Museo Revoltella,
via Diaz 27 - Trieste / Trst - Italy
http://www.gornikramerquartet.com/
Intervista a The Infant T(h)ree, quarta parte
Con chi vi piacerebbe suonare e chi vi piacerebbe suonare? Quali sono i vostri prossimi progetti? Su cosa state lavorando?
M. Berizzi: Mi piacerebbe suonare comunque e molto più spesso, non è facile insieme per gli impegni di ciascuno, ma dovremo impegnarci a farlo. Un altro progetto è quello in duo con Gigi, al quale tengo e dal quale ho ricavato alcune indicazioni sonore, affinandomi alle sue frequenze.
M. Salvadori: abbiamo un live in previsione nel breve periodo ed una serie di progetti in rete assai interessanti. Per quanto mi riguarda amerei moltissimo riuscire a 'far suonare' (rimixare n.d.r.) Infants a personaggi come Coniglio, Errante, Diacci ma anche vecchie glorie come uno Steven Brown per esempio, giusto per ascoltare cosa questi musicisti riuscirebbero a tirar fuori di diverso rispetto alla versione originale...staremo a vedere.
Ultima domanda, proviamo a voltare verso la musica le tre domande di J.P.Sartre verso la letteratura: Perché si fa musica? E ancora: qual è il posto di chi fa musica nella società contemporanea? In quale misura la musica può contribuire all’evoluzione di questa società?
M. Salvadori: abbiamo un live in previsione nel breve periodo ed una serie di progetti in rete assai interessanti. Per quanto mi riguarda amerei moltissimo riuscire a 'far suonare' (rimixare n.d.r.) Infants a personaggi come Coniglio, Errante, Diacci ma anche vecchie glorie come uno Steven Brown per esempio, giusto per ascoltare cosa questi musicisti riuscirebbero a tirar fuori di diverso rispetto alla versione originale...staremo a vedere.
Ultima domanda, proviamo a voltare verso la musica le tre domande di J.P.Sartre verso la letteratura: Perché si fa musica? E ancora: qual è il posto di chi fa musica nella società contemporanea? In quale misura la musica può contribuire all’evoluzione di questa società?
M. Berizzi: perché è inevitabile. Per chi ne ha passione è una forma espressiva universale, si fa musica perché è una pulsione dell’animo, perché si cerca una strada semisconosciuta fatta di emozioni, di momenti esaltanti e sconfortanti. E ancora: qual è il posto di chi fa musica nella società contemporanea? Se parliamo della realtà italiana, salvo eccezioni, il posto è men che minimo, basta uscire dai confini perché sia un pò meglio. In quale misura la musica può contribuire all’evoluzione di questa società? Io parto dal presupposto che chi ama la musica possiede e sviluppa una sensibilità particolare anche umana, importante quantomeno per se stessi. Un ruolo sociale dovrebbe averlo l’educazione musicale e la divulgazione nelle scuole e nei media, da noi quasi inesistente.
G. Masin: la musica è un linguaggio e una maniera di affermare la propria esistenza….
M. Salvadori: “Sorpassiamo il tempo e ci portiamo appresso ciò che il tempo ci lascia suoni...forse,per ricordare cosa abbiamo vissuto” (Il Suono...Forse – The Infant T(h)ree)
G. Masin: la musica è un linguaggio e una maniera di affermare la propria esistenza….
M. Salvadori: “Sorpassiamo il tempo e ci portiamo appresso ciò che il tempo ci lascia suoni...forse,per ricordare cosa abbiamo vissuto” (Il Suono...Forse – The Infant T(h)ree)
grazie ragazzi...
Empedocle70
giovedì 22 aprile 2010
prima assoluta Lofty Viol (per viola sola) di Cristian Gentilini
Sabato 24 aprile ore 17.00
Bologna - MUSEO DELLA MUSICA
EXITIME 06 - Dialoghi: Ligeti/Brahms
concerto del FontanaMIXensemble
>Violetta Mesoraca (violino)
>Chie Yoshida (viola)
>Simone Cinque (corno)
>Mino Marani (pianoforte)
PROGRAMMA
Toru Takemitsu (1930-1996)
A Bird came down the Walk (1994)
per viola e pianoforte
György Ligeti (1923-2006)
Trio per corno, violino e pianoforte (1982)
Cristian Gentilini (1974)
Lofty viol (2009)
per viola sola (prima esecuzione assoluta)
Johannes Brahms (1833-1897)
Trio per corno, violino e pianoforte, op. 40 (1865)
______________________
info
http://www.museomusicabologna.it/concerti.htm
http://www.fontanamix.it/EXITIME.06/EXIT.06/VII.html
Bologna - MUSEO DELLA MUSICA
EXITIME 06 - Dialoghi: Ligeti/Brahms
concerto del FontanaMIXensemble
>Violetta Mesoraca (violino)
>Chie Yoshida (viola)
>Simone Cinque (corno)
>Mino Marani (pianoforte)
PROGRAMMA
Toru Takemitsu (1930-1996)
A Bird came down the Walk (1994)
per viola e pianoforte
György Ligeti (1923-2006)
Trio per corno, violino e pianoforte (1982)
Cristian Gentilini (1974)
Lofty viol (2009)
per viola sola (prima esecuzione assoluta)
Johannes Brahms (1833-1897)
Trio per corno, violino e pianoforte, op. 40 (1865)
______________________
info
http://www.museomusicabologna.it/concerti.htm
http://www.fontanamix.it/EXITIME.06/EXIT.06/VII.html
Intervista a The Infant T(h)ree, terza parte
Qual è il ruolo dell’Errore nella vostra visione musicale? Dove per errore intendo un procedimento erroneo, un’irregolarità nel normale funzionamento di un meccanismo, una discontinuità su una superficie altrimenti uniforme che può portare a nuovi sviluppi e inattese sorprese...
G. Masin: sia benedetto l'errore. Chi non lo conosce non lo può evitare, credendo di percorrere una strada magistrale che invece è sorda, grigia e vuota.
M. Berizzi: io ci conto negli errori, spesso fanno meglio di me.
Parliamo di marketing. Quanto pensate che sia importante per un musicista moderno? Intendo dire: quanto è determinante essere dei buoni promotori di se stessi e del proprio lavoro nel mondo della musica di oggi?
M. Berizzi: è molto importante comunque, sia per il piacere di divulgare sia per le eventuali aspettative pratiche.
M. Salvadori: qui si aprirebbe una discussione che potrebbe durare pagine su pagine. Ovviamente farsi conoscere usando tutti i canali disponibili è cosa saggia ed importante. Difficile, anzi, assai difficile riuscire ad usarli se non fai parte di qualche 'corporazione' sonora ufficialmente riconosciuta. Bada bene, non ti sto parlando solo di enti o realtà ad alto livello ma anche di situazioni facilmente usufruibili dagli 'umani'. Qui oramai ognuno si è creato il proprio recinto dentro al quale: guai entrare!, sia esso circuito off o circuito cosiddetto 'alternativo post-industriale'. E' incredibile come non esista un 'sentire comune' che riesca a legare tutta questa gente – ed è tanta – che crea sonorità 'altre'. Da par nostro stiamo cercando di far questo con Laverna Net Label (la nostra etichetta), stiamo creando una vera e propria realtà culturale aperta a coloro che in qualche modo sentono il bisogno di confrontarsi senza dover a tutti i costi 'sembrare altro' da quello che realmente sono. Alla base di ogni nostra nuova uscita c'è la conoscenza e l'amicizia con l'artista stesso. E' successo così con Enrico Coniglio e con Emanuele Errante, giusto per citare due nomi conosciuti e così sarà in seguito: siamo una Open Source Net Label e...se le parole hanno ancora un senso?!.....
Come vedete la crisi del mercato discografico, con il passaggio dal supporto digitale al download in mp3 e tutto questo nuovo scenario? Tutta questa passiva tendenza ad essere aggiornati e di possedere tonnellate di mp3 che difficilmente potranno essere ascoltati con la dovuta attenzione non comporta il rischio di trascurare la reale assimilazione di idee e di processi creativi? Vi faccio questa domanda proprio perché voi avete già abbracciato la filosofia della licenza Creative Commons ….
M. Berizzi: la vedo con la tristezza di un nostalgico che come molti li consumava i dischi. Non voglio fare una disquisizione sociologica ma la velocità frettolosa domina il nostro tempo; è vero, a volte si prende o si scarica un cd e lo si ascolta appena e non tutto, affidandosi alla capacità di aver capito e rinviano a mai l’approfondimento. D’altro lato la tecnologia ci consente risultati impossibili 20/30anni fa; forse più di quanto è possibile godere veramente. Le netlabel offrono intanto la possibilità facile di far viaggiare la musica che altrimenti resterebbe a casa propria. Mercato o no, il passo successivo è ancora il cd. In relazione alle idee ed ai processi creativi penso che questi abbiano invece un percorso tutto loro e poco condizionato dalla tecnologia riferita al mercato.
M. Salvadori: parafrasando Wenders direi che sta nel corso del tempo. Il cambiamento sta nel corso del tempo. Personalmente io sono nato con il vinile, l'ho acquistato in quantità industriali ed assaporato come non mai (cosa che contiuno a fare), poi son passato con mal celato dolore al cd e, pian piano, mi ci sono abituato ed ho iniziato ad assaporarne la purezza sonora (cosa che continuo a fare). Ora abbiamo superato ulteriormente questo livello, il suono si immagazzina in una cartella e si usa a proprio piacimento: si scambia e si mixa e si riscambia e si rielabora, se ci pensi è meraviglia allo stato puro. Le possibilità ora sono enormi, l'importante è saperle usare in modo creativo, evitando di traformare il pc in un cimitero di suoni dimenticati. Il Suono è cosa viva, non è nato per esser rinchiuso in bella vista dentro una bacheca.
- parte prima
- parte seconda
- parte terza
- parte quarta
mercoledì 21 aprile 2010
Museo Zauli, STARTING POINT! 24 aprile
STARTING POINT!
premio tesi 2009
ACCADEMIA DI BELLE ARTI DI RAVENNA
Museo Carlo Zauli, Faenza
A cura di Fulvio Chimento e Antonella Malaguti
Inaugurazione sabato 24 aprile ore 18,30
Sabato 24 aprile alle ore 18.30 presso il Museo Carlo Zauli di Faenza inaugura la seconda edizione di Starting Point!, a cura di Fulvio Chimento e Antonella Malaguti. L’evento, promosso dall’Accademia di Belle Arti di Ravenna in collaborazione con il Museo Carlo Zauli di Faenza e con l'Ufficio Giovani d'Arte del Comune di Modena, presenta i quattro giovani vincitori del Premio Tesi 2009: Marco Fellini, Francesca Merciari, Valerya Piershyna e Matylda Tracewska. Il Premio Tesi (una mostra con la presentazione critica di due giovani curatori) ha il fine di valorizzare gli artisti più promettenti dell’Accademia, ai quali viene data la possibilità di misurarsi da vicino con il sistema dell'arte contemporanea, una volta terminato il proprio percorso di studi.
La commissione, costituita da Roberto Daolio e Walter Guadagnini, ha selezionato quattro progetti che utilizzano il proprio linguaggio espressivo per ideare un progetto site-specific all'interno degli ambienti del Museo Carlo Zauli, già studio e laboratorio del celebre scultore faentino, uno spazio che negli ultimi anni si è contraddistinto per la sua apertura e ricettività nei riguardi della didattica dell’arte, con lo scopo di avvicinare le nuove generazioni alle tematiche del contemporaneo. .
La mostra è visitabile fino a domenica 23 maggio 2010, data in cui si conclude la terza edizione del Festival dell'Arte Contemporanea di Faenza (21-23 maggio), che ha nel Museo Carlo Zauli una delle sue principali location.
per approfondimenti e info vai al blog: http://www.facebook.com/l/4ac97;museocarlozauli.blogspot.com/2010/03/premio-tesi-2009.html
premio tesi 2009
ACCADEMIA DI BELLE ARTI DI RAVENNA
Museo Carlo Zauli, Faenza
A cura di Fulvio Chimento e Antonella Malaguti
Inaugurazione sabato 24 aprile ore 18,30
Sabato 24 aprile alle ore 18.30 presso il Museo Carlo Zauli di Faenza inaugura la seconda edizione di Starting Point!, a cura di Fulvio Chimento e Antonella Malaguti. L’evento, promosso dall’Accademia di Belle Arti di Ravenna in collaborazione con il Museo Carlo Zauli di Faenza e con l'Ufficio Giovani d'Arte del Comune di Modena, presenta i quattro giovani vincitori del Premio Tesi 2009: Marco Fellini, Francesca Merciari, Valerya Piershyna e Matylda Tracewska. Il Premio Tesi (una mostra con la presentazione critica di due giovani curatori) ha il fine di valorizzare gli artisti più promettenti dell’Accademia, ai quali viene data la possibilità di misurarsi da vicino con il sistema dell'arte contemporanea, una volta terminato il proprio percorso di studi.
La commissione, costituita da Roberto Daolio e Walter Guadagnini, ha selezionato quattro progetti che utilizzano il proprio linguaggio espressivo per ideare un progetto site-specific all'interno degli ambienti del Museo Carlo Zauli, già studio e laboratorio del celebre scultore faentino, uno spazio che negli ultimi anni si è contraddistinto per la sua apertura e ricettività nei riguardi della didattica dell’arte, con lo scopo di avvicinare le nuove generazioni alle tematiche del contemporaneo. .
La mostra è visitabile fino a domenica 23 maggio 2010, data in cui si conclude la terza edizione del Festival dell'Arte Contemporanea di Faenza (21-23 maggio), che ha nel Museo Carlo Zauli una delle sue principali location.
per approfondimenti e info vai al blog: http://www.facebook.com/l/4ac97;museocarlozauli.blogspot.com/2010/03/premio-tesi-2009.html
Intervista a The Infant T(h)ree, seconda parte
Ho la sensazione che la musica contemporanea che non rientri nel calderone “mainstream” sia “divisa” in due approcci differenti: da un lato i compositori e i musicisti che provengono dall’accademia, dall’altra musicisti che provengono da una formazione culturale completamente diversa (jazz, minimalismo, scena musicale downtown newyorkese, noise, elettronica, improvvisazione in particolare) pronta ad appropriarsi e a ricodificare di qualunque linguaggio musicale, dall’improvvisazione, al jazz, alla contemporanea, al noise, alla musica per cartoni animati, e che queste due facce della medaglia ogni tanto si incontrino e che questi “scambi” comincino a diventare piacevolmente sempre più frequenti, voi provenite dal secondo lato, come vede “l’altro lato” della musica contemporanea?
G. Masin: ma non esisteva solo buona o cattiva musica? Non so, mi sento solo e cerco la distanza con le corporazioni degli umani, e quella ‘accademica’ mi pare una delle più inavvicinabili. Il genio o l'invenzione è comunque un bene raro e quando capita spesso usa apparire in forme non previste o non prevedibili. Non mi va di essere un bravo artigiano, meglio pensarmi uno zingaro dei suoni.
M. Berizzi: nel godere della musica, semplifico e mi nutro delle idee creative da qualsiasi parte esse provengano. Dipende cosa si cerca; personalmente ritengo importante avere nella mente e nello spirito una direzione musicale verso la quale tendere. La formazione accademica sicuramente può fornire gli strumenti per arrivare d esprimere le idee.
Quale significato ha l’improvvisazione nella vostra ricerca musicale? Si può parlare di improvvisazione per musiche come le vostre legate a strutture elettroniche o bisogna per forza uscirne e rivolgersi ad altri repertori, jazz, contemporanea, etc?
G. Masin: vero che l'elettronica intesa come l'uso di un particolare software può compromettere la sincerità compositiva, o quanto meno l'inventiva di un dato musicista. La storia dell'elettronica però ci ha regalato pure perle di genio, anzi, potrei dire che il peso dell'elettronica ha determinato un enorme progresso nella musica e nell'arte. Il metodo non inventa nulla, aiuta, ispira, forma, ma la fantasia è altra cosa. Mozart è stato un maestro di improvvisazione, forse molto più di tanti nomi del jazz. Eppure, il sentire comune ti dice il contrario. Buffo e strano mondo il nostro..
M. Berizzi: La definirei una musica aperta con una tensione comune, improvvisazione, melodia, sperimentrazione .. insomma, tutto ciò che nasce nel mentre. Ogni direzione ne provoca altre.
Io vedo nell’improvvisazione, non un genere ma un approccio istintivo, i miei contributi
sono per lo più improvvisati e neanche risuonati meglio una seconda volta, ma spesso
lasciati così come sono usciti. Ritengo l’improvvisazione una musica sentimentale per definizione.
M. Salvadori: personalmente cerco di fuggire a gambe levate dalle catalogazioni, l'ho sempre fatto e sempre continuerò a farlo. E' probabile che noi si produca musica improvvisata ma per arrivare all'improvvisazione c'è dietro tutto un lavoro di preparazione da parte dei musicisti sui miei testi ergo, Infants è sonorità non facilmente catalogabile: noi amiamo chiamarla ArtMusic.
Nel 1968 Derek Bailey chiese a Steve Lacy di definire in 15 secondi la differenza tra improvvisazione e composizione, la risposta fu “In 15 secondi la differenza tra composizione e improvvisazione è che nella composizione uno ha tutto il tempo di decidere che cosa dire in 15 secondi, mentre nell’improvvisazione uno ha 15 secondi” .. la risposta di Lacy era troppo ironica o corrisponde a verità?
G. Masin: sull'improvvisazione i bambini ne sanno più di noi. L'improvvisazione non è il 'diverso', ma l'essenza stessa della ricerca musicale ed artistica. La riproposizione pedissequa della musica è la cosa meno viva e più blasfema che esista sulla Terra.
M. Salvadori: per quanto riguarda il mio strumento 'musicale' ovvero la parola, ti posso dire che l'improvvisazione è la fonte da cui nascono i mille rivoli di pensiero che poi vanno a formare la frase compiuta. Senza il flash dovuto ad essa non riuscirei a scrivere nulla.
martedì 20 aprile 2010
La Chitarra Classica in Radio! Giovedì 22 aprile ore 21
Il 22 aprile alle ore 21 il Blog Chitarra e Dintorni sarà nuovamente presente sulla Radio Voce della Speranza in onda su Diapason programma dedicato alla musica colta con una puntata dedicata alla chitarra classica "Da Mudarra a Brouwer", ai microfoni Andrea Aguzzi "Empedocle70", ecco i brani che ascolterete:
1) Massimo Lonardi, Fantasia, Alonso Mudarra, cd Libros de Musica para vihuela Stradivarius 2009
2) Andres Segovia, Galliard, John Dowland, cofanetto Hall of Fame
3) Pablo Marquez, Fantasia del primer tono, Luys de Narvaez, Cd Musica del Delphin, ECM
4) Oscar Ghiglia, Gavotte Ire dalla BWN995, J.S.Bach, cd J.S.Bach Pieces pour la luth, Stradivarius 2009
5) Bach Guitar Duo, Preludio dalla BWN858, J.S.Bach, cd Bach Guitar Duo
6) Guido Fichtner, Minuetto dalla Sonata nro 16, N.Paganini, cd The 37 Paganini Guitar Sonatas
7) David tanenbaum, Studio nro 2, M. Carcassi, cd Estudios 1990
8) Duo Maccari Pugliese, Valse da L’Encouragement op34, F. Sor, Cd Sor Coste Complete Works for Guitar, Brilliant, 2009
9) Julian Bream, La maja de goya, E. Granados, Cd Spanish Guitar Recital,1983
10) John Williams, Tango, I. Albeniz, cd Echoes of Spain, 1981
11) Stefano Grondona, El testament d’amelia, M. Llobet, Cd Respuesta, Stradivarius, 2007
12) Sante Tursi, Preambulo da suite in re maggiore, M.M. Ponce, Cd The Guitar music by M.M. Ponce
13) Duo Assad, Primavera portena, A. Piazzolla, cd Sergio & Odair Assad play Piazzolla, Nonesuch Records
14) Guitalian Quartet, Cuban landscape with rain, Leo Brouwer, Cd Guitalian Quartet Live, OIDI
1) Massimo Lonardi, Fantasia, Alonso Mudarra, cd Libros de Musica para vihuela Stradivarius 2009
2) Andres Segovia, Galliard, John Dowland, cofanetto Hall of Fame
3) Pablo Marquez, Fantasia del primer tono, Luys de Narvaez, Cd Musica del Delphin, ECM
4) Oscar Ghiglia, Gavotte Ire dalla BWN995, J.S.Bach, cd J.S.Bach Pieces pour la luth, Stradivarius 2009
5) Bach Guitar Duo, Preludio dalla BWN858, J.S.Bach, cd Bach Guitar Duo
6) Guido Fichtner, Minuetto dalla Sonata nro 16, N.Paganini, cd The 37 Paganini Guitar Sonatas
7) David tanenbaum, Studio nro 2, M. Carcassi, cd Estudios 1990
8) Duo Maccari Pugliese, Valse da L’Encouragement op34, F. Sor, Cd Sor Coste Complete Works for Guitar, Brilliant, 2009
9) Julian Bream, La maja de goya, E. Granados, Cd Spanish Guitar Recital,1983
10) John Williams, Tango, I. Albeniz, cd Echoes of Spain, 1981
11) Stefano Grondona, El testament d’amelia, M. Llobet, Cd Respuesta, Stradivarius, 2007
12) Sante Tursi, Preambulo da suite in re maggiore, M.M. Ponce, Cd The Guitar music by M.M. Ponce
13) Duo Assad, Primavera portena, A. Piazzolla, cd Sergio & Odair Assad play Piazzolla, Nonesuch Records
14) Guitalian Quartet, Cuban landscape with rain, Leo Brouwer, Cd Guitalian Quartet Live, OIDI
Le stazioni RVS in Italia :
Bologna: 105,3 Mhz
Catania, Ragusa, Siracusa, Agrigento, Caltanissetta, Enna: 97,5 Mhz ( Enna: 90,8 Mhz)
Forlì, Cesena, Ravenna: 104,5 Mhz
Conegliano Veneto, Treviso, Venezia: 97,9 Mhz
Firenze: 92,4 MhzGaeta: 88,7 Mhz
Palermo: 92,6 MhzRoma: 104,8 Mhz
Sciacca: 94,5 Mhz
Sarà possibile anche seguire la trasmissione via streaming direttamente da internet:http://www.radiovocedellasperanza.it/streaming/default.html
Vi aspetto alla radio!
Empedocle70
Intervista a The Infant T(h)ree, prima parte
Devo ammettere che trovo un po’ surreale l’idea di intervistarvi, soprattutto per Mirco dato che ci conosciamo da tanti anni, ma .. come è nata l’idea di questo trio? Qual è il vostro background musicale?
M. Berizzi: il trio nasce dall’idea di dare a Mirco e alla sua prosa una dimensione sonora, ai suoi versi mancavano solo i suoni; nasce per amicizia e per la forte curiosità di sperimentare ambiti diversi.
Le mie radici poggiano sul rock, la fusion e il jazz elettrico anni '70, il successivo jazz elettronico prevalentemente europeo, ed improvvisazione: ogni sperimentazione elettroacustica, ma anche suoni contemporanei.
M.Salvadori: credo che parte rilevante nella realizzazione del progetto Infant la si debba riconoscere alla voglia irrinunciabile, che ognuno di noi tre ha, nel continuare ad usare l'esercizio immaginativo e pensare 'cosa sarebbe se...': cosa sarebbe se si accumunassero le sonorità Masin/Berizzi ai pensieri scritti di Salvadori? Una prima risposta la può dare l'ascolto del lavoro...
In quanto al diverso background non posso che rimandarti alla risposta di Massimo: noi siamo i tre opposti ed arriviamo da tre diverse scuole di pensiero musicale, questo è il segreto della 'vitalità' artistica degli Infants.
Le mie radici poggiano sul rock, la fusion e il jazz elettrico anni '70, il successivo jazz elettronico prevalentemente europeo, ed improvvisazione: ogni sperimentazione elettroacustica, ma anche suoni contemporanei.
M.Salvadori: credo che parte rilevante nella realizzazione del progetto Infant la si debba riconoscere alla voglia irrinunciabile, che ognuno di noi tre ha, nel continuare ad usare l'esercizio immaginativo e pensare 'cosa sarebbe se...': cosa sarebbe se si accumunassero le sonorità Masin/Berizzi ai pensieri scritti di Salvadori? Una prima risposta la può dare l'ascolto del lavoro...
In quanto al diverso background non posso che rimandarti alla risposta di Massimo: noi siamo i tre opposti ed arriviamo da tre diverse scuole di pensiero musicale, questo è il segreto della 'vitalità' artistica degli Infants.
M. Salvadori: a dire il vero non mi ci sento proprio dentro il ruolo del declamatore (non sono ovviamenete un attore!) o dello scrittore. Io son persona che vive 'l'intuito del momento', sento quando si avvicina e cerco di ghermirlo al meglio delle mie possibilità. Se mi chiedi come sarà il domani degli Infants ti rispondo che non ne ho la più pallida idea, potremmo anche non esserci più per esaurito movimento passionale...God knows. In quanto ai 'cani Randagi' beh, sono creature fatte di ricordo e di vita, due cose che normalmente viaggiano sullo stesso binario lasciando dietro loro una scia a volte intensamente carica di parole.
Per Gigi Masin: caro Gigi nella tua precedente intervista per il Blog Chitarra e Dintorni: Nuove Musiche avevi già annunciato questo nuovo lavoro, vedo con piacere che sei tornato in pista, che cosa suoni in questo nuovo progetto?
G. Masin: non ho cercato di usare gli acquarelli per creare un'atmosfera attorno alle visioni di Mirco, non c'è stato alcun tentativo di sottolineare o accentuare la poetica delle parole. Mi sono lasciato prendere la mano, ho provato a dare un corso alle sensazioni, quelle più immediate... Man mano che la scrittura di Mirco prendeva forma, seppur condividendo idee e sensazioni con Massimo e Mirco stesso, ho cercato la scrittura 'prima' e non quella ragionata.
Per Max Berizzi: il suono della tua tromba da una connotazione precisa a questo lavoro, richiamando le idee di John Hassell sul “fourth world”, come mai questa scelta stilista per questi suoni così ampi e dilatati?
M. Berizzi: sono sempre stato attratto dall’uso non convenzionale degli strumenti, dalle distorsioni, dalle contaminazioni., dall’unione di elementi dissonanti.
Non c’è stata una scelta stilistica predeterminata; contemporaneamente ad un lavoro che sto realizzando con Gigi, abbiamo fatto questo degli Infant T(h)ree insieme a Mirco, sfruttando le “curve sonore” che mi vengono spontanee oggi ed alcune curiosità verso effetti elettronici e loops.
- parte prima
- parte seconda
- parte terza
- parte quarta
lunedì 19 aprile 2010
Speciale Gigi Masin
Nato a Venezia nel 1955, è nella scena musicale dai primi anni '70, prima suonando in alcuni gruppi rock/blues poi come solista, con uno stile blues/folk riminiscente di John Martyn e Dick Gaughan.
DJ radiofonico della prima ora, è considerato da molti un anticipatore dell'uso dei giradischi nel creare e manipolare suoni, iniziando dalla metà degli anni '70 una serie di concerti con giradischi, mixer, registratori e ‘tape loops’, in teatri, chiese ed in varie manifestazioni.
Dal 1977 ha stabilito una duratura collaborazione con lo scrittore e poeta Massimo Palladino che ha permesso di realizzare spettacoli teatrali e commedie radiofoniche.
Come regista e autore ha una lunga serie di collaborazioni teatrali. Ha realizzato o curato molti cortometraggi e audiovisivi ed è stato, negli anni ’70, doppiatore e voce in alcuni cartoni animati e musiche per l’infanzia.
Il primo disco esce nel 1986 ("Wind") ed è un lavoro autoprodotto che è considerato un anticipatore della teoria delle 'Creative Commons'. Segue nel 1989 “Les Nouvelles Musiques Du Chambre” con il musicista inglese Charles Hayward per l'etichetta belga SUB ROSA. Nel 1991 esce "Wind Collector" condiviso con Alessandro Monti ed Alessandro Pizzin.
Dopo un lungo periodo esce nel 2001 "Lontano" (una raccolta di brani del decennio precedente) e nel 2003 "Moltitudine In Labirinto" (condiviso con Giuseppe Caprioli) entrambi per l'etichetta romana Ants/Silenzio Distribuzione.
‘Moltitudine in Labirinto’ viene descritto come ‘’..un ibrido fascinante, una nuova musica moderna, dall’aspetto plumbeo e dolente, una voce perduta nei labirinti della memoria..’’.
Molti musicisti hanno riproposto (anche campionandola) la sua musica, prima tra tutti la cantante islandese Bjork ('It's In Our Hands' nel suo "Greatest Hits") e tra gli altri Robert Lippok, i To Rococo Rot, Alessandro Monti, il pianista Luca Miti, Alessandro Pizzin.
Con il pittore e grafico portoghese Luis Filipe Cunha inizia una proficua collaborazione che permette di pubblicare, tra l’altro, due dvd di immagini e musica (‘Portofolio’ nel 2005, ed ‘Ilustrat’ nel 2007).
Nel 2008, grazie alla volontà di Mirco Salvatori, esce un nuovo lavoro per la net label Laverna, intitolato "The Last DJ". Questo lavoro è in effetti un ritorno alla musica, perchè a parte qualche sporadica collaborazione, è la prima pubblicazione dopo ben 10 anni di assenza.
Così Marco Carcasi scrive di ‘The Last DJ’ su Sand-Zine nella primavera del 2008: “….nome storico senza mai aver ambito ad esserlo, un fluire di immagini romantiche disseminate lungo gli anni, album splendidi, che erano ancora neri e grandi ed il piccolo cd ancora non c’era. Uno del quale si erano accorti prima i To Rococo Rot (che gli avevano campionato un pezzo senza neanche dirglielo), uno del quale si era a sua volta accorta Bjork, ma dalle nostre parti poco o nulla la visibilità concessagli. Masin proseguiva imperterrito il suo cammino, un piano, dell’elettronica... Un’esposizione pubblica defilata e discreta, splendori dissimulati lungo il cammino come molliche di pane. Storie che quando ci entravi in contatto sapevi sin da subito che, in una maniera o nell’altra, l’avresti portato tatuato per sempre nel cuore.
Un esporsi gentile, frettolosamente mortificato come ‘ambient – elettronica’ ma è, appunto, un mortificarlo. Satie, Brian Eno, l’evocazione di un sobrio John Martyn, Steve Reich o Terry Riley. Eppure tanta magnificenza sembra produrre un bel nulla a livello di interesse, flebili segnali esterni ma mai troppo intensi (il bellissimo album del 1989 per la belga Sub Rosa, qualcuno lo ricorda?). Le cose che cambiano, la famiglia che cresce, il tempo che passa. Difficoltà e piaceri più intensi. Poi, nel settembre del 2007 la beffa: lo studio di Gigi che si riempie di acqua, l’intera strumentazione di una vita, l’archivio, tutto sommerso e distrutto. Pare la fine, ma Mirco Salvatori non molla, costringe Gigi a riflettere su quel che ha salvato, forse è il caso, potrebbe essere… proviamoci. ‘The Last DJ’ riparte da dove aveva lasciato, l’omonimo brano di apertura piega le gambe, irrimediabilmente romantico, irrimediabilmente necessario. L’elettronica circolare che avvolge molti brani, la sensazione tangibile del ‘non completo’, la certezza che questo è un regalo”.-
Massimo Berizzi: Biografia
Massimo Berizzi (1958) per anni si dedica al piano e tastiere per poi passare allo studio della tromba. Il gusto musicale si sviluppa attraverso la passione progressiva per il rock, il blues, il jazz elettrico degli anni ‘70 ed il successivo jazz elettronico e sperimentale. Coltiva una direzione ideale verso le contaminazioni, le miscele di suoni diversi, elettronici ed acustici, in cui i diversi approcci si esaltano. Progetti e collaborazioni con Gigi Masin, Halo XVI, Infant T(h)ree, Mono-Drone ed altri..
Appare in:
What remain in a breath (51beats netlabel)
Halo XVI - The Sixteenth Hour (Softphase netlabel)
Gli indipendenti per l’abruzzo - decidilo tu (CD Materiali sonori)
Mono-Drone - lost sunset (CD mono-drone)
Infant T(h)ree – (Laverna netlabel)
Compilation “Gravity and Quantum Mechanics” (CD 51beats)
Compilation “New Urban Netaudio Selection #001” (numblog)
Audioguida Francesca Woodman - (Radio Papesse)
Appare in:
What remain in a breath (51beats netlabel)
Halo XVI - The Sixteenth Hour (Softphase netlabel)
Gli indipendenti per l’abruzzo - decidilo tu (CD Materiali sonori)
Mono-Drone - lost sunset (CD mono-drone)
Infant T(h)ree – (Laverna netlabel)
Compilation “Gravity and Quantum Mechanics” (CD 51beats)
Compilation “New Urban Netaudio Selection #001” (numblog)
Audioguida Francesca Woodman - (Radio Papesse)
Mirco "micromix" Salvadori: Biografia
Verso la metà degli anni '80 Mirco "micromix" Salvadori iniziò a trasmettere in una delle prime 'Radio Libere' dell'hinterland veneziano, il programma si occupò solo per poco tempo di suoni legati ai vari stili musicali 'classici': rock, country, pop, ecc. Quasi subito il fascino delle nuove sonorità 'post-punk' trasformarono un piccolo programma notturno in uno dei più seguiti programmi radiofonici del Nord-Est. Con l'arrivo di Massimo Caner come co-conduttore la trasmissione si trasferì in un'emittente più grande e potente diventando "NOCTURNAL EMISSION": un emissione sonora che per oltre vent'anni ha musicalmente formato ed informato svariate generazioni di ascoltatori usando il suono elettronico come conduttore universale. L'epopea New Wave lo vide come manager dei DEATH IN VENICE, una band veneziana con solo 2EPs stampati ma che bastarono per decretarla come una delle più interessanti 'dark-bands' italiane del periodo post-punk.Dopo una pausa di qualche anno, 'NOCTURNAL EMISSION' ha ripreso ad inviare il suo segnale grazie alla collaborazione con 'Diserzioni', altro storico programma musicale in onda sulle frequenze di Sherwood Radio (http://www.sherwood.it/ - ogni domenica ore 18 in streaming o in podcast). Parallelamente all'attività radiofonica, Mirco Salvadori opera nel settore giornalistico collaborando per qualche tempo con il quotidiano LA NUOVA VENEZIA. Da oltre un ventennio scrive per il mensile musicale ROCKERILLA per il quale cura, tra le altre cose, una rubrica dedicata alle produzioni indipendenti in rete ovvero le NET LABELS, etichette che producono lavori in mp3 downlodabili gratuitamente grazie alla licenza Creative Commons (http://www.creativecommons.it/). Mirco Salvadori inoltre fa parte della crew di LAVERNA, net label padovana (http://www.laverna.net/) in qualità di Direttore Artistico. Per questa net label ha curato i due eventi tenuti a Venezia (Libreria Mondadori) e Mestre (Centro Culturle Candiani) dedicati alla multimedialità proponendo il reading di un suo racconto inserito all'interno di un programma costruito attraverso il suono, la video-arte, il web. All'esperienza radiofonica, Mirco ha sempre affiancato quella di "promotore sonoro in loco", con dj set non convenzionali nelle zone di Mestre, Bassano, Padova...raramente Venezia...amando coprire l'arco intero dell'esperienza elettronica con preferenza per l'Ambient, Chill, Fields Recordings, Suono di Ricerca in genere. Per LAVERNA NET LABEL Mirco ha prodotto due cd: "NOCTURNAL EMISSION 1st FLIGHT" in due versioni (mixata e non) e "UNDER THE ARCADES". THE INFANT T(H)REE, assieme a Gigi Masin e Massimo Berizzi, è il nuovo progetto che lo vede nuovamente impegnato in un'uscita su Laverna proposta in versione classica o mixata. Tutti i lavori sono downlodabili free @ http://www.laverna.net/ o su http://www.archive.org/
domenica 18 aprile 2010
sabato 17 aprile 2010
BACH GUITAR DUO: Florindo Baldissera e Vittorino Nalato, monografia
Recensione di Bach Guitar Duo di Florindo Baldissera e Vittorino Nalato
A distanza di secoli dalla sua scomparsa e dalla sua riscoperta grazie a Mendelssohn la presenza e l’importanza quasi fisica di Bach nell’ambito della musica occidentale sembra non aver ancora esaurito la sua influenza e, cosa ancora più importante, le possibilità di esecuzione e di esplorazione di quel formidabile bagaglio musicale e culturale che il Grande Maestro ci ha lasciato in eredità.
Le sue musiche rappresentano cioè all’interno della immensa biblioteca musicale una ulteriore biblioteca, un cosmo organizzato e definito in forma aperta che generosamente lascia ai suoi interpreti sempre nuove libertà espressive e artistiche rinnovandosi di continuo e senza dover riconoscere alcun tributo formale al dio Kronos, della cui nefasta opera sembrano immuni.
Scrive il saggista Luciano Berio nel suo bellissimo libro “Un Ricordo al Futuro” a proposito dell’importanza della trascrizione: “La trascrizione è stata spesso uno strumento per commentare e assimilare elementi ed esperienze del passato e di altri luoghi. Questa è la ragione per cui è difficile a volte attribuire confini precisi al vasto territorio della trascrizione.”
Questo cd rappresenta un perfetta traduzione musicale di queste parole, come scrive Melita Fontana nel libretto che accompagna questo cd: “Le Tonalità sono spesso trasportate e alcune linee hanno subito spostamenti di ottava. … La struttura linguistica dei brani (temi, forme armonie) è rimasta in ogni caso inalterata, dal momento che gli adattamenti sono stati limitati alla componente idiomatico-strumentale.” Florindo Baldisssera e Vittorino Nalato con le loro chitarre rielaborano il Testo musicale di Bach donandogli nuova linfa e ottenendone in cambio nuove idee e forza questo perché (sempre Berio) “Se un pensiero musicale vuole manifestarsi pienamente in rapporto a un testo, deve essere capace di modificare quel testo e, pur essendone condizionato, condurre su di esso una trasformazione analitica.”
In questo senso QUESTA è la bellezza che traspare nelle note di questo cd: la capacità di rimanere nell’ambito della tradizione e allo stesso tempo il coraggio di operare delle trasformazioni formali che non ne alterano il contenuto, chi si aspetta di ascoltare dei chitarristi che eseguono Bach con il pensiero di Segovia ne rimarrà deluso, chi saprà accettare queste nuove trascrizioni ascolterà Bach con orecchie nuove traendone nuovi spunti e nuovi pensieri e, in un certo senso, questa è la sfida che attende tutta la musica classica.
Concludo citando ancora Berio: “… tutto può diventare musica a condizione che questa totalità possa essere musicalmente concettualizzata , analizzata e tradotta su livelli diversi. Tale concezione e tale traduzione sono possibili solo con la nozione di musica come Testo: un testo pluridimensionale in continua evoluzione.”
Baldissera e Nalato hanno superato la prova dell’ipertesto di Bach.
Empedocle70
Le sue musiche rappresentano cioè all’interno della immensa biblioteca musicale una ulteriore biblioteca, un cosmo organizzato e definito in forma aperta che generosamente lascia ai suoi interpreti sempre nuove libertà espressive e artistiche rinnovandosi di continuo e senza dover riconoscere alcun tributo formale al dio Kronos, della cui nefasta opera sembrano immuni.
Scrive il saggista Luciano Berio nel suo bellissimo libro “Un Ricordo al Futuro” a proposito dell’importanza della trascrizione: “La trascrizione è stata spesso uno strumento per commentare e assimilare elementi ed esperienze del passato e di altri luoghi. Questa è la ragione per cui è difficile a volte attribuire confini precisi al vasto territorio della trascrizione.”
Questo cd rappresenta un perfetta traduzione musicale di queste parole, come scrive Melita Fontana nel libretto che accompagna questo cd: “Le Tonalità sono spesso trasportate e alcune linee hanno subito spostamenti di ottava. … La struttura linguistica dei brani (temi, forme armonie) è rimasta in ogni caso inalterata, dal momento che gli adattamenti sono stati limitati alla componente idiomatico-strumentale.” Florindo Baldisssera e Vittorino Nalato con le loro chitarre rielaborano il Testo musicale di Bach donandogli nuova linfa e ottenendone in cambio nuove idee e forza questo perché (sempre Berio) “Se un pensiero musicale vuole manifestarsi pienamente in rapporto a un testo, deve essere capace di modificare quel testo e, pur essendone condizionato, condurre su di esso una trasformazione analitica.”
In questo senso QUESTA è la bellezza che traspare nelle note di questo cd: la capacità di rimanere nell’ambito della tradizione e allo stesso tempo il coraggio di operare delle trasformazioni formali che non ne alterano il contenuto, chi si aspetta di ascoltare dei chitarristi che eseguono Bach con il pensiero di Segovia ne rimarrà deluso, chi saprà accettare queste nuove trascrizioni ascolterà Bach con orecchie nuove traendone nuovi spunti e nuovi pensieri e, in un certo senso, questa è la sfida che attende tutta la musica classica.
Concludo citando ancora Berio: “… tutto può diventare musica a condizione che questa totalità possa essere musicalmente concettualizzata , analizzata e tradotta su livelli diversi. Tale concezione e tale traduzione sono possibili solo con la nozione di musica come Testo: un testo pluridimensionale in continua evoluzione.”
Baldissera e Nalato hanno superato la prova dell’ipertesto di Bach.
Empedocle70
venerdì 16 aprile 2010
Intervista a Florindo Baldissera e Vittorino Nalato, quarta parte
Ascoltando la Vostra musica ho notato la tranquilla serenità con cui vi approcciate allo strumento indipendentemente dal repertorio, dal compositore, dallo strumento che adoperate, dimostrando sempre un totale controllo sia tecnico sia emotivo. Quanto è importante il lavoro sulla tecnica per raggiungere a questo livello di “sicurezza”?
V.N. La tecnica è fondamentale: da essa si parte per poi esprimere la propria musicalità.
F.B. E’ essenziale nella misura in cui per esprimermi pubblicamente devo padroneggiare con sicurezza il linguaggio strumentale e le sue sfumature. Vorrei però che nel vocabolo tecnica fossero comprese tutte le essenziali componenti conoscitive che formano il fatto esecutivo: l’ascolto, il ritmo, la lettura, il fraseggio, la memoria, la gestualità, la diteggiatura, lo stile, la pronuncia e la cultura musicale e non solo.
Luciano Berio ha scritto “la conservazione del passato ha un senso anche negativo, quanto diventa un modo di dimenticare la musica. L’ascoltatore ne ricava un’illusione di continuità che gli permette di selezionare quanto pare confermare quella stessa continuità e di censurare tutto quanto pare disturbarla”, che ruolo può assumere la musica contemporanea in questo contesto?
F.B. E’ una domanda difficile. La tradizione ci rassicura, l’avanguardia ci destabilizza, ma ci incuriosisce. Credo che la musica contemporanea sia troppo distante e isolata nel panorama culturale di oggi per poter essere considerata a pieno diritto una vera “voce”. Una riflessione sull’efficacia della musica come comunicazione gioverebbe sicuramente ad una rinascita musicale più ampia. E la strada di Elena Casoli mi sembra che, in questo àmbito, si snodi nella giusta direzione.
Come vedete la crisi del mercato discografico, con il passaggio dal supporto digitale al download in mp3 e tutto questo nuovo scenario?
V.N. In modo negativo.
Consigliateci cinque dischi per voi indispensabili, da avere sempre con se.. i classici cinque dischi per l‘isola deserta..
V.N. Bach – Variazioni Goldberg di eseguite da G. Gould
J. Bream & J. Williams LIVE
Parkening plays Bach
Bach Messa in si minore – H. Karajan
J. Dowland – Complete music for solo lute – J. Lindberg
F.B. I dischi di Jordi Savall (praticamente tutti)
Il disco celebrativo dei 50 di carriera di Andrés Segovia
Il Bach di Glenn Gould, di Andras Schiff e di Gustav Leonhard
Lo Scarlatti eseguito da Ottavio Dantone (CD Amadeus)
L’ultimo concerto di Emil Gilels (CD Ermitage)
I dischi di Julian Bream (esclusi solo alcuni) e quelli di Oscar Ghiglia
Il 2° Concerto di Rachmaninov con Sviatoslav Richter al pf
Gaspard de la nuit di Ravel eseguito da Arturo Benedetti Michelangeli
E molti altri (credo però che nell’isola ci andrò con un grosso baule)
Quali sono invece i vostri cinque spartiti indispensabili?
V.N. Bach – Preludio, fuga e allegro BWV 998
Bach – Chaconne
B. Britten - Nocturnal
S. Dodgson – Partita for Guitar
A. Josè – Sonata
F.B. Giuliani, Sonata op. 15
Sor, Variazioni op. 9 e i Minuetti
Castelnuovo Tedesco, Sonata op. 77
Martin, 4 Pièces brèves
De Falla, Homenaje
Il Blog ha aperto di recente una nuova rubrica dedicata ai giovani neodiplomati e diplomandi, che consigli si sente di dare a chi, dopo anni di studio, ha deciso di iniziare la carriera di musicista?
V.N. Di continuare, mantenendo sempre costanza, tenacia e passione per la musica, nonostante le numerose difficoltà.
F.B. Di non arrendersi e di amare ciò che fanno.
Con chi vi piacerebbe suonare?
V.N. Con J. Williams.
F.B. Con Giuseppe Pepicelli
Quali sono i vostri prossimi progetti? Su cosa state lavorando?
V.N. e F.B. Stiamo lavorando alla preparazione del prossimo CD, anch'esso dedicato interamente a Bach, con l'ausilio di una chitarra accordata una quarta sopra per aumentare l'estensione strumentale.
V.N. La tecnica è fondamentale: da essa si parte per poi esprimere la propria musicalità.
F.B. E’ essenziale nella misura in cui per esprimermi pubblicamente devo padroneggiare con sicurezza il linguaggio strumentale e le sue sfumature. Vorrei però che nel vocabolo tecnica fossero comprese tutte le essenziali componenti conoscitive che formano il fatto esecutivo: l’ascolto, il ritmo, la lettura, il fraseggio, la memoria, la gestualità, la diteggiatura, lo stile, la pronuncia e la cultura musicale e non solo.
Luciano Berio ha scritto “la conservazione del passato ha un senso anche negativo, quanto diventa un modo di dimenticare la musica. L’ascoltatore ne ricava un’illusione di continuità che gli permette di selezionare quanto pare confermare quella stessa continuità e di censurare tutto quanto pare disturbarla”, che ruolo può assumere la musica contemporanea in questo contesto?
F.B. E’ una domanda difficile. La tradizione ci rassicura, l’avanguardia ci destabilizza, ma ci incuriosisce. Credo che la musica contemporanea sia troppo distante e isolata nel panorama culturale di oggi per poter essere considerata a pieno diritto una vera “voce”. Una riflessione sull’efficacia della musica come comunicazione gioverebbe sicuramente ad una rinascita musicale più ampia. E la strada di Elena Casoli mi sembra che, in questo àmbito, si snodi nella giusta direzione.
Come vedete la crisi del mercato discografico, con il passaggio dal supporto digitale al download in mp3 e tutto questo nuovo scenario?
V.N. In modo negativo.
Consigliateci cinque dischi per voi indispensabili, da avere sempre con se.. i classici cinque dischi per l‘isola deserta..
V.N. Bach – Variazioni Goldberg di eseguite da G. Gould
J. Bream & J. Williams LIVE
Parkening plays Bach
Bach Messa in si minore – H. Karajan
J. Dowland – Complete music for solo lute – J. Lindberg
F.B. I dischi di Jordi Savall (praticamente tutti)
Il disco celebrativo dei 50 di carriera di Andrés Segovia
Il Bach di Glenn Gould, di Andras Schiff e di Gustav Leonhard
Lo Scarlatti eseguito da Ottavio Dantone (CD Amadeus)
L’ultimo concerto di Emil Gilels (CD Ermitage)
I dischi di Julian Bream (esclusi solo alcuni) e quelli di Oscar Ghiglia
Il 2° Concerto di Rachmaninov con Sviatoslav Richter al pf
Gaspard de la nuit di Ravel eseguito da Arturo Benedetti Michelangeli
E molti altri (credo però che nell’isola ci andrò con un grosso baule)
Quali sono invece i vostri cinque spartiti indispensabili?
V.N. Bach – Preludio, fuga e allegro BWV 998
Bach – Chaconne
B. Britten - Nocturnal
S. Dodgson – Partita for Guitar
A. Josè – Sonata
F.B. Giuliani, Sonata op. 15
Sor, Variazioni op. 9 e i Minuetti
Castelnuovo Tedesco, Sonata op. 77
Martin, 4 Pièces brèves
De Falla, Homenaje
Il Blog ha aperto di recente una nuova rubrica dedicata ai giovani neodiplomati e diplomandi, che consigli si sente di dare a chi, dopo anni di studio, ha deciso di iniziare la carriera di musicista?
V.N. Di continuare, mantenendo sempre costanza, tenacia e passione per la musica, nonostante le numerose difficoltà.
F.B. Di non arrendersi e di amare ciò che fanno.
Con chi vi piacerebbe suonare?
V.N. Con J. Williams.
F.B. Con Giuseppe Pepicelli
Quali sono i vostri prossimi progetti? Su cosa state lavorando?
V.N. e F.B. Stiamo lavorando alla preparazione del prossimo CD, anch'esso dedicato interamente a Bach, con l'ausilio di una chitarra accordata una quarta sopra per aumentare l'estensione strumentale.
giovedì 15 aprile 2010
Intervista a Florindo Baldissera e Vittorino Nalato, terza parte
Per Vittorino Nalato: Lei ha inciso nel 2006 un cd di musiche del compositore contemporaneo ungherese Ferenc Farkas, vuole parlarci di questa esperienza e di queste musiche?
V.N. Un'esperienza interessante, che mi ha portato a conoscere il lato eclettico di F. Farkas e l'aspetto musicale tratto dal folclore magiaro.
Per Vittorino Nalato: oltre all’attività come chitarista classico lei è anche fondatore e direttore artistico del Coro C.A.I. di Belluno, vuole parlarci di questa sua particolare attività parallela?
V.N. Ho sempre avuto una grande passione per la musica corale e, in particolare, per il Coro della S.A.T di Trento. Trovo che il repertorio musicale di questo coro, al quale mi sono ispirato, sia di assoluta bellezza: è incredibile come musicisti del calibro di Renato Dionisi, Andrea Mascagni, Bruno Bettinelli e addirittura il grande Arturo Benedetti Michelangeli, abbiano armonizzato melodie popolari per coro a quattro voci, facendole diventare dei veri capolavori musicali.
Parliamo di marketing. Quanto pensa che sia importante per un musicista moderno? Intendo dire: quanto è determinante essere dei buoni promotori di se stessi e del proprio lavoro nel mondo della musica di oggi?
F.B. Penso sia fondamentale se si vuole stare nel mercato.
Oltre a svolgere l’attività di concertisti siete entrambi docenti di chitarra come riuscite a combinare queste due attività? A volte si ha l’impressione di una dicotomia tra le due “carriere”:che un concertista non riesca ad essere allo stesso tempo anche un insegnante…
V.N. Nel mio caso, devo dire che riesco a conciliare bene le due cose, e che anche l'attività di insegnante riesce a darmi molte soddisfazioni. Il continuo confronto con gli allievi è molto stimolante, e riuscire a trasmettere la passione per la musica e le relative competenze tecniche, ottenendo spesso buoni risultati, è oltremodo gratificante. La speranza è sempre quella di formare nuovi musicisti.
F.B. Anch’io condivido la passione per la didattica che mi ha dato, e mi sta dando, molte soddisfazioni, sia sul piano artistico, sia sul piano umano. Non è affatto difficile conciliare le varie attività, basta organizzarsi e non sovrapporre troppe cose!! Più che tenere tanti concerti mi piacerebbe tenere buoni concerti…
Per Florindo Baldissera: Da buon veneziano la domanda è quasi scontata, come si trova ad insegnare al Conservatorio Benedetto Marcello di Venezia? Nell’ottobre 2008 Lei ha invitato per una Masterclass sula musica contemporanea Elena Càsoli .. visto il successo dell’iniziativa, ci sarà un seguito?
F.B. Certo che sì. Con Elena ci stiamo sentendo abbastanza frequentemente e non le ho nascosto la mia stima e l’ammirazione per il suo originale, serio e assolutamente condivisibile modo di rapportarsi alla musica e alla chitarra. L’esperienza del 24 ottobre 2008 a Venezia, a parte la strepitosa affluenza con ben 42 iscrizioni, è stata apprezzata da tutti coloro che ho potuto sentire, allievi e non, come una gratificante immersione in un mondo pieno di ricche meraviglie: quello della nuova musica.
Quale significato ha l’improvvisazione nella vostra ricerca musicale? Si può tornare a parlare di improvvisazione in un repertorio così codificato come quello classico o bisogna per forza uscirne e rivolgersi ad altri repertori, jazz, contemporanea, etc?
V.N. Personalmente, credo che l'improvvisazione appartenga più ad altri repertori che non a quello classico.
F.B. Io credo che sia importante nella misura in cui un musicista dovrebbe essere completo. Ma ammetto la mia totale ignoranza al proposito, anche se la frequentazione del repertorio antico o l’approccio con le cadenze in brani da concerto mi ha spesso messo di fronte al problema improvvisativo. Il guaio è che le mie improvvisazioni sono sempre scritte!
V.N. Un'esperienza interessante, che mi ha portato a conoscere il lato eclettico di F. Farkas e l'aspetto musicale tratto dal folclore magiaro.
Per Vittorino Nalato: oltre all’attività come chitarista classico lei è anche fondatore e direttore artistico del Coro C.A.I. di Belluno, vuole parlarci di questa sua particolare attività parallela?
V.N. Ho sempre avuto una grande passione per la musica corale e, in particolare, per il Coro della S.A.T di Trento. Trovo che il repertorio musicale di questo coro, al quale mi sono ispirato, sia di assoluta bellezza: è incredibile come musicisti del calibro di Renato Dionisi, Andrea Mascagni, Bruno Bettinelli e addirittura il grande Arturo Benedetti Michelangeli, abbiano armonizzato melodie popolari per coro a quattro voci, facendole diventare dei veri capolavori musicali.
Parliamo di marketing. Quanto pensa che sia importante per un musicista moderno? Intendo dire: quanto è determinante essere dei buoni promotori di se stessi e del proprio lavoro nel mondo della musica di oggi?
F.B. Penso sia fondamentale se si vuole stare nel mercato.
Oltre a svolgere l’attività di concertisti siete entrambi docenti di chitarra come riuscite a combinare queste due attività? A volte si ha l’impressione di una dicotomia tra le due “carriere”:che un concertista non riesca ad essere allo stesso tempo anche un insegnante…
V.N. Nel mio caso, devo dire che riesco a conciliare bene le due cose, e che anche l'attività di insegnante riesce a darmi molte soddisfazioni. Il continuo confronto con gli allievi è molto stimolante, e riuscire a trasmettere la passione per la musica e le relative competenze tecniche, ottenendo spesso buoni risultati, è oltremodo gratificante. La speranza è sempre quella di formare nuovi musicisti.
F.B. Anch’io condivido la passione per la didattica che mi ha dato, e mi sta dando, molte soddisfazioni, sia sul piano artistico, sia sul piano umano. Non è affatto difficile conciliare le varie attività, basta organizzarsi e non sovrapporre troppe cose!! Più che tenere tanti concerti mi piacerebbe tenere buoni concerti…
Per Florindo Baldissera: Da buon veneziano la domanda è quasi scontata, come si trova ad insegnare al Conservatorio Benedetto Marcello di Venezia? Nell’ottobre 2008 Lei ha invitato per una Masterclass sula musica contemporanea Elena Càsoli .. visto il successo dell’iniziativa, ci sarà un seguito?
F.B. Certo che sì. Con Elena ci stiamo sentendo abbastanza frequentemente e non le ho nascosto la mia stima e l’ammirazione per il suo originale, serio e assolutamente condivisibile modo di rapportarsi alla musica e alla chitarra. L’esperienza del 24 ottobre 2008 a Venezia, a parte la strepitosa affluenza con ben 42 iscrizioni, è stata apprezzata da tutti coloro che ho potuto sentire, allievi e non, come una gratificante immersione in un mondo pieno di ricche meraviglie: quello della nuova musica.
Quale significato ha l’improvvisazione nella vostra ricerca musicale? Si può tornare a parlare di improvvisazione in un repertorio così codificato come quello classico o bisogna per forza uscirne e rivolgersi ad altri repertori, jazz, contemporanea, etc?
V.N. Personalmente, credo che l'improvvisazione appartenga più ad altri repertori che non a quello classico.
F.B. Io credo che sia importante nella misura in cui un musicista dovrebbe essere completo. Ma ammetto la mia totale ignoranza al proposito, anche se la frequentazione del repertorio antico o l’approccio con le cadenze in brani da concerto mi ha spesso messo di fronte al problema improvvisativo. Il guaio è che le mie improvvisazioni sono sempre scritte!
mercoledì 14 aprile 2010
Concerto del Duo Eutonos venerdì 23 aprile Vendôme - France
Concerto del Duo Eutonos
Eugeniio Becherucci, chitarra e Stefania Cimino, violino
Théâtre du Minotaure, ore 20.30
Vendôme - France
Eugeniio Becherucci, chitarra e Stefania Cimino, violino
Théâtre du Minotaure, ore 20.30
Vendôme - France
Intervista a Florindo Baldissera e Vittorino Nalato, seconda parte
Ho notato che in concerto suonate anche musiche di Piazzolla. Premesso il mio amore viscerale per questo compositore, nella Storia del Tango su Evaristo Carriego Borges parla della natura rissosa del tango con queste parole “..io direi che il tango e la milonga esprimono in maniera immediata qualcosa che molte volte i poeti hanno voluto dire con parole: la convinzione che combattere possa essere una festa…” al di là del gioco poetico nascosto nelle parole di Borges voi come sentite il Tango?
V.N. Il tango mi appassiona molto, tanto da aver suonato per diversi anni in un gruppo composto da flauto, chitarra, contrabbasso e voce, con l'apporto di due ballerini. Il repertorio era costituito solamente da tanghi e milonghe. Una bella esperienza!
F.B. Va precisato che l’esecuzione di Piazzolla è un episodio molto marginale nella storia del Bach Guitar Duo, e che molto probabilmente non avrà un seguito, a meno che non si trovi un Preludio e Fuga del grande bandeonista adatto all’arrangiamento per 2 chitarre. Per quanto mi riguarda considero Piazzolla un grande e fondamentale autore del Novecento, che ha saputo creare un linguaggio di forza e comunicativa difficilmente riscontrabili in molta musica d’oggi. E il Tango è una finestra su un un mondo sensuale, caldo, umano e misterioso, che è in noi, sotto la cenere delle convenzioni, pronto a riesplodere nella sua sfolgorante bellezza…
Per Florindo Baldissera: Oltre al Duo Lei opera in diversi progetti: solista, voce e chitarra, flauto e chitarra, violino e chitarra, la vilhuela e il Fandango Guitar Quartet … come mai così tanti interessi e come cambia il suo modo di suonare a seconda dei diversi contesti?
F.B. Semplicemente perché mi diverte suonare in ogni contesto, purchè di qualità. E mi piace di più il dialogo musicale con altri interlocutori che il monologo. Non nascondo che in tal modo le opportunità lavorative si moltiplicano a dismisura. Recentemente ho inoltre imparato a suonare, per diletto, la vihuela. Quando ho potuto farmi ascoltare sono rimasto un po’ perplesso dal successo che ottenevo con facilità, senza le stressanti fatiche del recital chitarristico: ho apprezzato molto questa nuova dimensione. Tengo a precisare che comunque a mio avviso il recital di sola chitarra resta il momento professionale più alto e intenso. Richiede però grande caratura interpretativa!
Per Florindo Baldissera: In una sua intervista pubblicata sul web site di PsicoLAB - Laboratorio di ricerca e sviluppo in Psicologia intitolata La Paura del Pubblico tra i Musicisti (link http://www.psicolab.net/index.asp?pid=idart&cat=6&scat=282&arid=2328 ) Lei parla di “errori rossi” e “errori blu” aggiungendo anche che “I grandi interpreti sono solitamente grandi improvvisatori perchè quando c’è il vuoto di memoria colmano improvvisando certe lacune e – se uno vende bene il suo prodotto – riesce a convincere il suo pubblico, errori compresi!” possiamo riaprire questo tema? Ho notato infatti che la paura dell’errore in concerto è un problema molto diffuso tra i chitarristi classici mentre non sembra colpire con la stessa forza chi suona in altri ambiti (jazz, rock, blues, etc.) e che sembrano avere un atteggiamento più rilassato…
F.B. Suonare è una cosa fantastica! Rovinarlo con ansia, panico o peggio è un vero insulto! Ho cercato su di me e cerco di snidare in ogni modo le cause dell’insicurezza di molti chitarristi, in particolare nella fase di apprendistato. Mi sono quindi posto delle domande e delle risposte, che trovano ampio riscontro anche in studi di psicologia molto più accreditati delle mie modeste esperienze. Consiglio al proposito la lettura del libro di Christian Agrillo Suonare in pubblico (edizioni Carrocci).
In campi musicali in cui le altezze e durate dei suoni non rappresentano un problema, o in cui il linguaggio è semplice e ripetitivo, o in cui la gestualità è facilmente controllabile, l’ansia da prestazione si riduce in modo drastico. Anche perché non esiste un vero errore legato a una cattiva realizzazione estemporanea di un prodotto che doveva essere consegnato secondo un codice prestabilito. Se suonassi brani composti da me stesso probabilmente sarei rilassato (almeno finchè questi brani non fossero conosciuti da tutti!) perché essendo difficilmente riconoscibile, l’errore non rappresenterebbe una inquietante minaccia o una irresistibile e perniciosa sirena.
Ma cos’è infine l’errore? Potremmo affermare che esso è un apostrofo rosso o blu fra i pilastri che sostengono la struttura espressiva. Lo sbaglio non è nell’imperfezione ma in chi non la tollera o, peggio, in chi la vuole correggere ad ogni costo durante l’esecuzione!
Per semplificare chiamerei errore rosso quello grave, che spezza l’andamento del brano, che fa svanire la magica atmosfera che si andava creando, e errore blu, cioè lieve, quell’imperfezione che non nuoce al disegno d’insieme, e che comunque non è vissuta come un danno all’interpretazione.
In fondo un bravo interprete farà soltanto errori blu.
V.N. Il tango mi appassiona molto, tanto da aver suonato per diversi anni in un gruppo composto da flauto, chitarra, contrabbasso e voce, con l'apporto di due ballerini. Il repertorio era costituito solamente da tanghi e milonghe. Una bella esperienza!
F.B. Va precisato che l’esecuzione di Piazzolla è un episodio molto marginale nella storia del Bach Guitar Duo, e che molto probabilmente non avrà un seguito, a meno che non si trovi un Preludio e Fuga del grande bandeonista adatto all’arrangiamento per 2 chitarre. Per quanto mi riguarda considero Piazzolla un grande e fondamentale autore del Novecento, che ha saputo creare un linguaggio di forza e comunicativa difficilmente riscontrabili in molta musica d’oggi. E il Tango è una finestra su un un mondo sensuale, caldo, umano e misterioso, che è in noi, sotto la cenere delle convenzioni, pronto a riesplodere nella sua sfolgorante bellezza…
Per Florindo Baldissera: Oltre al Duo Lei opera in diversi progetti: solista, voce e chitarra, flauto e chitarra, violino e chitarra, la vilhuela e il Fandango Guitar Quartet … come mai così tanti interessi e come cambia il suo modo di suonare a seconda dei diversi contesti?
F.B. Semplicemente perché mi diverte suonare in ogni contesto, purchè di qualità. E mi piace di più il dialogo musicale con altri interlocutori che il monologo. Non nascondo che in tal modo le opportunità lavorative si moltiplicano a dismisura. Recentemente ho inoltre imparato a suonare, per diletto, la vihuela. Quando ho potuto farmi ascoltare sono rimasto un po’ perplesso dal successo che ottenevo con facilità, senza le stressanti fatiche del recital chitarristico: ho apprezzato molto questa nuova dimensione. Tengo a precisare che comunque a mio avviso il recital di sola chitarra resta il momento professionale più alto e intenso. Richiede però grande caratura interpretativa!
Per Florindo Baldissera: In una sua intervista pubblicata sul web site di PsicoLAB - Laboratorio di ricerca e sviluppo in Psicologia intitolata La Paura del Pubblico tra i Musicisti (link http://www.psicolab.net/index.asp?pid=idart&cat=6&scat=282&arid=2328 ) Lei parla di “errori rossi” e “errori blu” aggiungendo anche che “I grandi interpreti sono solitamente grandi improvvisatori perchè quando c’è il vuoto di memoria colmano improvvisando certe lacune e – se uno vende bene il suo prodotto – riesce a convincere il suo pubblico, errori compresi!” possiamo riaprire questo tema? Ho notato infatti che la paura dell’errore in concerto è un problema molto diffuso tra i chitarristi classici mentre non sembra colpire con la stessa forza chi suona in altri ambiti (jazz, rock, blues, etc.) e che sembrano avere un atteggiamento più rilassato…
F.B. Suonare è una cosa fantastica! Rovinarlo con ansia, panico o peggio è un vero insulto! Ho cercato su di me e cerco di snidare in ogni modo le cause dell’insicurezza di molti chitarristi, in particolare nella fase di apprendistato. Mi sono quindi posto delle domande e delle risposte, che trovano ampio riscontro anche in studi di psicologia molto più accreditati delle mie modeste esperienze. Consiglio al proposito la lettura del libro di Christian Agrillo Suonare in pubblico (edizioni Carrocci).
In campi musicali in cui le altezze e durate dei suoni non rappresentano un problema, o in cui il linguaggio è semplice e ripetitivo, o in cui la gestualità è facilmente controllabile, l’ansia da prestazione si riduce in modo drastico. Anche perché non esiste un vero errore legato a una cattiva realizzazione estemporanea di un prodotto che doveva essere consegnato secondo un codice prestabilito. Se suonassi brani composti da me stesso probabilmente sarei rilassato (almeno finchè questi brani non fossero conosciuti da tutti!) perché essendo difficilmente riconoscibile, l’errore non rappresenterebbe una inquietante minaccia o una irresistibile e perniciosa sirena.
Ma cos’è infine l’errore? Potremmo affermare che esso è un apostrofo rosso o blu fra i pilastri che sostengono la struttura espressiva. Lo sbaglio non è nell’imperfezione ma in chi non la tollera o, peggio, in chi la vuole correggere ad ogni costo durante l’esecuzione!
Per semplificare chiamerei errore rosso quello grave, che spezza l’andamento del brano, che fa svanire la magica atmosfera che si andava creando, e errore blu, cioè lieve, quell’imperfezione che non nuoce al disegno d’insieme, e che comunque non è vissuta come un danno all’interpretazione.
In fondo un bravo interprete farà soltanto errori blu.
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