giovedì 15 aprile 2010

Intervista a Florindo Baldissera e Vittorino Nalato, terza parte


Per Vittorino Nalato: Lei ha inciso nel 2006 un cd di musiche del compositore contemporaneo ungherese Ferenc Farkas, vuole parlarci di questa esperienza e di queste musiche?

V.N. Un'esperienza interessante, che mi ha portato a conoscere il lato eclettico di F. Farkas e l'aspetto musicale tratto dal folclore magiaro.

Per Vittorino Nalato: oltre all’attività come chitarista classico lei è anche fondatore e direttore artistico del Coro C.A.I. di Belluno, vuole parlarci di questa sua particolare attività parallela?

V.N. Ho sempre avuto una grande passione per la musica corale e, in particolare, per il Coro della S.A.T di Trento. Trovo che il repertorio musicale di questo coro, al quale mi sono ispirato, sia di assoluta bellezza: è incredibile come musicisti del calibro di Renato Dionisi, Andrea Mascagni, Bruno Bettinelli e addirittura il grande Arturo Benedetti Michelangeli, abbiano armonizzato melodie popolari per coro a quattro voci, facendole diventare dei veri capolavori musicali.

Parliamo di marketing. Quanto pensa che sia importante per un musicista moderno? Intendo dire: quanto è determinante essere dei buoni promotori di se stessi e del proprio lavoro nel mondo della musica di oggi?

F.B. Penso sia fondamentale se si vuole stare nel mercato.

Oltre a svolgere l’attività di concertisti siete entrambi docenti di chitarra come riuscite a combinare queste due attività? A volte si ha l’impressione di una dicotomia tra le due “carriere”:che un concertista non riesca ad essere allo stesso tempo anche un insegnante…

V.N. Nel mio caso, devo dire che riesco a conciliare bene le due cose, e che anche l'attività di insegnante riesce a darmi molte soddisfazioni. Il continuo confronto con gli allievi è molto stimolante, e riuscire a trasmettere la passione per la musica e le relative competenze tecniche, ottenendo spesso buoni risultati, è oltremodo gratificante. La speranza è sempre quella di formare nuovi musicisti.

F.B. Anch’io condivido la passione per la didattica che mi ha dato, e mi sta dando, molte soddisfazioni, sia sul piano artistico, sia sul piano umano. Non è affatto difficile conciliare le varie attività, basta organizzarsi e non sovrapporre troppe cose!! Più che tenere tanti concerti mi piacerebbe tenere buoni concerti…

Per Florindo Baldissera: Da buon veneziano la domanda è quasi scontata, come si trova ad insegnare al Conservatorio Benedetto Marcello di Venezia? Nell’ottobre 2008 Lei ha invitato per una Masterclass sula musica contemporanea Elena Càsoli .. visto il successo dell’iniziativa, ci sarà un seguito?

F.B. Certo che sì. Con Elena ci stiamo sentendo abbastanza frequentemente e non le ho nascosto la mia stima e l’ammirazione per il suo originale, serio e assolutamente condivisibile modo di rapportarsi alla musica e alla chitarra. L’esperienza del 24 ottobre 2008 a Venezia, a parte la strepitosa affluenza con ben 42 iscrizioni, è stata apprezzata da tutti coloro che ho potuto sentire, allievi e non, come una gratificante immersione in un mondo pieno di ricche meraviglie: quello della nuova musica.

Quale significato ha l’improvvisazione nella vostra ricerca musicale? Si può tornare a parlare di improvvisazione in un repertorio così codificato come quello classico o bisogna per forza uscirne e rivolgersi ad altri repertori, jazz, contemporanea, etc?

V.N. Personalmente, credo che l'improvvisazione appartenga più ad altri repertori che non a quello classico.

F.B. Io credo che sia importante nella misura in cui un musicista dovrebbe essere completo. Ma ammetto la mia totale ignoranza al proposito, anche se la frequentazione del repertorio antico o l’approccio con le cadenze in brani da concerto mi ha spesso messo di fronte al problema improvvisativo. Il guaio è che le mie improvvisazioni sono sempre scritte!

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