giovedì 1 aprile 2010

Recensione di Musica da Camera di H.W.Henze di Ensemble Dissonanzen, Mode 2008


La copertina di questo cd è una di quelle che mi fa rimpiangere i tempi degli Lp in vinile. E’ una foto di Hans Werner Henze, molto bella e intensa, una persona anziana con lo sguardo vivo, concentrato e allo stesso tempo perso in un punto indefinibile dello spazio e dei suoi pensieri.
Chissà quali erano i suoi pensieri mentre componeva questa Musica da camera o Kammermusik qui incisa dall’Ensamble Dissonanzen, gruppo dal nome tedesco ma di origini e formazione totalmente italiana. Proviamo a sondare i pensieri di Her Henze citando dalla sua autobiografia Canti di Viaggio edita da il Saggiatore a pagina 167:

Avevo potuto terminare ed elaborare la Kammermusik 1958 soltanto dopo il rnio ritorno dalla Grecia, per cui mi sembra che in questo bra¬no si riconoscano impressioni e ricordi di quel paese. Dei dodici movimen¬ti di cui si compone il brano, tre sono per voce, clarinetto, corno, fagotto e quintetto d'archi (con aggiunta di una chitarra), tre solo per il settimino strumentale (senza chitarra), tre per tenore e chitarra e tre per chitarra solista. Questi ultimi tre tempi in realtà fanno parte della
rwrinusica, già citata, per il radiodramma di Ernst Schnabel Der sechste Gesang e, in parte, erano anche stati utilizzati in Maratona. Con il titolo, Drei Trentos, questi pezzi sono entrati nel repertorio di quasi tutti i chitarristi che ritengono di essere tali. Anche questi Drei Tentos, che suonano così come io m'immagino debba essere la musica greca, han¬no qualcosa a che fare con lo scambio delle strutture tematico armoniche all'interno dell'opera complessiva: ogni movimento funziona da nucleo che fornisce il materiale per il resto della musica. E, in effetti, questi movimenti contengono davvero qualcosa di quell'elle¬nismo che io intendo, quando penso alla musica per orchestra di Stravinskij oppure alla Persephone. E’ come se questa musica la quale, ogni volta che ha a che fare con l'antichità, fa riferimento al Barocco, a Monteverdi oppure alla musica rinascímentale diventasse la porta attraverso la quale si deve passare se si vuole un rapporto vivo, oppure mantenerlo, con il classicismo ellenistico, collegarsi alle origini, all’essenziale, all’arte delle metafore, alla tragedia.

Un pensiero complesso, articolato, colto, che testimonia una grande passione e una grande speranza nella musica, nelle sue geometria e nei sentimenti che essa riesce a smuovere e a provocare, provare a descriverla, a seguire in modo intellettuale i suoi passaggi e le sue scelte è cosa al di là delle mie capacità e della mia cultura. Ma, forse, non è neanche necessario: nelle note suonate dall’Ensemble Dissonanzen vibra tutta questa energia, questa passione, questa visione positiva di un mondo in grado di rialzarsi e di ricominciare, in una parola di vivere. E di questo messaggio a Her Henze, alla sua musica, ai musicisti che la interpretano dobbiamo essere grati. Lunga vita.
Ottima qualità di incisione con dinamiche pulite, molto bello il libretto interno al cd.
Per chi cercasse questo cd, la Mode Records è distribuita in Italia dalla Stradivarius.

Empedocle70

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