martedì 20 aprile 2010

Intervista a The Infant T(h)ree, prima parte


Devo ammettere che trovo un po’ surreale l’idea di intervistarvi, soprattutto per Mirco dato che ci conosciamo da tanti anni, ma .. come è nata l’idea di questo trio? Qual è il vostro background musicale?

M. Berizzi: il trio nasce dall’idea di dare a Mirco e alla sua prosa una dimensione sonora, ai suoi versi mancavano solo i suoni; nasce per amicizia e per la forte curiosità di sperimentare ambiti diversi.
Le mie radici poggiano sul rock, la fusion e il jazz elettrico anni '70, il successivo jazz elettronico prevalentemente europeo, ed improvvisazione: ogni sperimentazione elettroacustica, ma anche suoni contemporanei.
M.Salvadori: credo che parte rilevante nella realizzazione del progetto Infant la si debba riconoscere alla voglia irrinunciabile, che ognuno di noi tre ha, nel continuare ad usare l'esercizio immaginativo e pensare 'cosa sarebbe se...': cosa sarebbe se si accumunassero le sonorità Masin/Berizzi ai pensieri scritti di Salvadori? Una prima risposta la può dare l'ascolto del lavoro...
In quanto al diverso background non posso che rimandarti alla risposta di Massimo: noi siamo i tre opposti ed arriviamo da tre diverse scuole di pensiero musicale, questo è il segreto della 'vitalità' artistica degli Infants.


Per Mirco Salvadori: allora vecchio mio, come si sta dall’altra parte della console? Questa volta hai lasciato le “ruote dentate” per la tua passione per la lettura e la scrittura, come ti senti in questo nuovo ruolo e .. chi sono i “cani randagi”?

M. Salvadori: a dire il vero non mi ci sento proprio dentro il ruolo del declamatore (non sono ovviamenete un attore!) o dello scrittore. Io son persona che vive 'l'intuito del momento', sento quando si avvicina e cerco di ghermirlo al meglio delle mie possibilità. Se mi chiedi come sarà il domani degli Infants ti rispondo che non ne ho la più pallida idea, potremmo anche non esserci più per esaurito movimento passionale...God knows. In quanto ai 'cani Randagi' beh, sono creature fatte di ricordo e di vita, due cose che normalmente viaggiano sullo stesso binario lasciando dietro loro una scia a volte intensamente carica di parole.

Per Gigi Masin: caro Gigi nella tua precedente intervista per il Blog Chitarra e Dintorni: Nuove Musiche avevi già annunciato questo nuovo lavoro, vedo con piacere che sei tornato in pista, che cosa suoni in questo nuovo progetto?


G. Masin: non ho cercato di usare gli acquarelli per creare un'atmosfera attorno alle visioni di Mirco, non c'è stato alcun tentativo di sottolineare o accentuare la poetica delle parole. Mi sono lasciato prendere la mano, ho provato a dare un corso alle sensazioni, quelle più immediate... Man mano che la scrittura di Mirco prendeva forma, seppur condividendo idee e sensazioni con Massimo e Mirco stesso, ho cercato la scrittura 'prima' e non quella ragionata.

Per Max Berizzi: il suono della tua tromba da una connotazione precisa a questo lavoro, richiamando le idee di John Hassell sul “fourth world”, come mai questa scelta stilista per questi suoni così ampi e dilatati?


M. Berizzi: sono sempre stato attratto dall’uso non convenzionale degli strumenti, dalle distorsioni, dalle contaminazioni., dall’unione di elementi dissonanti.
Non c’è stata una scelta stilistica predeterminata; contemporaneamente ad un lavoro che sto realizzando con Gigi, abbiamo fatto questo degli Infant T(h)ree insieme a Mirco, sfruttando le “curve sonore” che mi vengono spontanee oggi ed alcune curiosità verso effetti elettronici e loops.

- parte prima
- parte seconda
- parte terza
- parte quarta

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